Italia unita nel caos
di Laura Sestini
Che la questione dei vaccini abbia numerose lacune non è più un segreto per nessuno: dai milioni di unità mancanti, ai furbetti che si infilano in liste che non gli spettano a discapito di anziani, pazienti con priorità o categorie a rischio, la situazione non pare proprio sotto controllo.
Il sistema sanità, però, aggiunge anche le proprie incapacità attraverso le prenotazioni online, troppo complicate, oppure attraverso invii di SMS che invitano da un giorno all’altro in località in ‘capo al mondo’.
Alla luce di alcune esperienze che riportiamo, anziani e soggetti fragili risultano solo ‘codici fiscali’ senza che si considerino le problematiche personali dei singoli. Lo standard del sistema, almeno nella procedura vaccinale pratica, pare uguale per tutti.
Una signora lombarda abitante a Lecco, di 81 anni, riferisce di essere stata contattata via SMS di notte, fatto che l’ha svegliata e anche un po’ spaventata. Sul messaggio risultava l’invito a presentarsi qualche giorno dopo a numerosi chilometri di distanza da Lecco, in un paese che non conosceva. Nessuno si è preoccupato se la signora avesse figli o parenti che la potessero accompagnare, considerato che non ha la patente di guida e neanche un’auto.
Quindi, diligentemente, la mattina dopo l’anziana signora chiama il numero verde dedicato, da dove le viene risposto che non possono spostare la prenotazione perché non è di loro competenza, né avvertire che non andrà all’appuntamento. In pratica, le viene suggerito di non presentarsi: una volta scaduta la prenotazione potrà effettuarne un’altra – come se ciò fosse un meccanismo facile. E senza considerare che il suo appuntamento andrà perso.
La signora non ha un PC né uno smartphone, non è pratica di Internet e vive sola poiché i figli abitano in un’altra regione. Quindi deve appellarsi sempre ai vicini di casa – o a una farmacia – che le diano una mano e le prenotino un nuovo appuntamento. Sappiamo bene che il percorso online non funziona ‘armoniosamente’, quindi potrebbe aver bisogno di aiuto più volte finché il tentativo va a buon fine. Inoltre, riferisce che nessuno le ha specificato quale vaccino le avrebbero inoculato, o verificato le sue patologie. Nessuna informazione e nessun consenso informato da firmare – anche perché aveva ricevuto solo un SMS con data, luogo e orario di inoculazione. Facciamo notare che il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, pochi giorni fa ha defenestrato i vertici di Aria, l’Azienda regionale per l’acquisizione e gli acquisti che doveva occuparsi di gestire proprio le prenotazioni delle vaccinazioni per il Covid-19.
Dalla Lombardia alla Toscana
Per approfondire come funziona il sistema di prenotazione del vaccino abbiamo intervistato un ‘paziente fragile’ – dato che questa dovrebbe essere una categoria preferenziale nella vaccinazione da Covid-19 – in modo tale da capire quali siano i gap da superare.
Lei, in quanto paziente reduce da una malattia piuttosto debilitante, ha richiesto, come da legislazione sanitaria Covid-19, di essere inserito nella lista di riferimento per la vaccinazione al virus. Ci può spiegare come si procede nella richiesta?
L.P.: «Lunedì 15 marzo, seguendo le indicazioni diffuse sul web dalla Regione Toscana, effettuo la preregistrazione sul portale indicato, sia per me che per mia moglie, anch’essa affetta da patologie che la pongono tra i ‘malati estremamente fragili’; riceviamo senza intoppi il nostro codice OTP e concludiamo questo primo step, dopo aver inserito i dati personali ed effettuato una selezione tra le patologie elencate, se la patologia è attualmente in trattamento attivo oppure no, la ASL di riferimento, il nome della struttura sanitaria presso la quale se è in cura e il nome di un medico che sta seguendo la malattia».
Una volta che il sistema ha accettato la sua richiesta, rientrando lei nella lista delle persone con priorità alla vaccinazione, quali sono stati i passi seguenti?
L.P.: «Ieri pomeriggio, 23 marzo, alle 18.45, riceviamo un nuovo SMS da Regione Toscana che testualmente recita: “Gentile utente la tua posizione è stata verificata, alle 19:00 potrai prenotare online con questo codice ******** al seguente link https://prenotavaccino.sanita.toscana.it/#/preno2/ef. Il codice non ha scadenza”».
La procedura di richiesta alla vaccinazione è esclusivamente online: è stata da lei reputata di facile accesso, in senso grafico e di impostazione, e non presenta particolari difficoltà per chi abbia poca dimestichezza con Internet?
