domenica, Novembre 24, 2024

Economia, Italia, Politica

Dagli allevamenti intensivi e le polveri sottili alla carne in 3D?

Per la salute della Terra urge diminuire i livelli di carbonio nell’atmosfera e la produzione di carne

di Laura Sestini

Da numerosi anni scienziati ambientali ed ecologisti espongono le loro tesi – comprovate pure da report specifici delle Nazioni Unite – sull’inquinamento atmosferico provocato dagli allevamenti intensivi di bovini, suini e pollame da macello per l’alimentazione umana. La questione è altamente rilevante per la salute del Pianeta, poiché questi producono enormi quantità di emissioni di anidride carbonica – ed altri gas – ‘responsabili’ di asfissiare letteralmente la Terra.

Contando le sole poche maggiori multinazionali del settore, queste producono oltre un miliardo di tonnellate di CO₂ all’anno; dagli scarti della produzione di animali da macello provengono pure milioni di tonnellate di deiezioni che, se non ben trattate, finiscono nei corsi d’acqua inquinandoli di numerose sostanze chimiche e potenziali batteri.

I residui inquinanti a loro volta provengono dall’alimentazione degli animali a base di mangimi di cui la soia è uno dei principali componenti – prodotti anch’essi da agricolture intensive su larga scala; prevalgono qui potenti fertilizzanti – che assicurano i raccolti necessari a sfamare i miliardi di capi di bestiame presenti al mondo – oltre agli antibiotici di cui gli animali sono ‘imbottiti’ per evitare che si contagino tra loro da virus e malattie, nei ridottissimi spazi cui sono costretti a vivere prima di trasformarsi in cibo per gli esseri umani.

Risalendo la catena alimentare, le coltivazioni intensive rubano milioni di ettari alla vegetazione naturale – foreste, boschi ed habitat specifici – riducendo la capacità di assorbimento di anidride carbonica da parte delle piante, di cui la Terra, al contrario, ha estrema ed urgente necessità (https://www.theblackcoffee.eu/la-soluzione-al-surriscaldamento-globale/).

Gli allevamenti intensivi di animali da carne, oltre a tutte gli effetti negativi già elencati, producono altresì un’alta percentuale di inquinamento atmosferico e polveri sottili, elementi colpevoli di provocare malattie respiratorie, disturbi cardiologici e tumori negli esseri umani. Un recente studio britannico – pubblicato sul British Journal of Psychiatry – sostiene che anche alcuni disturbi mentali, quali depressione, ansia e pure sindrome di bipolarità, sarebbero legati alle percentuali di polveri inquinanti presenti ormai nell’atmosfera mondiale, non solo nelle metropoli. Il responsabile della ricerca – Ioannis Bakolis del King’s College di Londra – ha affermato che non esiste più in nessun luogo un livello di sicurezza per l’inquinamento atmosferico.

Come trovare quindi un’alternativa, oramai obbligatoria, al consumo di carne, di cui – oltre a Cina, America Latina e Usa – anche gli Europei sono grandi consumatori? E’ necessario passare al vegetarianismo? La possibilità non deve essere esclusa dalle soluzioni, difatti già è nata – da un’azienda israeliana – la carne stampata in 3D, mentre negli Stati Uniti, la famosa catena di fast food Mc Donald’s ha annunciato la sua linea di carni provenienti dal mondo vegetale.

Di cosa è composta la carne? “È un’insieme di lipidi, amminoacidi, minerali e acqua. Pochissimi elementi che esistono nelle piante.” – sostiene Bruce Friedrich, fondatore e direttore esecutivo del Good Food Institute (GFI), un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro con sede a Washington che si batte per le coltivazioni alternative ai prodotti agricoli convenzionali – “Gli scienziati possono risolvere questo problema imitando la carne dalle piante. E per le persone che vogliono solo mangiare carne animale, possiamo usare tecniche standard di ingegneria dei tessuti, ovvero coltivare la carne direttamente dalle cellule, un prodotto più sano ed efficiente che libera grandi appezzamenti di terreno. Sarebbe davvero un vantaggio per tutti. Abbiamo bisogno di una nuova sfida alle superfici della Terra essenzialmente focalizzata sul cibo.

Per quanto riguarda la carne stampata in 3D, questa parte da vere cellule di manzo – o suino ed altre carni – estratte senza infliggere violenze all’animale, creando tessuti che imitano in tutto le caratteristiche dei tessuti naturali. In pratica, si riproducono in laboratorio i tessuti, che poi con la stampa 3D vengono ritagliati a forma di cotoletta o bistecca, secondo i normali tagli che si acquistano nelle tradizionali macellerie. Si, ma il gusto? I produttori affermano che al 70% il sapore riporta le caratteristiche della ‘vera’ carne animale e questo prodotto ‘sintetico’ diverrà il futuro dell’alimentazione umana.

La catena alimentare animale ed umana – ciclo strettamente legato alla Terra in tutte le sue svariate accezioni – sarebbe ‘naturalmente’ molto semplice, benché il suo raffinato equilibrio chimico-ecologico su più vasta scala sia molto complesso. Ma si è fin qui voluto strafare, sfruttando in maniera scriteriata tutte le risorse umane, mentre la Terra si riprenderà la rivincita – lasciandoci senza ossigeno da respirare – se non invertiamo velocemente direzione.

Ciò che è venuto a mancare – dopo le rivoluzioni industriali e l’avvento del libero mercato – è proprio quell’aspetto ‘naturale’ che ha avuto la grandiosità di sviluppare la vita sul Pianeta, e la sensibilità, da parte della razza ‘intelligente’, di proteggere cotanto ‘miracolo’ di bellezza e perfezione.

Sabato, 11 settembre 2021 – n°33/2021

In copertina: bovini di razza maremmana allevati all’aperto – Foto di Laura Sestini (tutti i diritti riservati)

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