giovedì, Novembre 21, 2024

Italia, Politica

Il rinnovo della Giustizia

E la maggioranza in frantumi

di Elio Sgandurra

Il disegno di legge presentato dal deputato del PD Alessandro Zan, già approvato alla Camera nel novembre 2020, verrà tra qualche giorno sottoposto al voto del Senato. La sua approvazione resta ancora incerta perché intorno a questo provvedimento è scoppiata una battaglia tra i partiti. Quelli di destra – Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia – si oppongono duramente a questa legge sostenendo che soffoca le “libertà di pensiero e di espressione”. In realtà si tratta di una opposizione con argomenti pretestuosi che mirano ad altro, poiché il Ddl Zan non limita alcuna libertà, anzi la permette ai cittadini italiani considerati ‘diversi’. Il terzo incomodo – l’Italia Viva di Renzi – cerca di ‘mediare’ portando solo confusione nella debole maggioranza.

La legge è nata con lo scopo di contrastare l’omofobia e la transfobia estendendo la legge Mancino del 1993 – che già aveva inserito nel Codice penale le discriminazioni a sfondo razziale, etnico e religioso. Il nuovo provvedimento aggiunge i reati commessi con minacce e azioni contro le differenze di sesso, di genere, l’orientamento sessuale e la disabilità. Il Codice prevede condanne – anche carcerarie – per coloro che aggrediscono verbalmente e materialmente i cosiddetti “diversi”. Inoltre sono previsti l’istituzione della giornata nazionale contro l’omotransfobia e l’introduzione nelle scuole del tema sull’identità di genere.

Dunque ognuno può pensare come vuole ed esprimere liberamente il proprio parere su concittadini che seguono stili di vita – per scelta, per indole o per condizioni naturali – differenti dalla comune tradizione. Ma costoro devono essere difesi dalle discriminazioni, dalle offese, dalle minacce – come capita spesso attraverso la Rete – e dalle aggressioni fisiche che diventano pestaggi e talvolta omicidi.  

Pertanto il Ddl Zan non limita alcuna libertà se non quella di aggredire con ogni mezzo il prossimo, il ‘diverso’. L’atteggiamento negativo delle destre risale a una concezione retriva e reazionaria che nutrono soprattutto partiti come la Lega e Fratelli d’Italia. Atteggiamenti che hanno condiviso col patto con i regimi semi totalitari di Polonia e Ungheria, Paesi che stanno soffocando gradualmente le libertà basilari delle rispettive popolazioni. A Budapest il governo Orban ha varato una legge contro l’omosessualità che è stata duramente criticata dal Parlamento Europeo. Per questo la Commissione ha minacciato l’Ungheria di congelare gli aiuti economici già stanziati per l’emergenza Covid.

Una buona parte dell’opinione pubblica italiana continua a condividere acriticamente gli ‘ideali’ dei due partiti di destra. E’ una scelta legata alla crisi della politica nazionale incapace di intervenire sulle coscienze dei cittadini. Manca soprattutto il buon esempio di coloro che gestiscono il potere.    

Sempre nel campo della Giustizia, il Consiglio dei Ministri affronta la nuova legge che mira a rinnovare e ad ammodernare il lavoro della magistratura. Si prevedono resistenze da parte del Movimento 5Stelle che in parte non è d’accordo con la maggioranza. La ministra Marta Cartabia ha dichiarato che con i nuovi provvedimenti verrebbero ridotti del 40% i tempi dei processi, ma sono parole che si dicono da anni senza che nulla sia mai cambiato. Invece i tempi della prescrizione verranno ridotti a due anni per l’Appello e ad uno per la Cassazione.

Basteranno bravi avvocati per allungare i lavori processuali a favore degli imputati come è sempre accaduto.

Sabato, 10 luglio 2021 – n° 24/2021

In copertina: La legge è uguale per tutti

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