Nel ricordo della famiglia Mussolini
di Elio Sgandurra
L’articolo 48 della nostra Costituzione dice: “E’ vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”. E in aggiunta alla norma fondamentale della Repubblica, la legge 645 del 1952 afferma che “chiunque pubblicamente esalti principi, fatti o metodi del fascismo, è colpevole di reato e punibile con la detenzione.” Sono regole precise, chiare, approvate democraticamente anni fa dal Parlamento, ma applicate molto raramente e in maniera blanda.
E se poi il reato viene compiuto da un membro del governo che ha giurato in nome della Costituzione? Come minimo dovrebbe dimettersi. E invece l’attuale sottosegretario leghista al ministero dell’economia Claudio Durigon – che ha violato le due leggi antifasciste – per ora resta al suo posto.
E’ accaduto mercoledì 5 agosto a Latina nel corso di un comizio nel quale Durigon aveva proposto di rinominare il parco della città attualmente dedicato ai magistrati Falcone e Borsellino, ad Arnaldo Mussolini, fratello di Benito. “Per rispettare la storia e le radici della città”, aveva aggiunto l’oratore. Latina, capoluogo delle paludi Pontine, fu costruita dal fascismo nel corso della bonifica degli Anni Trenta e chiamata Littoria, nome cambiato dopo la guerra.
Sul palco, accanto a lui era presente il leader della Lega, Matteo Salvini, il quale era rimasto indifferente. “Forse non sapeva chi fosse Arnaldo Mussolini – consulente del duce che ritirava per conto suo le mazzette – o era intento a posare per i selfie”, dicono i maligni.
Le parole del sottosegretario hanno indignato i consiglieri comunali non leghisti – anche quelli di Forza Italia – e poi sono rimbalzate tra i membri della maggioranza di governo, tra i quali anche alcuni della Lega. Il segretario del PD Enrico Letta ha sostenuto tra l’altro incompatibilità di Durigon col ruolo che copre nel governo. Giuseppe Conte, leader del M5S ha chiesto le sue dimissioni e una mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario. Il premier Draghi invece tace. Per sapere come andrà a finire si dovrà attendere la riapertura del Parlamento che adesso è chiuso per ferie.
E’ la solita storia di un Italia che non vuole liberarsi della pesante ombra del Fascismo; di una destra che finge di ignorare o che approva apertamente quella dittatura, come il sindaco di Affile – nel Lazio come Latina – che aveva fatto costruire un mausoleo a Rodolfo Graziani, il generale fascista che si macchiò di delitti contro l’umanità. O come Susanna Ceccardi, ex sindaco di Cascina e candidata per la Lega alle elezioni regionali toscane, che il 25 aprile del 2018 fece sfilare per le vie della cittadina dei personaggi con la divisa delle SS tedesche.
Il sindaco di Affile denunciato per apologia al fascismo è stato assolto dalla Cassazione e la Ceccardi ha ottenuto il 41% di voti alle regionali. Accade forse che una buona parte degli Italiani sia diventata fascista? E’ da escludere, ma in molti non conoscono la storia recente del nostro Paese, altri l’hanno rimossa e altri ancora accettano il neofascismo per opportunismo.
Sabato, 14 agosto 2021 – n°29/2021
In copertina: Claudio Durigon (sx) e Matteo Salvini (dx) – Foto Camera dei Deputati