La compagnia teatrale Gogmagog porta in scena Raymond Carver
di Laura Sestini
Prima nazionale al Teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci, per il nuovo lavoro teatrale di Cristina Abati – testo e regia – liberamente ispirato alle opere dello scrittore statunitense Raymon Carver.
Scenografia minimale, giusto un tavolo, due sedie ed un televisore per tratteggiare un ambiente familiare dove la vita trascorre senza sobbalzi, ancorata ad una routine di azioni note e ripetitive che non hanno più ardore sentimentale o di semplice curiosità verso l’altro.
Sulla scena Cristina Abati e Carlo Salvador vestono i panni di una coppia di mezza età che rimane unita per inerzia, per abitudine, per, forse, non saper prendere strade alternative ad una vita quotidiana che non ha più attrattive e sentimenti verso il/la partner.
Due mondi paralleli – quello femminile e quello maschile – che si passano accanto ma non si incontrano più, e forse non si incontrano mai del tutto. Isole esistenziali di arcipelaghi separati nei linguaggi, nelle aspirazioni, nei sogni e desideri, nelle aspettative.
Un dialogo annoiato ed inesistente, frammentato, che solo l’alcool riesce a ravvivare superficialmente, trascinando poi in eccessi emotivi isterici e pregni di quella frustrazione tenuta a malapena sotto controllo.
Un telefono che squilla ripetutamente ma non trova mai risposta.
Paura della morte, sogni sviliti, ricerca di amore, visioni, incubi, allucinazioni, sussurri, pensieri martellanti, violenza psicologica.
“Sono morta dentro – confessa lei – sono diventata una pietra”. Indifferente rimane lui e cambia argomento.
Il supporto sonoro talvolta incalzante, psichedelico, disturbante, sembra ritmare le pulsazioni celebrali dei due personaggi, straniati e stranianti. Spaesati.
L’essere umano in fondo ha necessità di soddisfare pochi fondamentali sentimenti, di sentirsi amato, protetto, compreso. Al contrario i personaggi di Carver soffrono troppo spesso di isolamento esistenziale, a cui solo l’alcool dona una breve ed effimera, illusoria sensazione di calore. Egli stesso durante la complicata esistenza si è lasciato lusingare per anni dalle ‘bugie’ della bottiglia.
Gli attori sono bravi e convincenti nell’interpretazione che ricalca le personalità irregolari ‘investigate’ dallo scrittore statunitense. Personaggi che non riescono a comunicarsi il disagio, le frustrazioni, il bisogno di amore, ed allo stesso tempo hanno paura di accogliere, ma pure di essere completamente abbandonati.
Lo scavo psicologico rimanda sensazione di compattezza, di vicolo cieco senza vie di fuga, di non sapere in fondo chi sia ha davvero l’altro. I dont know you, mentre lui esce di scena e riappare e si esprime attraverso lo schermo della tv. Tutto questo è reale o solo un’illusione? Un gioco mentale, una visione? Un vortice di sensazioni che stravolge certezze. “Immaginiamo di essere diversi? – chiede lei.” Un’altra persona. Tutti possono immaginare. “Se fossi un’altra persona, non sarei qui – chiude l’argomento lui.” E parla d’altro.
Il lavoro verte non solo su una coppia che fatica a proseguire l’esperienza comune, che pare non avere coraggio, né di ricominciare daccapo, né di lasciarsi definitivamente. Il fulcro del lavoro drammaturgico focalizza sull’incomunicabilità degli esseri umani, dell’incapacità di ascoltare le richieste, le necessità dell’altro, neanche di colui/colei più prossimi.
Interessante l’ambientazione scenica, il ritmo spedito, nonostante i silenzi. Linguaggio drammaturgico articolato e multimediale ben amalgamato, martellamenti sonori ripetuti ed alienanti a sostegno di una performance che mette in evidenza la capacità attoriale degli interpreti e il format narrativo stringato dei brevi racconti della scrittura carveriana, a cui Cristina Abati si è ispirata.
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Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci – Via Gaetano Donizetti, 58 – (FI)
Sabato 20 novembre 2021 ore 21.00
Appena sotto a superficie tranquilla delle cose
liberamente ispirato ai racconti e alle poesie di Raymond Carver
testo e regia Cristina Abati
collaborazione al progetto Tommaso Taddei
immagini e video Ines Cattabriga
scene Eva Sgrò
produzione Gogmagog
con il sostegno di Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo
residenze presso Giallo Mare Minimal Teatro, Il Vivaio del Malcantone
foto di scena Laura Castellucci
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Sabato, 27 novembre 2021 – n° 44/2021
In copertina: una scena dello spettacolo – Tutte le immagini sono di Laura Castellucci (tutti i diritti riservati)