lunedì, Novembre 25, 2024

Ambiente, Società

Le ali dell’ispirazione

L’osservazione del ‘micro’ per comprendere il ‘macro’ e sperare il futuro

di Giorgio Scroffernecher

«Se volessimo, quindi, tracciare il profilo dell’esemplare tipo di città potremmo descriverlo come un tipo ingrigito, sedentario, magro o obeso, vegetariano o amante del junk food, urlatore, che ama vivere ai piani alti, intraprendente ma anche molto stressato».

Qualcuno tra i nostri lettori più cittadini si è riconosciuto in questo identikit? Probabilmente sì, in fondo nessuna novità: questi tratti distintivi sono addirittura scontati.
Ecco allora la sorpresa: non si tratta di umani ma di uccelli. La citazione è tratta da un articolo di Federica Luoni pubblicato su ‘Ali’ – il magazine di LIPU – a commento di uno studio internazionale su le specie più “filo cittadine” tra gli uccelli di tutto il mondo.

Il mondo per come lo stiamo governando noi umani, sulla pelle nostra e di tutti gli altri esseri viventi, ogni giorno ci rimanda chiari feedback utili a capire dove facciamo bene e dove malissimo. Non esiste soluzione di continuità tra l’astronauta che viaggia nell’universo con attrezzature sofisticate, e la zanzara delle paludi che semina la malaria in molte parti del mondo.
«Mitakuye Oyasin» (tutto è connesso) hanno sempre ripetuto nello loro preghiere i nativi indiani d’America. «Tutto è in relazione, tutto è connesso» ha insistito Papa Francesco nella sua ‘La Laudato sì’ in una visione di ecologia integrale.

E ancora, la dice chiara Covid 19 – di provenienza zoonotica (origine animale), ovvero in continuum animale/umano -che ci mostra ogni giorno che i confini tratteggiati sulle nostre mappe planetarie, altro non sono che astrazioni umane.

E’ di questi giorni il richiamo dell’ONU sull’improcrastinabilità dei rimedi da porre alla crisi climatica; noi stessi abbiamo citato studi ONU tra queste pagine un paio di mesi fa: https://www.theblackcoffee.eu/il-tempo-sta-per-scadere/ .

Tutto è talmente chiaro che… ci avviamo bellamente verso la fine danzando amabilmente con la nostra inconsapevolezza, come su un grande Titanic nella notte oceanica.

Ancora dall’articolo di Federica Luoni «Alcune specie ‘cittadine’ sono, infatti, in grado di ridurre o aumentare il numero delle uova deposte a seconda della disponibilità alimentari: dove il cibo è facilmente reperibile ridurranno il numero delle uova, mentre quando scarseggia tenderanno ad avere covate più abbondanti per bilanciare il ridotto successo riproduttivo». Non vi pare che questo spieghi le ragioni base dei cali e incrementi demografici nelle diverse parti del mondo? E, in una prospettiva planetaria, come anche le migrazioni possono essere un punto di riequilibrio naturale?

Per inventare una nuova architettura, creare un’industria sostenibile, avere una alimentazione senza tragiche conseguenze individuali e globali; in definitiva per muovere i primi passi verso una vita più felice e soprattutto con una speranza di futuro, non ci resta che piangere sul nostro passato e sorridere al piccolo maestro uccellino che vediamo nel parco di città, indaffarato nel preparare il suo nuovo nido e avviarsi alla cova. Perché, come conclude la citata Francesca Luoni «Saranno, quindi, gli uccelli non solo dei buoni indicatori ecologici ma anche lo specchio della nostra società? Parrebbe proprio di sì e quindi, rendendo le città più adatte a loro, faremmo di sicuro un buon servizio a noi esseri umani».

Donna con uccello – Dipinto di Amedeo Del Giudice

Sabato, 14 agosto 2021 – n°29/2021

In copertina: Jean-Honoré Fragonard – Una giovane donna libera l’uccello dalla sua gabbia

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