venerdì, Novembre 22, 2024

Ambiente, Lifestyle, Salute, Società

Sull’orlo dell’abisso mettiamo le ali alla rivoluzione

Intervista a Danilo Selvaggi – direttore generale di LIPU – impegnato nel sostegno ad alcune azioni legislative a tutela della natura

di Giorgio Scroffernecher

«Il mondo non è mai stato più minacciato o più diviso, siamo sull’orlo di un abisso e ci muoviamo nella direzione sbagliata. Sono qui per dare l’allarme, il mondo deve svegliarsi!»

Sono parole pronunciate non da Greta Thunberg, ma dal Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres davanti alla assemblea del palazzo di vetro di New York il 21 settembre scorso. E così ha proseguito:

«Il Covid e la crisi del clima hanno messo in luce profonde fragilità come società e come pianeta. Le persone che serviamo e rappresentiamo possono perdere fiducia non solo nei loro governi e nelle istituzioni, ma nei valori che animano il lavoro dell’Onu da oltre 75 anni».

Se una figura come Guterres usa queste espressioni, si capisce bene quale siano le nostre urgenze e, più localmente, quanta importanza ha per noi italiani l’occasione senza precedenti che ci offre il Recovery Plan italiano fortemente supportato dall’Unione Europea.

Danilo Selvaggi al Governo italiano ha offerto una visione sinceramente critica di fronte alla prima stesura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, poi ha contribuito – con la Lipu – alla sua evoluzione con la Proposta di Piano della Transizione ecologica.

Dopo la primissima pubblicazione dei contenuti del PNRR ha manifestato giudizi severi. Perché?

Danilo Selvaggi: – «Il PNRR è, dal punto di vista ambientale e specialmente naturalistico, una grande delusione ove non un motivo di preoccupazione. Alla conservazione della biodiversità è dedicato l’1,5% dei fondi, con alcuni interventi di rilievo (naturalizzazione del fiume Po, digitalizzazione dei parchi a fini di monitoraggio, interventi sugli habitat marini) ma un grande vuoto su gli obiettivi della Strategia europea per la biodiversità. Insomma, un’occasione gravemente mancata, considerati i fondi disponibili con il PNRR e le scadenze precise, che avrebbero stimolato azioni rapide ed efficaci. A ciò si aggiungono l’indebolimento delle procedure ambientali e il rischio di una nuova pesante urbanizzazione del paese».

Poi cos’è successo? Che iniziative avete intrapreso?

D.S.: – «La Lipu ha avviato un’azione forte di analisi, documentazione, proposte dettagliate e lobbying, che ha portato dapprima al recepimento delle nostre richieste nella relazione del Senato sul PNRR e, soprattutto, ha contribuito alla Proposta di Piano della transizione ecologica (PTE) che il governo ha da poco inviato alle Camere. Gran parte delle nostre richieste in tema di natura, in linea con la Strategia europea, sono ora presenti nel Piano. Seguiremo attentamente gli sviluppi affinché il Piano non sia indebolito e anzi migliorato, anche in termini di cronoprogrammi e finanziamenti».

Che differenza c’è tra il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il Piano italiano per la Transizione ecologica?

D.S.: – «Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) o Recovery Plan, nasce dalla crisi pandemica, la quale ha spinto l’Unione europea a creare un programma di rilancio, economico, sociale ed ambientale, chiamato Next generation Eu. E’ da questo programma che scaturiscono i vari Recovery plan nazionali, tra cui quello italiano. Il PTE è invece il piano generale italiano per la Transizione ecologica, cioè lo strumento che dovrà guidare la nostra transizione verso una società sostenibile. Per intenderci, il PTE è un programma più ampio e generale che contiene anche le misure ambientali presenti nel PNRR e mette a sistema i vari programmi esistenti, tra cui appunto lo stesso Recovery Plan».

La vostra azione è stata concertata con altre organizzazioni ambientaliste?

D.S.: – «In molti casi l’azione della Lipu avviene all’interno di coalizioni ambientaliste e comunque in accordo con altre organizzazioni. Nel caso del PNRR e del PTE, la Lipu sta lavorando soprattutto nel contesto della federazione di BirdLife International e del nostro ufficio di Bruxelles».

