Quanto arriva in Europa è tutto in regola?
di Laura Sestini
I 196 Stati del mondo non regolamentano in maniera uniforme le sostanze inquinanti in agricoltura, che poi ritroviamo come residui nell’alimentazione – che provocano anche importanti malattie come i tumori o gravi problemi neurologici, fino all’autismo.
Se nel corso degli anni la Comunità Europea ha preso provvedimenti, anche se molto ancora rimane da fare, abbassando le percentuali di tali sostanze sotto i livelli ritenuti dannosi per la salute, non si procede con la stessa linea di tutela dei consumatori – e della salute pubblica – in moltissimi altri Stati.
La riflessione prende spunto dalla morte di una bambina turca – Saliha Çakır – di soli quattro anni a causa del Clorpirifos, un’insetticida sì bannato in Turchia, ma poi non effettivamente controllato – un caso di fine 2019, confermato dall’autopsia sul corpo della piccolina. La ‘moderna’ California, dopo averne usate migliaia di tonnellate per la coltura della vite, finalmente bandisce il clorpirifos solo recentemente. E lo stesso speriamo si apprestino a fare altri Stati della federazione statunitense, impegnati attualmente sul dibattito di questi agenti chimici e loro ricadute sulla salute.
Il chlorpyrifos è una sostanza chimica neurotossica – messa al bando in Europa da gennaio 2020 – utilizzata soprattutto per le colture di frutta ed ortaggi, ed è già ampiamente studiata scientificamente e denunciata come pericolosa per l’alimentazione infantile e le gravi conseguenze che si riportano per i danni al cervello, capacità di ridurre il quoziente intellettivo fino alla disabilità psichica, autismo, disturbi dell’attenzione e iperattività. Oltre a squilibri ormonali e metabolici, che si esprimono anche in obesità, a causa della sua azione di interferenza endocrina.
Il caso della piccola Sahila, in Turchia è arrivato sin alle aule del Parlamento per merito del deputato HDP Rıdvan Turan, ed aveva portato in ospedale tutta la famiglia per aver ingerito melagrana trattata con abbondanti dosi di chlorpyrifos. La melagrana è un frutto molto consumato in tutta l’Asia minore ed il Medioriente, compresa la Turchia, soprattutto sotto forma di succo, di cui si possono trovare bancarelle lungo le strade principali che lo spremono al momento.
“Dopo questo incidente, l’uso di pesticidi nei prodotti agricoli in Turchia e l’inadeguatezza delle ispezioni e l’inefficacia del sistema di controllo delle applicazioni sono finalmente tornati sotto i riflettori – denuncia Turan in sede parlamentare”. A seguito dell’episodio che ha causato i decesso della bambina, Turan ha posto altri quesiti ai Ministri della Salute e dell’Agricoltura:“Qual è il motivo per cui il rapporto di medicina legale sulla morte di Saliha Çakır è stato annunciato due anni dopo? Quali sono i metodi del ministero per combattere i pesticidi in Turchia? Le sostanze vietate sono prodotte in Turchia? Da chi sono venduti? Qual è la ragione dell’uso diffuso dei pesticidi? Qual è il numero di adulti e bambini che si sono ammalati di cancro, hanno perso la salute e la vita a causa dei pesticidi nei prodotti agricoli turchi?”.
Il RASFF – il sistema di allerta UE sulla sicurezza alimentare (Rapid Alert System on Food and Feed), ha raccolto negli ultimi mesi 189 notifiche relative alla presenza di residui di clorpirifos in una grande varietà di prodotti di ortofrutta e vegetali provenienti dall’estero, per cui la Turchia è in cima alla lista con allerta sui peperoni, sull’uva fresca, uvetta e fichi secchi. Tra i Paesi mediterranei non si salvano neanche le arance dall’Egitto, Spagna e Marocco – che ricevono otto notifiche di allerta. Mentre l’India è allertata sui semi di sesamo, ormai divenuti molto usuali sulle nostre tavole.
La Wheat Association for Supporting Ecologic Life ha messo in guardia – attraverso uno studio effettuato – contro l’aumento degli avvelenamenti da pesticidi in Turchia e nel mondo.
Il numero di casi di avvelenamento da pesticidi nel mondo è aumentato da 25 milioni nel 1990 a 385 milioni nel 2020 – del 185% – secondo un nuovo studio pubblicato su BMC Public Health, una rivista peer-reviewed (valutazione tra pari che indica nel mondo della ricerca e dell’università, la valutazione critica che un lavoro o una pubblicazione riceve).
L’aumento dell’uso di pesticidi nello stesso periodo è stato dell’81%, afferma lo stesso studio – per cui sono stati esaminati i dati di 141 paesi.
Secondo il report, ogni anno circa il 44% degli 860 milioni di agricoltori e lavoratori agricoli nel mondo soffre di avvelenamento da pesticidi mentre 11 mila di loro muoiono a causa di questi.
Il deputato Turan HDP – nella sua denuncia ecologista – riporta altresì numerosi dettagli: “Gli articoli dell’ingegnere alimentare, e accademico, Bülent Şık, affermano che le analisi sui prodotti agricoli esportati dalla Turchia nei paesi dell’UE hanno rilevato pesticidi pericolosi e vietati.I prodotti alimentari esportati dalla Turchia vengono analizzati nel paese importatore ed i rapporti sulle analisi dei residui di pesticidi si trovano sul portale online europeo noto come ‘Sistema di allarme rapido per alimenti e mangimi (RASFF)’.Esaminando le registrazioni degli ultimi due anni, si evince che un veleno agricolo chiamato chlorpyrifos, nonostante sia stato bandito dall’aprile 2016 e definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una delle 12 sostanze velenose più pericolose per i bambini, è stato trovato in sia prodotti consumati in Turchia che prodotti esportati. Negli ultimi due anni, 273 campioni di prodotti importati dalla Turchia sono stati trovati ‘inappropriati’ e l’11% di essi includeva residui di chlorpirifos.”
https://www.theblackcoffee.eu/cosa-sono-i-pfas/
Sabato, 25 settembre 2021 – n° 35/2021
In copertina: foto di Ja ma/Unsplash