Le parole del Sindaco di Sant’Anna di Stazzema
di Laura Sestini
In occasione della commemorazione del 25 aprile 2021 – sull’onda delle centinaia di migliaia di firme raccolte per la Proposta di legge popolare contro la propaganda fascista e nazista – abbiamo posto alcune domande al Sindaco di Sant’Anna di Stazzema – Maurizio Verona. L’iniziativa ha raccolto molto successo ed entusiasmo, mentre sulle pagine Social del progetto gli iscritti – e firmatari – si scambiano idee e speranze per un futuro più giusto, democratico e pacifico.
Lei è Sindaco di Sant’Anna di Stazzema, un luogo altamente simbolico per la strage compiuta dai nazisti il 12 agosto 1944, che trucidarono volontariamente 560 persone, di cui moltissimi bambini. Una responsabilità importante per ogni Primo Cittadino di mantenerne alta la memoria.
Maurizio Verona: – ” Essere Sindaco del Comune di Stazzema (Medaglia d’oro al Valor Militare) è un grande onore, è un piccolo Comune montano, ma tragicamente noto per il Crimine Nazi-Fascista del 12/08/1944.
Rappresentare un comune è un impegno importante, e rappresentare i luoghi del martirio è ancora più importante.
Mi sento in dovere di trasferire e far conoscere la memoria e la storia di questi luoghi alle giovani generazioni con i mezzi che ho a disposizione. Sant’Anna di Stazzema è anche Parco nazionale della Pace dal 2000 con legge dello Stato; quotidianamente sono a contatto con i superstiti di questo eccidio ed ho ascoltato molte volte le loro personali esperienze e i ricordi di quella mattina. La storia di questo eccidio è rimasta per anni in oblio, e solo agli inizi degli anni 90 è iniziato un processo per fare luce sulla verità e trovare giustizia presso il tribunale militare di La Spezia – conclusosi nel 2007 con il terzo grado di giudizio e con la condanna di 10 ufficiali delle SS naziste. Sono stati decenni difficili dove i superstiti non parlavano di ciò che era accaduto e si sentivano mortificati a registrare il disimpegno dello Stato nel far luce su questo crimine contro l’umanità.”
Quale obiettivo ha stimolato l’attivazione dell’Anagrafe antifascista?
M.V.: – ” L’obiettivo era quello di riattivare un dibattito pubblico che riguardasse i valori della nostra Costituzione. Abbiamo percepito che vi fosse un diffuso malessere nella popolazione, un senso diffuso di insoddisfazione che spesso veniva incanalato in un ritorno di simboli e frasi che afferiscono al fascismo. L’anagrafe antifascista nasce dalla constatazione che in questi anni vi è stato un salto di qualità nella propaganda fascista – dopo anni in cui vi era l’ottimismo che la stabilità democratica del nostro Paese non fosse a rischio. I populismi sono diventati sovranismi, i fenomeni di rievocazione del Ventennio da limitati sono divenuti di massa. Dalle curve degli stadi i simboli fascisti si sono spostati anche nei palazzetti dello sport e sempre di più nelle strade. E’ cambiato il lessico e le vulgate: il fascismo non è più un reato, ma una opinione che sta al pari di tante altre e comunque, grazie ad un bombardamento sui social, “ha fatto anche cose buone”. Un tempo esisteva il cosiddetto “arco costituzionale” in cui si riunivano tutte le forze politiche che si ritrovavano sotto il grande ombrello dei valori comuni della nostra Costituzione. Nel frattempo è successo qualcosa e i fatti lo dimostrano. Oggi in ogni modo si vuole opporre alla POLITICA il POPOLO, da cui deriva per la Costituzione la legittimazione democratica delle istituzioni. Quando si oppone il POPOLO alla POLITICA, si fa, citando sempre Aristotele, DEMAGOGIA.”