Danilo Selvaggi – terzo da destra – con una parte dello Staff della Lipu

Nel Piano si usano espressioni come “Trasformazione radicale degli assetti economici, industriali e sociali attuali” e anche “Una rivoluzione culturale”… sarà davvero così?

D.S.: – «Questo è il punto cruciale. Dobbiamo fare di tutto perché sia così».

Quali possono essere gli ostacoli principali a questa grande promessa di rivoluzione?

D.S.: – «In generale ne indicherei tre: l’azione di chi non vuole rinunciare agli attuali privilegi, la disattenzione della gente, il poco coraggio e la poca intelligenza della politica. Tuttavia io voglio pensare che questi tre fattori vengano capovolti: l’economia ripensa sé stessa, la gente si prende cura del pianeta, la politica sale di livello. La Lipu e le organizzazioni ambientaliste devono contribuire a che questo avvenga, al più presto».

Lei si aspetta qualche risultato tangibile a breve?

D.S.: – «Più che aspettarlo, opereremo perché sia così. Le prossime settimane sono piene di scadenze importanti. Ormai siamo nel tempo della svolta. Dunque sì, accadranno delle cose, a cominciare dai pareri che il Parlamento darà sulla Proposta di PTE».

Perché è tanto importante la biodiversità?

D.S.: – «Perché la nostra vita. E’ l’acqua, l’aria, gli alberi, il respiro, il cibo, i beni e servizi eco-sistemici, la magia delle foreste, la ricchezza dei suoli, il canto degli uccelli, la meraviglia della migrazione. E’ il tesoro del vivente, senza il quale semplicemente non esisteremmo. Ignorare la biodiversità è non sapere chi siamo. Trattare male la biodiversità è farsi del male».

Perché una organizzazione che nel suo acronimo si impegna nella protezione degli uccelli, segna una sua crescita attiva su temi più universalmente ambientali?

D.S.: – «Gli uccelli sono indicatori dello stato di salute dell’economia, della cultura e dell’ambiente, e dall’economia, dalla cultura e dall’ambiente dipende lo stato di salute degli uccelli. Noi siamo un’organizzazione con una missione speciale (la protezione degli uccelli) ma non certo con una visione specialistica e un pensiero dissociato. Attraverso questo pezzo di mondo che sono gli uccelli, la Lipu si occupa del mondo».

Danilo Selvaggi – Foto ©Marco Marianella

Chi è Danilo Selvaggi – Direttore generale della Lipu – BirdLife Italia, di cui è già stato responsabile dei rapporti istituzionali, è attualmente impegnato nel sostegno ad alcune azioni legislative parlamentari tra cui l’iter del Piano di Transizione ecologica, il recepimento della direttiva europea sulle energie rinnovabili, la proposta di legge sulla regolamentazione del lobbying, la modifica ambientale della Costituzione italiana.

È membro del Comitato nazionale per il Capitale naturale, con il quale ha contribuito alla Terza (2020) e la Quarta (2021) edizione del rapporto sul Capitale naturale in Italia.

Dal 2006 al 2008 è stato consigliere del Ministro dell’Ambiente per le normative naturalistiche, curando, tra le altre cose, la redazione e l’emanazione del decreto per le misure di conservazione della rete Natura 2000.

Cosa è LIPU

Lega Italiana Protezione Uccelli è l’associazione per la conservazione della natura, la tutela della biodiversità, la promozione della cultura ecologica in Italia. Con 30.000 sostenitori, quasi 100 Sezioni locali, oltre 600 volontari attivi, decine di operatori, tecnici, educatori, la Lipu è un punto di riferimento per la difesa della natura in Italia. Cura ogni anno più di 15.000 animali selvatici in difficoltà in numerosi Centri Recupero o di Primo Soccorso in varie parti d’Italia. Gestisce 30 Oasi e Riserve dove la natura è protetta e la gente può visitarla, conoscerla, innamorarsene.

www.lipu.it

Sabato, 25 settembre 2021 – n° 35/2021

In copertina: immagine grafica di Stefan Keller/Pixabay

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