Il Consiglio Democratico Autonomo locale(MXDŞ) chiede indagini per i crimini turchi contro i civili
di Laura Sestini
La giustificazione degli attacchi bellici della Turchia contro alcune aree del Kurdistan iracheno sono le medesime da decenni, ntensificatesi negli ultimi anni a seguito della istituzione dei reparti militari di Protezione del Popolo YPG e YPJ in Siria di Nord-est e la loro controparte nella regione dello Şingal, in Iraq, contro il Califfato Islamico che in questo territorio curdo-iracheno al confine con la Siria ha perpetrato il genocidio del popolo ezida, gruppo etnico che si diversifica dai restanti Curdi per praticare una differente religione che si rifà al filosofo Zoroastro.
Le Unità combattenti di difesa del popolo sono tacciate dalla Turchia di essere affiliate al braccio armato del PKK – movimento politico inscritto nella lista mondiale delle organizzazioni terroristiche, il cui leader curdo turco Abdullah Ocalan è detenuto da oltre 20 anni nella roccaforte dell’Isola di Imrali in mezzo al Mar di Marmara in Turchia.
Durante la guerra civile siriana, che tuttora è in atto a ‘bassa intensità’, la Turchia guidata dal presidente Erdoğan si è lanciata a piè pari nell’area a maggioranza curda del Nord-Est per continuare in sordina ciò che già attua in patria; ovvero la cacciata della popolazione curda attraverso politiche di repressione – e di bombardamenti anche nelle città curde entro i confini turchi – al fine di mettere a tacere le richieste della popolazione per i minimi diritti civili ed umani, di cui godono solo sporadicamente.
La tattica bellica della Turchia, con la scusante della ricerca dei militanti armati del PKK, è la più ostentata ed utilizzata – alla quale non crede più nessuno – benché gli Stati che operano nell’area, Russia compresa, mantengano il silenzio, ed un tacito consenso; lo stesso succede da parte del governo centrale iracheno, e di quello autonomo regionale curdo iracheno ( KRG). Al di là del confini, in Siria, non è dato ancora sapere come si muoverà sulla questione il presidente siriano Bashar al-Assad, tuttora intento a bombardare la regione di Idlib per la liberazione dell’ultima enclave di jihadisti in territorio siriano settentrionale. Contigua a quella regione c’è Afrin, area invasa nel 2018 dall’esercito turco affiancato dai mercenari jihadisti al seguito, dove tuttora la Turchia presiede ed i civili soffrono di continue violenze, rapimenti, requisizioni di abitazioni e relative tangenti per liberarle dai mercenari e le loro famiglie https://www.theblackcoffee.eu/la-rete-mercenaria-di-violenza-e-di-abusi-dello-stato-turco/)
In un lungo comunicato rivolto all’Occidente, il Consiglio Democratico Autonomo dello Şingal – un organo politico scelto dal popolo – fa sapere che nei giorni 16 e 17 agosto la Turchia ha effettuato cinque attacchi aerei che hanno provocato la morte di dieci cittadini e ferendone molti altri. Questi attacchi arbitrari alla comunità degli Ezidi sono una continuazione del genocidio che lo Stato Islamico (IS) ha compiuto contro questo popolo nell’agosto 2014. L’obiettivo è frenare la volontà politica di questo gruppo sociale, e quindi spianare la strada all’attuazione dell’Accordo per lo Şingal del 9 ottobre 2020 (che prevede la ricostruzione dei centri abitati distrutti dalla guerra e determina la supervisione sul territorio da parte delle forze del Governo Autonomo regionale curdo-iracheno -KRG -ndr). Allo stesso tempo, gli attacchi più recenti sono un altro passo della Turchia verso il desiderio di cambiare i confini della regione e occupare tutto il Kurdistan meridionale – comprese le aree ricche di petrolio di Kirkuk e Mosul (https://www.theblackcoffee.eu/il-vizietto-turco/). Il Consiglio Autonomo Democratico di Sinjar (MXDŞ) si rifiuta di cedere agli attacchi della Turchia e alle pressioni del governo iracheno, sia del KDP – Partito Democratico del Kurdistan – e le potenze internazionali che vogliono costringere il popolo ezida ad accettare l’Accordo previsto per quel territorio, deciso dal governo centrale iracheno e le istituzioni del Governo Autonomo regionale curdo-iracheno, senza ascoltare le loro istanze .
Il giorno 16 agosto, intorno a mezzogiorno, cinque membri di una delegazione diplomatica in rappresentanza del
Consiglio autonomo democratico di Şingal (MXDŞ) è stato preso di mira da un attacco aereo turco mentre in auto
stava attraverso il centro della città di Sinjar. Due membri della delegazione, Seîd Hesen e Îsa Xwedêda, sono stati uccisi nell’attacco mentre Medya Qasim Simo, Şamir Abbas Berces e Mîrza Alì sono rimasti feriti. In quel momento, la delegazione diplomatica ezida si stava preparando per un incontro con i funzionari del governo iracheno e la visita del Primo Ministro iracheno Mustafa al-Kadhimi nello stesso giorno. I delegati uccisi erano in procinto di incontrare l’alta carica governativa irachena per discutere sull’Accordo per lo Şingal e presentare le loro rimostranze.
Sabato, 4 settembre 2021 – n°32/2021
In copertina: l’auto distrutta dall’attentato turco con i droni che ha ucciso i rappresentanti del popolo Ezida – Foto courtesy MXDŞ-Democratic Autonomous Council of Sinjar