I tempi risultano cupi – in peggioramento – per la propaganda destrorsa fascistoide e verbalmente violenta. A cosa crede sia dovuto?
M.V.: – “Credo che questi fenomeni si inseriscano in questo periodo di confusione dei valori. Siamo stati ottimisti nel credere che il Fascismo fosse finito e abbiamo consentito che questi fenomeni proliferassero. Il ‘Rapporto Italia 2020’ dell’Eurispes ci dice che dal 2004 ad oggi è aumentato il numero di chi pensa che la Shoah non sia mai avvenuta: erano solo il 2,7%, oggi sono il 15,6%; mentre sono in aumento, sebbene in misura meno eclatante, anche coloro che ridimensionano la portata della Shoah dall’11,1% al 16,1%. Inoltre, secondo l’indagine, riscuote nel campione un “discreto consenso” l’affermazione secondo cui “Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio” (19,8%). Con percentuali di accordo vicine tra loro seguono “gli Italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti” (14,3%), “siamo un popolo prevalentemente di destra” (14,1%), “molti italiani sono fascisti” (12,8%) e, infine, “ordine e disciplina sono valori molto amati dagli Italiani” (12,7%). In compenso secondo la maggioranza degli italiani, recenti episodi di antisemitismo sono casi isolati, che non sono indice di un reale problema di antisemitismo nel nostro Paese (61,7%).
Per meno della metà del campione (47,5%), gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno. Per il 37,2%, invece, sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo.”
L’apologia del Fascismo, nell’ordinamento giuridico italiano, è un reato previsto dalla Costituzione, ma la propaganda fascista in questi ultimi anni ha ripreso quota, senza troppi timori, mentre le autorità statali sembrano girarsi dall’altra parte. Cosa ne pensa?
M.V.: – ” Se c’è una legislazione in materia è evidentemente inefficace perché ovunque assistiamo all’esposizione di simboli, alla produzione e vendita di oggetti di pessimo gusto che richiamano al Duce e al Fascismo. Questa proposta se convertita in legge darà punizioni certe e sicure a chi si rende responsabile di questi, che diverranno chiaramente dei reati. Credo che, cosa più importante, si colpirà la propaganda svolta attraverso la rete che raggiunge in particolare i ragazzi. Abbiamo bisogno di più insegnamento nelle scuole sul fascismo e quegli anni: con altri quattro luoghi della memoria come Fossoli, Monte Sole, Risiera di San Sabba e Istituto Cervi abbiamo sottoscritto un protocollo con il MIUR per legare l’insegnamento di questi periodi della storia all’insegnamento dell’educazione civica, e un altro lo abbiamo sottoscritto con ANPI, Regione Toscana e l’Ufficio Scolastico Regionale, proprio su questi temi. Abbiamo bisogno innanzi tutto di conoscere.”
Nonostante le leggi già in essere, è stata attivata una raccolta firme per una proposta popolare contro la propaganda fascista e nazista. Erano richieste 50 mila firme, ne sono arrivate 230 mila, mentre si continua ancora a contare. Un’iniziativa per cui ha ricevuto anche il ‘Premio Bella Ciao 2021’. Sembra un buon segnale la partecipazione di così tante persone, non crede?
M.V.: – Questa non è la proposta di legge ‘mia’, ma di tutti noi che abbiamo firmato. La cosa più bella di questa campagna è quella di aver portato nelle piazze una proposta di legge antifascista e aver sentito il calore con cui hanno risposto i cittadini italiani. Ci sono arrivate le firme anche da Sydney e mezza Europa. E’ stata una festa di democrazia. Ci speravamo, ma non avremmo pensato di raggiungere così tanti Comuni. Grazie a tutti coloro che hanno portato una voce e una firma antifascista. Anche così si combatte il fascismo di ritorno.
Sabato, 24 aprile 2021 – n° 13/2021
In copertina : aggiornamenti sul numero delle firme – Immagine dalla pagina Fb dell’iniziativa