Taiwan una delle cause della tensione
di Elio Sgandurra
La Cina possiede due Grandi muraglie: una è quella storica – patrimonio dell’umanità e meta del turismo internazionale – lunga circa 8mila chilometri e fatta costruire a scopi difensivi nel 215 avanti Cristo dall’imperatore Quin Shi Huang. L’altra, che risale ai tempi nostri, è completamente diversa e ovviamente non è mai stata presa in considerazione dall’UNESCO perché non possiede alcuna attrattiva e l’accesso è vietato a tutti i civili.
Inoltre non si trova sul territorio cinese ma sul mare, nelle acque che fronteggiano le coste della grande nazione. E’ formata da tante isole artificiali di cemento armato costruite su atolli e su bassi fondali, ognuna delle quali è una base militare con aeroporti, postazioni di missili e di altri armamenti ultramoderni. Tutte insieme formano una grande barriera difensiva che ha lo scopo di proteggere le coste cinesi, ma nello stesso tempo circonda l’isola di Taiwan e controlla le nazioni bagnate dallo stesso mare come il Giappone, le Filippine , la Corea del Sud – che hanno basi militari americane – il Vietnam.
I cinesi seguono ancora il detto del loro antenato Sun Tzu che dice: “La più grande vittoria è quella che si ottiene senza combattere”. Ma in occidente nessuno vi crede. Di recente Stati Uniti, Australia e Gran Bretagna si sono uniti nell’AUKUS, un sistema difensivo – e anche deterrente – formato da sommergibili atomici che navigheranno in acque internazionali vicine alla Cina e alla sua moderna “muraglia”. Pechino ha intensificato le sue pressioni e minacce su Taiwan riconfermando che l’isola appartiene al territorio cinese.
Su questo punto il presidente americano Joe Biden è stato esplicito: “Abbiamo preso il sacro impegno di difendere Taiwan proprio come difenderemo tutti i nostri alleati”. Come dire che gli USA sono pronti a usare le armi in aiuto dell’isola. E’ saltata anche la possibilità di un incontro al G20 col presidente cinese Xi Jinping che ha disertato il vertice sull’ambiente. A Pechino non interessa, nonostante il Paese sia tra i primi nel mondo per inquinamento.
Inoltre la Cina continua a essere considerata dagli Stati Uniti un “nemico commerciale”, come ai tempi di Trump. La presenza della nazione orientale si fa sentire pesantemente anche nel Terzo mondo – soprattutto in Africa – attraverso grandi interventi nelle infrastrutture e in aiuti non disinteressati. Costruisce strade, ferrovie, industrie, portandovi le sue tecnologie e la sua manodopera. In Europa controlla finanziariamente grandi imprese arrivando ad essere proprietaria di Case automobilistiche come la Volvo svedese e la Pininfarina italiana.
Sabato, 30 ottobre 2021 – n°40/2021
In copertina: Marines dell’Esercito Popolare di Liberazione Cinese – Foto: Lance Corporal J.J. Harper – U.S. Marine Corps