L.P.: «La procedura di per sé non sarebbe eccessivamente complessa; si deve prima inserire il codice fiscale e il codice ricevuto con l’SMS e, dopo aver dato il consenso al trattamento dei dati, si passa alla fase di prenotazione vera e propria. Si parte dalla scelta della provincia, successivamente quella del presidio dove avverrà la vaccinazione, dopo appare il calendario con i giorni disponibili evidenziati in azzurro e infine si indica l’orario tra quelli disponibili. Al termine della procedura si riceve un messaggio di conferma sullo schermo e contemporaneamente un SMS che contiene il codice di prenotazione e i link per scaricare il documento di consenso da compilare e portare con sé al vaccino (11 pagine) e un documento informativo sul vaccino, nel mio caso Moderna (31 pagine)».
La prenotazione al vaccino ha un percorso facilitato? Per la prenotazione dei test Covid-19 le difficoltà riscontrate non sono banali.
L.P.: «Non esistono percorsi facilitati, la procedura è unica per tutti quanti».
Se ha avuto delle difficoltà, le può esporre?
L.P.: «Non mi aspettavo che sarebbe stato forse più semplice correre una 3000 siepi… Difficoltà di accesso, continue disconnessioni, errori di pagina… Un’Odissea…! Bellissimo il messaggio che appariva quando si verificava un errore: ‘Si è verificato un problema, ma non preoccuparti non è colpa tua’! Più di una volta, a prenotazione quasi conclusa, sono stato disconnesso e ho dovuto iniziare tutto da capo. Mia moglie al PC e io con lo smartphone, per aumentare le probabilità, non riuscivamo in alcun modo a completare una prenotazione. Solo dopo un’ora e mezza di tentativi sono riuscito a prenotare un appuntamento per me, ma non per mia moglie».
Ci può esprimere, a tutto campo, le sue considerazioni?
L.P.: «Penso che persone come noi, con gravi problemi di salute e patologie molto serie, nel nostro caso oncologiche, non debbano essere sottoposte a ulteriori stress come quello vissuto ieri sera, non è dignitoso, per non parlare del fatto che molte persone più anziane di noi, ma anche più giovani, sono meno avvezze di me all’uso degli strumenti informatici; come faranno questi a ottenere il loro appuntamento? Oltre agli stress che quotidianamente affrontiamo, come il dover prenotare visite, controlli continui, TAC anche in ASL diverse da quella di riferimento in tempi ragionevoli, non ci meritiamo questo trattamento da parte di una Regione che una volta faceva della sanità il suo fiore all’occhiello. Secondo me, con i dati acquisiti durante la prima fase di preregistrazione, non sarebbe stato difficile redigere un elenco di ‘estremamente fragili’ in base alle patologie e ai criteri di priorità stabiliti; una volta fatto questo doveva essere l’Ente a contattare i pazienti e proporre l’appuntamento, anche in base alla territorialità. Il sistema lasciava a tutti la possibilità di scegliere una qualunque sede della Regione dove ci fosse disponibilità, ma è forse giusto che un utente, supponiamo della provincia di Livorno, sia costretto a prenotare il vaccino presso la ASL del Monte Amiata o di Montevarchi? Oltre alle difficoltà già elencate nel processo di prenotazione, si aggiungerebbe così anche la difficoltà di spostamento, sia per le persone autonome che, a maggior ragione, per quelle che non dispongono di mezzi per muoversi. Comunque, concludendo, una chiamata da parte della ASL di competenza per fissare l’appuntamento era forse chiedere troppo? Sarebbe stato a mio avviso più semplice ed efficace, avrebbe generato meno stress e arrabbiature negli utenti e, non ultimo, avrebbe rafforzato l’immagine di efficienza della sanità. È inconcepibile come possano essere certe menti talmente perverse e incapaci di mettersi nei panni di chi sta dall’altra parte della barricata».
Come prevede il futuro riguardo alla pandemia? Crede che la vaccinazione sia la panacea al problema, nonostante tutte le informazioni che ci sono state propinate a proposito di AstraZeneca?
L.P.: «Penso che la soluzione per la pandemia passi assolutamente attraverso la vaccinazione di massa; non credo che sia la soluzione definitiva, anche perché questo virus sembra avere incredibili capacità di mutazione e adattamento, ma penso che non potremo prescindere dal prendere in considerazione di vaccinarci tutti quanti, con l’augurio per tutti che questi vaccini raggiungano un livello di maturità, efficacia e affidabilità tali da poterci restituire un po’ di quella di fiducia e amore per la vita che avevamo in epoca pre-pandemica».
Sabato, 27 marzo 2021 – N° 9/2021
In copertina: immagine generica rappresentativa del vaccino – https://www.aifa.gov.it/