venerdì, Novembre 22, 2024

Economia, Italia

In Italia sale il costo dell’energia ma gli italiani pensano ai vaccini

Quasi ignorati gli aumenti del 40%

di Elio Sgandurra

Nel 2018 a causa dell’aumento del prezzo della benzina in Francia scoppiò una mezza rivoluzione. Per molte settimane centinaia di migliaia di persone – i cosiddetti Gilet gialli – si ribellarono a quell’aumento con dure manifestazioni, creando 2000 blocchi stradali che paralizzarono il Paese, scontrandosi con la polizia che intervenne con estremo rigore. Oltre al rincaro del carburante – che era di 14 centesimi di Euro al litro – il governo decretò l’abbassamento dei limiti di velocità e l’aumento dei dispositivi automatici di controllo. Le dimostrazioni di piazza rientrarono ai primi del 2019, dopo che il governo decise di ritirare aumenti e limitazioni.

In questi giorni in Italia i fornitori di energia hanno deciso autonomamente un rincaro dei loro prodotti del 40 per cento. Non ci sono state rivolte di alcun tipo, nemmeno pacifiche dimostrazioni. L’aumento, che dovrebbe colpire tutte le famiglie, costerà singolarmente centinaia di Euro in più all’anno. E mentre di fronte al rincaro della benzina si possono fare risparmi rinunciando al frequente uso di un mezzo di trasporto privato, per l’energia non ci sono scappatoie: alle famiglie serve per cucinare, per riscaldarsi, per non vivere al buio.

Questa imposizione è quasi passata inosservata. I sindacati sembra che non se ne siano accorti, il PD – che dovrebbe essere di sinistra – l’ha ignorata. Il governo ha promesso di stanziare qualche miliardo per andare incontro ai consumatori. Salvini invece ha aggiunto il mega aumento energetico nel suo lungo elenco di proteste quotidiane e ha anche proposto in alternativa il ritorno alle centrali nucleari. “Ne metterei una in Lombardia. Che problema c’è!”, ha dichiarato.

La voce dell’opinione pubblica italiana – almeno una parte di essa – è incomprensibile. A partire dallo scoppio del Covid-19, non si fa altro che discutere, dibattere con veemenza – cedendo anche alla violenza verbale e fisica – prima sul lockdown e adesso sul Si-vax o No-vax – come per rimuovere il grave problema della pandemia che invece non sembra scomparire.

E i media assecondano tutto questo attraverso i titoloni dei giornali che spesso contraddicono quelli del giorno prima; i dibattiti televisivi con esperti veri e falsi, organizzati solo per attirare spettatori e quindi pubblicità.

Per coloro che considerano il vaccino un nemico bisogna ricordare che in passato il suo utilizzo non provocava proteste. A parte quello obbligatorio del dopoguerra che debellò il vaiolo, sino a una trentina di anni fa ci si doveva vaccinare contro la febbre gialla, il colera e la malaria per recarsi in Africa e in Oriente. Quelle iniezioni provocavano febbri da cavallo, ma venivano considerate come un sacrificio necessario per compiere quei viaggi.

Adesso sul vaccino anti-Covid nascono le paure più assurde. C’è chi arriva a sospettare che “attraverso il vaccino viene inserito sotto la pelle di ogni persona un microchip in modo che possa essere controllato dallo Stato”.  Lo sospetta anche il cardinale statunitense Raymond Leo Burke un ultraconservatore che tra l’atro aveva definito i Democratici il ‘partito della morte’, perché favorevoli all’aborto – ed era deciso a negare il sacramento della Comunione al Presidente Joe Biden. Si tratta di un atteggiamento in totale contrasto con quello di Papa Francesco che, vaccinato tra gennaio e febbraio, ha ripetutamente affermato che “vaccinarsi è un atto di amore per sé stessi e per tutti”.

Il cardinale Burke – che per la cronaca è stato colpito dal Covid ed è appena uscito dalla terapia intensiva – è uno dei più tenaci oppositori alle aperture del Papa verso le coppie divorziate e risposate.

Sabato, 18 settembre 2021 – n°34/2021

In copertina: Gilets jaunes – Foto di Koshu Kunii 2018

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