I diritti delle donne vanno a ritroso
di Laura Sestini
Non siamo qui per lamentarci, o per rammentare ancora quanto vada a rilento lo sradicamento della tradizione patriarcale da cui tuttora non siamo libere neanche nella mentalità dei nostri fratelli, figli, padri e compagni. In questo preciso momento storico abbiamo il dovere di allargare lo sguardo, non solo per le guerre in corso in tutto il mondo, ultima di cui l’Ucraina con la Russia, bensì trasversalmente a molti più ambiti che si intrecciano e che determineranno il nostro futuro; dalla sopravvivenza ai soprusi quotidiani, alla mancanza di lavoro, alla guerra con le armi, alla sostenibilità ambientale che giocherà un ruolo fondamentale per la vita di tutti sulla Terra, nei prossimi anni.
Ogni anno, dall’istituzione della Giornata internazionale dei diritti della donna nel 1908 negli Stati Uniti, e festeggiata a partire dal 1945 anche in Italia, le donne ripercorrono la strada di lotta per i diritti violati, le violenze subite, le disuguaglianze con la parte maschile della società, attraverso manifestazioni popolari che, soprattutto negli anni ’60/70/80 nel mondo occidentale, hanno dato buoni frutti. Poi è seguito un lungo periodo un po’ sottotraccia, fino a che altri raggruppamenti di mobilitazione femminile, rinnovati anche nelle forme di espressione mediatica, si sono ripresentati più recentemente con il movimento transnazionale ‘Non una di meno’ o ‘MeToo’.
Contro la violenza sulle donne, fenomeno molto più evidente che in passato a tutte le latitudini.
Dal 1972 anche le Nazioni Unite hanno sostenuto, con tre Risoluzioni – 3010/ 3520/32_142 – i diritti delle donne, con l’auspicio di realizzare una effettiva parità di genere entro il 2030.
Ecco che abbiamo fatto un riassunto cronologico abbastanza grossolano – ne siamo consapevoli – giusto due veloci note storiche di riferimento.
L’otto marzo 2022 – mentre non siamo completamente fuori dall’emergenza sanitaria – ci ha portato qualcosa di ancora più inaspettato e terribile: la guerra. Troppo vicina per non essere contemplata in tutte le sue potenziali conseguenze.
Riteniamo che questo giorno dedicato ai diritti delle donne, debba essere soprattutto un momento di riflessione, senza troppi sfarzi e festeggiamenti consumistici.
Amiamo la mimosa, ma siamo attente anche alla sostenibilità ambientale che è completamente travisata con i miliardi di mazzettini gialli incellofanati da regalare durante la giornata dedicata alle donne; così si producono rifiuti, paghiamo prezzi troppo alti per le poche ore che le sgargianti ciocche di mimosa rimangono belle da vedersi, e si induce inquinamento atmosferico attraverso il riscaldamento delle serre destinate alla loro coltivazione. Meglio acquistare o regalare un alberello da trapiantare in giardino, di cui poter godere negli anni a venire, o un fiore in vaso.
Un caloroso, spontaneo e amichevole abbraccio, sarà comunque sempre benvenuto.
Soprattutto la lotta ai diritti delle donne, non deve essere relegata alle ricorrenze del calendario. Certo, anche, magari trovando spunto per sostenere, anche solo moralmente, una donna che possa necessitare di un qualche aiuto.
La ‘lotta’ vera, però è quella quotidiana: in famiglia, in ambito lavorativo e sociale, per strada, al supermercato, ovunque. Ogni donna può fare la differenza lì dove si trova, nel momento preciso dove ce n’è bisogno, per contrastare mentalità ed azioni non dignitose, verso se stesse o altre donne.
E’ necessario raccogliere tutto il coraggio per fare un piccolo passo avanti, ma è questa un’azione quotidiana indispensabile per migliorare la nostra personale condizione ed anche di tutte le donne del mondo.
Sabato, 5 marzo 2022 – n° 10/2022
In copertina: generi a confronto. Foto: Kellepict/Pixabay