Come la sanità pubblica (ma anche privata) può trasformare un comune utente in un serial killer
di Laura Sestini
Il titolo dell’articolo è ovviamente ironico, ma considerando lo stress che ha già procurato direttamente o indirettamente la pandemia durante l’arco di un anno, le potenzialità di controllo delle proprie pulsioni potrebbero essere andate degradandosi e niente ci pare impossibile. Premesso ciò, vi raccontiamo una storia vera. La mia.
Devo intraprendere un viaggio di lavoro, come giornalista non retribuita, considerando che i giornalisti, al momento, a #TheBlackCoffee lavorano per passione e con lo spirito di fare una corretta informazione. Lo abbiamo fondato con una mission precisa, quella dell’onestà intellettuale e dell’indipendenza e, al contempo, avendo le tasche vuote e infinito tempo a disposizione, la sussistenza è rimasta in secondo piano. In futuro speriamo vada meglio.
Quindi, a incoronazione di un anno di incertezze, nonostante i mille ostacoli del momento, ho deciso di realizzare un sogno: raggiungere Lampedusa per un reportage sulle migrazioni, tematica a me cara – giornalisticamente e umanamente – da almeno dieci anni. E da altrettanto tempo serbavo il desiderio di recarmi sull’isola.
Inizio a informarmi su tutte le normative regionali siciliane relative al Covid-19, e altrettanto sui parametri per potermi muovere come giornalista iscritta all’Ordine. Come arrivo a Lampedusa? Via Catania o Palermo? Come raggiungere porto Empedocle per il traghetto? Da Catania sarebbe più facile: meno chilometri (circa 170 fino al porto) e una parvenza di tratta ferroviaria da utilizzare, ma confrontando gli orari dei due mezzi di trasporto – aereo e treno – scopro che non coincidono e dovrei fermarmi una notte a Catania. Tento allora su Palermo, ma poi mi accorgo che i collegamenti con Porto Empedocle sono ancora più complicati.
Quindi, un po’ dispiaciuta – perché amo viaggiare in mare e assaporare la lentezza dei traghetti – decido di raggiungere Lampedusa in aereo, distando solo un’ora da Palermo/Punta Raisi.
Tornano anche tutti gli orari, e colgo l’occasione di partire in nave da Livorno, in direzione di Palermo, grazie a un’iniziativa gratuita di una nota compagnia marittima palermitana rivolta ai giornalisti, che mi si prospetta inaspettatamente – anche come occasione di risparmio – per il non abbondante portafoglio che ho a disposizione. E puntualizziamo anche che l’intero viaggio sarà completamente a mio carico, collocato nella sezione personale ‘vacanze di lavoro’. Un modo per unire la ricerca sul tema delle migrazioni alla visita di altri luoghi – anche se non per gita di piacere. La bellezza si trova ovunque, basta saper apprezzare anche le cose più semplici. Questa è la mia opinione.
Confermo le date di partenza e ritorno, via mare, Livorno-Palermo e mi dedico alla ricerca di alloggi in loco – facilissimo poiché sono tutti vuoti e a prezzi davvero abbordabili (specialmente a Palermo, mentre Lampedusa conserva le sue tariffe turistiche non troppo economiche).
Felice di poter pianificare finalmente l’organizzazione di un viaggio, mi imbatto nel primo ostacolo – ovvero la richiesta del tampone molecolare da parte dell’Aeroporto di Palermo per accedere ai voli. Richiesta che risulta in contraddizione con il terminal di Lampedusa, che al contrario impone solo l’autocertificazione – e lo stesso vale per la nave da Livorno. In realtà, però, il problema maggiore non riguarda la richiesta, bensì la possibilità di soddisfare tale pretesa attraverso il percorso sanitario pubblico.
Naturalmente si potrebbe obiettare di rivolgersi al settore privato, probabilmente più celere negli appuntamenti e nel fornire i risultati dei test. Decido comunque di affidarmi alla sanità pubblica e, attraverso le informazioni ricevute dalla Società della salute a me più vicina, mi procuro un’impegnativa del medico curante, utile a immettere i dati personali al link https://prenotatampone.sanita.toscana.it/#/home.
La prenotazione del test è esclusivamente online, quindi è anche necessaria una certa competenza di navigazione su Internet, che non tutti hanno. Il punto davvero critico, però, quello che potrebbe trasformarci in serial killer – naturalmente enfatizzando all’eccesso – è il fatto che si può prenotare il test solo accedendo al sito di notte (come specificato tra le informazioni del sito in questione). In quell’istante – leggendo l’iter da seguire – assale il panico e subito vengono alla mente i click-day dell’Inps per immettere le richieste ai bonus governativi, con il sito che saltava continuamente, non sopportando i milioni di utenti in contemporanea, generando anche intromissioni in account non propri, ma di altri malcapitati che cercavano di inserire le proprie generalità e richieste, mentre noi stavamo facendo altrettanto. Allora fu il caos, e lo stesso ho immaginato potesse ripetersi con la procedura per il test del Covid-19. Forse ho esagerato, ma in realtà il parallelo è calzante in quanto qui conta la velocità, poiché i posti-test sono pochissimi e vince il più veloce, come alle Olimpiadi.
