lunedì, Novembre 25, 2024

Italia

I politici dovranno riflettere sull’assenteismo elettorale

Perché le urne sono state disertate

di Ettore Vittorini

I risultati del ballottaggio elettorale hanno confermato la netta vittoria del centro-sinistra, o meglio del PD. Il partito dei 5Stelle – in profonda crisi – ha fatto da gregario nella battaglia per la conquista dei Comuni delle grandi città. A Roma Virginia Raggi era indifendibile, pertanto metà degli elettori grillini del primo turno si è riversata su Roberto Gualtieri che ha ottenuto più del 60%. Ma a Milano, Bologna, Napoli e Torino il PD non ha avuto bisogno di aiuti esterni.

A destra, Giorgia Meloni ha ammesso la sconfitta pur sottolineando che non è stata una debacle. E qui ha ragione perché Fratelli d’Italia nelle cinque grandi città è passato rispetto alle comunali del 2016 da percentuali che rasentavano il 2% a più del 10 e a Roma al 17%. L’aumento di voti sarebbe stato superiore se l’affluenza alle urne non fosse stata così scarsa, la più bassa nella storia elettorale dell’Italia democratica.
Il popolo delle periferie, soprattutto quello su cui la destra contava, non è andato a votare, mentre la medio piccola borghesia progressista dei centri cittadini – la cosiddetta società civile – ha accolto l’appello delle sinistre di recarsi alle urne. La vera debacle l’ha subita la Lega, il cui leader Matteo Salvini ha totalmente sbagliato la sua campagna elettorale ripetendo i suoi soliti slogan che non fanno più audience.

Nonostante questi risultati, la vera prova generale delle tendenze dell’elettorato e della forza dei Partiti ci sarà alle elezioni politiche del 2023 – o forse anche prima – che decideranno il futuro del Paese. E non sarà la società civile a decidere, ma una massa di popolazione scontenta, ormai distaccata dal mondo politico e dalle “parole incomprensibili” di coloro che ne sono i protagonisti.

La gente comune ha ormai smesso di occuparsi di politica – anche nella maniera più semplice – e non va a votare perché pensa che non serva a niente, oppure delega agli altri le scelte. E’ un errore gravissimo sul quale i partiti dovrebbero riflettere. Chi non vota continua però a mugugnare, a protestare e spesso a credere alle vaghe promesse dei vari capi di turno.

In realtà è tutto il mondo politico ad aver perso già da tempo: alla guida del governo è stato posto Mario Draghi, proveniente dalla Finanza nella quale ha lavorato così bene da essere stimato dal mondo intero. E da Primo ministro lui segue la sua strada superando – e spesso non tenendone conto – gli attacchi provenienti dall’interno della maggioranza, soprattutto quelli di Salvini che poi è sempre costretto a far marcia indietro.

Anche a queste elezioni molti sindaci eletti provengono dall’esterno: a Roma Roberto Gualtieri è stato ministro dell’economia nel governo Conte e ancor prima era commissario all’Unione Europea. Come avversari aveva lo sconosciuto Enrico Michetti per le destre, Carlo Calenda – anche lui ex ministro – e Virginia Raggi, l’ex sindaca molto contestata e riproposta dai grillini che non sapevano chi altro candidare.

Si spera che i partiti e lo Stato si rendano conto della gravità dell’assenteismo dell’elettorato dei Comuni. L’attuale sistema delle amministrazioni delle città deve cambiare totalmente a partire delle periferie che vivono nell’abbandono sociale e materiale. Per esempio il quartiere di Corviale – ai margini di Roma – un tempo più attento alla politica, ha disertato i seggi. Gli abitanti vivono in un casermone di nove piani lungo un chilometro, costruito negli Anni settanta dall’amministrazione del Pci a modello dell’Unité d’abitation, ispirandosi a quella di Le Corbusier di Marsiglia.

Avrebbe dovuto essere un esempio di efficienza con negozi, asili infantili, scuole e servizi pubblici. Invece il Comune lo ha abbandonato: gli ascensori non funzionano da tempo, i pochi negozi hanno chiuso e i locali per la comunità vengono usati da inquilini abusivi. Le strutture del palazzo sono malridotte per l’incuria e il vandalismo delle bande di ragazzi. Perciò la gente non è andata al seggio pensando che il voto non sarebbe servito a niente.

Sabato, 23 ottobre 2021 – n° 39/2021

In copertina: manifesto del ballottaggio di Roma – Immagine dal web, autore ignoto

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