Il software che spia attraverso i cellulari
di Elio Sgandurra
Era inevitabile che tutto l’apparato super elettronico che oggi circonda e avvolge l’umanità attraverso computer, telefoni cellulari, televisioni e tanti altri congegni, non confermasse i timori dello scrittore britannico George Orwell che nel suo romanzo fantascientifico dal titolo “1984” – scritto nel 1948 – descriveva un mondo in cui la libertà era stata abolita e la società dominata da un ‘Grande fratello’ che teneva sotto controllo la vita di tutti i cittadini attraverso teleschermi speciali.
L’autore trasferiva al 1984 il tempo delle sue premonizioni che nella realtà non si erano ancora avverate, anche se il crescente sviluppo della elettronica si era incamminato verso quanto accade nei nostri giorni.
Per fortuna oggi non esistono un Grande fratello e un’unica dittatura mondiale che controllano l’umanità anche se siamo sulla ‘buona’ strada.
I pericoli esistono: siamo già sottoposti a controlli continui, dalle videocamere poste nelle piazze, lungo le strade, davanti alle banche e agli uffici. Servono alla nostra sicurezza e rendono più agevole la nostra vita, come Internet e i telefonini pieni di App. Ma non sempre: possono diventare un ‘nemico’ occulto, delle armi in mano agli hacker che si insinuano nel vostro viver quotidiano.
E proprio per l’uso improprio delle tecnologie avanzate che è scoppiato lo scandalo “Pegasus”, un sistema introdotto attraverso i device cellulari nei segreti di giornalisti, uomini d’affari e personaggi politici. L’aggravante è che del sistema se ne sono appropriati illegalmente alcuni governi.
Amnesty International, la Onlus francese Forbinden Stories e il giornale americano Washington Post, hanno rivelato che esiste una lista provvisoria di 50 mila numeri telefonici sorvegliati. Tra questi compare il nome del Presidente francese Emmanuel Macron che sarebbe stato spiato dai servizi segreti del Marocco. Un’altra vittima di Pegasus sarebbe anche Romano Prodi ex-premier italiano e presidente della Commissione Europea, quando era inviato dell’ONU nel Sahel.
Oltre al Marocco, sarebbero coinvolti anche l’Arabia Saudita, l’Azerbaigian, il Bahrain, gli Emirati Arabi Uniti, l’India, il Messico, il Ruanda, l’Ungheria e il Togo – tutti Paesi governati da democrazie inesistenti o sottoposte a severe critiche come quella verso il governo di Viktor Orbàn.
Il Pegasus è stato inventato da due cittadini israeliani – Shalev Hulio e Omri Lavie – i quali avevano messo a punto nel 2008 un sistema di collegamento ai cellulari per intervenire dal remoto in aiuto degli utenti cui si erano guastati gli apparecchi o che erano incapaci di affrontarne i misteri tecnologici. Sono diventati milionari e il loro software è stato considerato come un tipo di arma dal Ministero della Difesa israeliano che ne ha vietato l’esportazione senza autorizzazione.
Il Washington Post scrive che probabilmente il governo di Gerusalemme avrebbe fatto uso di quel software attraverso il Mossad – uno dei servizi segreti più efficienti del mondo – e che se ne siano in seguito impossessati in vari modi anche quei Paesi già elencati.
Sabato, 24 luglio 2021 – n°26/2021
In copertina: spyware e sicurezza informatica – Immagine grafica di Pete Lindforth