Non sono sicura che ciò valga, come iter standard, per altre regioni. In Toscana vi è questa modalità, e a nulla sono valsi i tentativi di incoraggiamento e le informazioni da parte di un’amica che lavora nell’ospedale locale ove, se sarò abbastanza veloce e fortunata, riuscirò a prenotare il test indispensabile per il viaggio già organizzato.
Inoltre – dettaglio importante – entrando nel sito si può prenotare il testi solo ed esclusivamente per il giorno successivo. Le scelte consentite riguardano solo la provincia, cliccando sulla quale, si apre una nuova finestra con le 5 o 6 possibilità di drive-through o walk-through che permettono di sottoporsi al tampone.
A questo punto – e a seconda del motivo per cui una persona abbia necessità di certificare la propria condizione sanitaria rispetto al virus – potrebbero sorgere altri problemi. Chiaramente nessun test è valido in eterno ma, per quanto le informazioni rimangano sempre poco chiare e anche gli operatori sanitari non diano sempre le medesime risposte, la validità della certificazione di negatività dovrebbe essere di 15 giorni.
Se le date per le prenotazioni fossero aperte magari settimanalmente sarebbe senz’altro più facile puntare al giorno più consono alle proprie esigenze. Al contrario, dover rischiare tutto sul giorno successivo, significa affidarsi alla fortuna per riuscire a prenotare la data esatta. Nel caso specifico dell’aeroporto di Palermo, si richiede che il test sia stato effettuato entro le 72 ore precedenti, il che diventa un ostacolo potenzialmente insormontabile se si deve contemporaneamente viaggiare con i tempi più lenti del trasporto marittimo – come da me previsto – e, soprattutto, con impegni di lavoro prefissati all’arrivo a Palermo, che fanno dilazionare la partenza verso Lampedusa di 24 ore. Una mission quasi impossibile.
Si può disquisire sul fatto che questo sia un caso eccezionale, e che sarò l’unica viaggiatrice che parte per Lampedusa dalla Toscana nel mese di marzo 2021. E inoltre, rimane sempre l’alternativa del test nei laboratori privati. Ebbene, ho valutato anche la possibilità del test a pagamento, senza sapere che nella sanità pubblica è gratuito e con la convinzione, al contrario, che dovessi corripondere un ticket. Quindi, ho chiesto informazioni al laboratorio di analisi privato più vicino (sebbene forse troppo tardi), ma era già al completo fino a una data a me non più utile, e inoltre sarebbe stato necessario un tempo maggiore per ottenere l’esito – oltre a non essere d’accordo sul dover ricorrere alla sanità privata, nonostante le particolari esigenze. Per principio, oltre che per il costo.
Sono praticamente ferma con il lavoro da un anno – come milioni di altri italiani. Una cifra compresa, quindi, tra i 75 e i 95 euro, richiesti per il test molecolare dal settore privato, non solo è più utile nelle mie tasche, ma soprattutto, la sanità regionale – in questo momento particolarmente tragico della narrativa statale – dovrebbe dare la possibilità ai cittadini, che vivono dei pochi risparmi rimasti, di poter effettuare i test per il Covid-19 con tutte le agevolazioni possibili, quali un canale dedicato a che ha esigenze lavorative, oppure per chi è stato a contatto diretto con persone positive.
E inoltre chiediamoci cosa significhi poter prenotare solo ‘durante la notte’. La notte è lunga! Da che ora precisamente? Niente di tutto ciò è specificato nel sito regionale, e nonostante tutti i precedenti esperimenti per capirne il funzionamento, ho trovato sempre il ‘tutto esaurito’, ossia ‘impossibile da prenotare’. Solo dopo molte telefonate – con apparecchi che squillano ma raramente si riceve risposta – ho capito dove stia l’inghippo. Al termine di una mattina intera trascorsa in tentativi, finalmente qualcuno ha risposto al telefono. Una lei che ha dimostrato un minimo di sensibilità alla mia richiesta di informazioni, fornendomi una spiegazione precisa. Peccato che una seconda voce in sottofondo, parallelamente, berciasse che, se avevo fretta, potevo rivolgermi a un laboratorio privato – probabilmente pensando che non mi arrivasse l’audio dello sproloquio.
La ‘notte’, in ogni caso, scatta a mezzanotte, momento in cui si caricano automaticamente i posti per effettuare i test – ma non sappiamo quanti. In pratica, il giochino dura solo pochi minuti – e immaginiamo che le possibilità siano veramente esigue poiché cinque minuti dopo la mezzanotte è già tutto esaurito, nell’intera provincia.
Quindi rimane, in ambito di sanità pubblica, la sola possibilità del ‘gioco d’azzardo’ della click-night – come ho ribattezzato la procedura – ma è davvero una scommessa.
Non è anche questo un modo indiretto di orientare gli utenti verso la sanità privata?
Sabato, 20 marzo 2021 – N° 8/2021
In copertina: dispositivi di test veloce per Covid-19. Foto ©Laura Sestini (tutti i diritti riservati).