Biden ricuce gli strappi di Trump
di Elio Sgandurra
Il G7 post Covid ha avuto inizio nella britannica Cornovaglia e per il Presidente americano Joe Biden ha rappresentato, il suo primo viaggio all’estero da quando è in carica. ‘L’America è tornata’, ha voluto sottolineare il capo della Casa Bianca ai Paesi alleati, come se volesse ricucire lo strappo provocato da Trump e ricostruire l’immagine di una superpotenza che vuole rassicurare i propri alleati ‘abbandonati’ dal suo predecessore. I temi in discussione sono molteplici e si basano in gran parte sulle sfide globali che riguardano la lotta al Covid-19, i provvedimenti contro il cambiamento climatico in tutte le sue peculiarità: economia, sanità e geopolitica.
Ma il centro delle intenzioni di Biden è soprattutto quello di ricompattare Stati Uniti ed Europa per fermare l’invasione commerciale della Cina e quella politico militare – più pericolosa – della Russia di Putin. Un altro problema comune è far ripartire il rilancio della NATO che negli ultimi tempi ha perso di autorità e influenza. Ne è un esempio la Turchia, membro storico dell’Alleanza, che va per conto suo avvicinandosi alla Russia e alimentando la tensione nel Mar Egeo ai danni della Grecia – ufficialmente sua alleata. La Nato inoltre è stata inefficiente negli ultimi anni verso il problema mediorientale, permettendo – tra l’altro – l’intromissione della Russia nel Mediterraneo con la scusa di aiutare la Siria.
Prima dell’inizio del summit, Biden si è incontrato col premier britannico Boris Johnson – già “amico” di Trump – per rinnovare i rapporti bilaterali. Adesso sembra che il leader inglese abbia dimenticato la sua vecchia amicizia, con Trump, per mettersi d’accordo col neo-presidente nel ‘rilanciare le nuove sfide globali’. Hanno anche rinnovato il patto della vecchia “Carta atlantica”, sottoscritta nel 1941 da Roosevelt e Churchill per condividere e adeguare, ai tempi, gli stessi obiettivi del dopoguerra.
Tra gli altri partecipanti al G7 – Germania, Francia, Italia, Canada, Giappone – ci sono richieste che riguardano le rispettive priorità. La Germania – che non ha zone d’influenza in altri continenti – teme per le pressioni della Russia troppo vicina ai Paesi della UE come la Polonia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e le Repubbliche Baltiche.
La Francia vuole un sostegno nella regione del Sahel. Il Giappone chiede l’aiuto degli alleati per contenere la Cina. L’Italia auspica più sicurezza in Libia e la partecipazione degli alleati nel controllo delle rotte del Mediterraneo.
Per quanto riguarda il recente passato dell’Alleanza, con l’abbandono dell’Afghanistan – anche da parte dell’Italia – è diventato evidente il fallimento della politica inutile e pericolosa dell’epoca di Bush Jr., che è responsabile delle guerre civili in tutta l’area mediorientale con centinaia di migliaia di morti – dello spreco di risorse umane e materiali. La inutile guerra in Iraq e l’eliminazione di Saddam Hussein, hanno portato il caos nel Paese e alimentato il terrorismo islamico estesosi in seguito alla Siria. La guerra di Libia del 2011 provocata dal presidente francese Sarkozy, ha frammentato il Paese dando spazio alla Turchia e alla Russia di intervenire e di spartirselo. Chi ci ha rimesso è stata l’Italia, incapace di portare avanti una seria politica estera che – col caos della Libia – ha perso il suo maggior partner nel Mediterraneo.
Sabato, 12 giugno 2021 – n°20/2021
In copertina: immagine ufficiale del meeting G7- da account Twitter