venerdì, Novembre 22, 2024

Notizie dal mondo

Corbevax: la schizofrenia dell’Occidente nei confronti del vaccino libero da brevetti

Inseguire il profitto o scegliere un percorso etico?

di Nancy Drew

La pandemia è probabilmente giunta ad un bivio necessario, che non richiede grandi riflessioni o convegni dal punto di vista etico, e soprattutto sanitario.

Mentre l’Occidente ancora si dimena tra mascherine, passaporti sanitari e conflitti politici sul daffarsi – alcuni su cui ancora indugiano in chiusure lockdown come nel 2020, ed altri annunciano la fine della pandemia e si preparano a riaprire tutte le attività – ecco che qualcosa di ‘differente’, inaspettato e controcorrente, è apparso all’orizzonte delle speranze dei cittadini del mondo. Un vero miraggio, soprattutto per i più poveri.

Il dibattito politico, medico ed economico sui vaccini è stato molto acceso in questi lunghi 22 mesi di ‘ufficiale’ emergenza sanitaria europea, italiana ed occidentale nell’insieme.

Sin dall’inizio degli studi compiuti per l’immunità dal virus, dal prodotto Pfizer, ad AstraZeneca e Moderna, la politica e la finanza da una parte e la popolazione mondiale dall’altra si sono trovate a perseguire differenti obiettivi, che non sono mai riusciti ad incontrarsi, nemmeno a sfiorarsi, per ipotizzare una soluzione comune.

Il risultato di questa dicotomia sociale è palesemente stato sottoposto a critiche di ‘esperti’ di più settori, soprattutto abbiamo sentito le voci di numerosi medici, infettivologi, biologi – tacciati spesso di essere quelli meno accreditati, a differenza dei luminari sotto i riflettori televisivi – sostenere che finché solo le popolazioni dei Paesi più ricchi avranno la possibilità di vaccinarsi (e lasciamo ad altro momento il risultato ottenuto), con classifiche tra nazioni sulle percentuali di cittadini raggiunti dall’inoculazione, ed il resto del mondo al palo in attesa del miracolo, il contrasto alla pandemia rimarrà una vana battaglia da vincere.

Ecco che nel caos di aperture e chiusure, sivax, novax, regioni di nuovo a colori e molti quesiti da risolvere, dal desertificato terreno del ‘bene comune’ spuntano due scienziati che ‘disturbano’ la rissosa routine pandemica: da qualche giorno infatti gira la notizia di due ricercatori in microbiologa – co-responsabili del Centro Centro per lo Sviluppo di Vaccini del Texas Children’s Hospital e Baylor College of Medicine della capitale Houston in Texas – che hanno portato a compimento, insieme alla loro equipe, lo studio di un vaccino a base proteica, ovvero che utilizza le proteine del virus. Un tipo di vaccino generato attraverso tecniche utilizzate in passato per i virus – dall’epatite all’influenza – che ha dimostrato ampiamente in precedenza essere affidabile e proteggere dalle malattie per cui è stato via, via studiato e prodotto.

Con detta tecnica, i microbiologi Maria Elena Bottazzi – di origine italo-honduregna – e Peter Hotez hanno sviluppato il vaccino Corbevax per la schermatura immunologica da SARS-CoV-2, il virus che genera la malattia Covid-19.

Cosa ha di speciale questo nuovo vaccino? Anche altri laboratori farmacologici stanno studiando vaccini a base proteica – come il Novavax in Italia – per raggiungere maggiore percentuale di copertura immunologica ed anche con l’intento di convincere i milioni di cittadini scettici che non si sono fidati delle moderne tecnologie utilizzate per i più famosi sieri finora in circolazione.

Ebbene, la ventata di novità che infonde alla pandemia Corbevax è di essere il primo vaccino libero da brevetti: ‘il vaccino per il mondo’ come lo ha titolato Maria Elena Bottazzi.

Lo studio del vaccino risale sin dalla fine del 2020 – e nonostante sia in attesa di essere approvato da OMS, è già stato autorizzato in India, Paese che ha collaborato al suo sviluppo attraverso un centro farmacologico locale. Il vaccino è testato per la copertura all’80% della variante Delta, mentre continua lo studio per la messa a punto anche su Omicron.

E’ questo un vaccino pensato per essere prodotto in larga scala, soprattutto per i Paesi meno sviluppati o più poveri poiché, oltreché non rivendicare alcuna proprietà intellettuale, ha il vantaggio del modico prezzo con cui può essere messo in commercio, un Euro e 50 centesimi – la metà di AstraZeneca, e contro i 21 Euro di Pfizer – e di facile conservazione.

Paesi come il Sudafrica e l’India possono produrlo in proprio, senza dover ‘elemosinare’ dai ricchi parenti occidentali, ed anche altri Stati asiatici si stanno interessando al vaccino ‘etico’, il primo grande risultato alla risonante campagna per l’accesso al vaccino – al netto di profitto economico – per tutta la popolazione mondiale https://noprofitonpandemic.eu/it/ a cui hanno aderito scienziati ed esperti, tra cui il medico italiano Vittorio Agnoletto, organizzazioni civili, onlus e gruppi politici. Un’ intensa iniziativa popolare europea.

Al momento nessuna azienda statunitense o europea ha avanzato collaborazioni per la produzione di Corbevax, e neanche è ponderabile che possa essere autorizzato da FDA ed EMA, le rispettive agenzie per l’immissione in commercio dei farmaci. Quindi la domanda potrebbe essere: fin dove arriva il limite del profitto economico delle multinazionali del farmaco nel confronto con la volontà di sconfiggere la pandemia a livello globale?

Intanto i due ricercatori fanno sapere che non sono interessati ai guadagni, per loro è stata una dovuta scelta morale.

Sabato, 22 gennaio 2022 – n° 4/2021

In copertina: Maria Elena Bottazzi e Peter Hotez. Foto: Texas Children’s Hospital’s Center for Vaccine Development

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