Dalla GKN all’Italia intera
di Laura Sestini
L’ultima tappa di ‘Insorgiamo tour’ degli ex lavoratori della GKN di Campi Bisenzio – prima della manifestazione nazionale indetta per sabato 26 marzo a Firenze – si è fermata a Livorno – e non era la prima volta. Livorno è una città che percepisce sempre in modo molto attivo le istanze dei lavoratori, essendo essa stessa città operaia e portuale, e sede di quel Partito Comunista D’Italia, fondato nel 1921, che voleva proprio emancipare il proletariato, la classe operaia, la sinistra storica e le rivendicazioni dei lavoratori, rispetto alla classe imprenditoriale.
Da allora è passato un secolo, ma non siamo troppo lontani dal dover ricominciare tutto daccapo; anzi, con le multinazionali e la globalizzazione neoliberista, la lotta appare ancora più erta.
La narrazione dei due referenti del Collettivo di Fabbrica GKN presenti a Livorno riprende dalla data del 20 settembre 2021; quanto successo precedentemente è sotteso, dato già per noto anche a chi è poco attento all’evoluzione delle rivendicazioni dei 422 lavoratori licenziati, e poi fino all’entrata in scena del Gruppo Borromeo, che a dicembre comunica di aver acquisito totalmente GKN Driveline Firenze.
La data citata racchiude un punto fermo importante: il Tribunale del Lavoro di Firenze emette una sentenza a seguito dell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori – proposto dall’Rsu di GKN, le organizzazioni sindacali di categoria e i confederali – differente da altre vertenze sindacali. Se anche in altri casi di vertenza, le sentenze hanno avuto esiti positivi, ciò nonostante, queste non hanno annullato le procedure di licenziamento dei lavoratori.
Oltre al giudice del Tribunale del Lavoro di Firenze, che ha dato ragione su tutta la linea di contrattazione sull’articolo 28, e tutte le eccezioni presentate, la convinzione è che la spinta decisiva a ciò che è successo a seguire, l’abbia data la manifestazione nazionale del 18 settembre, sempre ‘giocata in casa’, a Firenze.
Da quel momento, la strada imboccata – quella della mobilitazione – ha dato maggiori frutti e certezze che fosse la via giusta da perseguire. Senza mobilitazione i lavoratori, nonostante le proprie ragioni, sono energie disperse. Al contrario la mobilitazione del Collettivo di fabbrica GKN – una stella cometa nella notte oscura e tetra del neoliberismo – ha attirato tante persone che si sono sentite chiamate in causa.
Gli ex dipendenti di Gkn, alla manifestazione del 18 settembre non difendono solo i loro posti di lavoro, ma quelli della collettività, del territorio. Quei posti di lavoro che poi in futuro potrebbero essere di altri. In tutte le realtà di precariato, non si può rinunciare a difendere i posti di lavoro, sarebbe distruggere l’occupazione e lo stesso tessuto industriale e civile. Non difendere il lavoro va contro al dettato costituzionale, che afferma che la Repubblica è fondata sul lavoro.
Per difendere la concretezza del lavoro, oltre al dissenso per le scelte esclusivamente economiche delle grandi multinazionali a discapito dei dipendenti – che in fin dei conti sono solo dei soggetti senza volto, una massa indefinita – è necessaria la mobilitazione, unica ‘arma’ pacifica, ma potente, a disposizione dei lavoratori. Molte mobilitazioni, di tante differenti realtà, e non solo in tema di lavoro. D’altronde in Italia ci sono molti diritti, dati per acquisiti definitivamente, che al contrario, tuttora, hanno bisogno di esser difesi, protetti, reclamati, nuovamente evocati dalla Carta Costituzione, rimasta dimenticata in fondo a qualche cassetto polveroso.
Affidarsi ai Tribunali per le controversie sindacali, senza manifestare il dissenso pubblicamente, pare non essere sufficiente per avere buoni risultati. Attendere sentenze in silenzio, fiduciosi dei propri diritti, si riflette in maniera più ambigua sulle vertenze. La mobilitazione fuga ogni dubbio, impone l’ascolto di chi si mobilita per la propria causa, precludendo alle multinazionali di muoversi in sordina per licenziare, spostarsi, delocalizzare, trovare scappatoie legali.
La manifestazione del 18 settembre non dimostra solo il dissenso di qualche centinaio di lavoratori licenziati con una perentoria email, bensì la disapprovazione di tutti coloro che hanno condannato quell’azione. Era giunto il momento di agire e reagire, senza mettere la testa sotto la sabbia, o mentendo a se stessi che ciò non potesse riguardarci. Che ‘andrà tutto bene’.
Ad oggi, l’opinione pubblica, per quello che legge dai giornali, è convinta che alla GKN vada davvero tutto bene, ma non è assolutamente così. Rimane sempre un punto interrogativo, ed è proprio quel punto che mantiene viva la vertenza sindacale. Ci sono molte realtà di precariato sul territorio nazionale, è necessario mobilitarsi e convergere. Ciò che stanno attuando gli ex lavoratori della GKN – per cui ancora non ci sono minimi indizi di come verranno reimpiegati – è anche grazie all’organizzazione che si erano dati, in tempi non sospetti, preventivamente, come Collettivo di fabbrica per portare avanti le istanze, le esigenze della vita di lavorativa di tutti i giorni.
Alla data del licenziamento – il 9 luglio 2021 – è in virtù a quella struttura di base già esistente che il dramma della disoccupazione non si è trasformato in disperazione, ma ha intrapreso la via della mobilitazione, dell’occupazione della fabbrica (https://www.theblackcoffee.eu/litalia-e-ancora-una-repubblica-fondata-sul-lavoro/).
Congiuntamente al presidio permanente in fabbrica arriva lo squadrone dei picchiatori inviati dalla multinazionale a proteggere la proprietà, dimenticando che la fabbrica è dei lavoratori; senza questi essa non potrebbe esistere.
Troppo facile accaparrare i profitti e poi spostarsi altrove.
Nasce quindi la manifestazione del 26 marzo 2022, la rinnovata mobilitazione. L’importante è essere presenti, non essere convinti che qualcuno risolva i problemi dei lavoratori. Neanche di quelli che hanno già firmato accordi in sede ministeriale, neppure loro sono ‘salvi’.
La situazione attuale in GKN è ancora più complicata, nonostante la tanta solidarietà e l’acquisto della fabbrica da parte del Gruppo Borromeo.
‘Insorgiamo’, il 18 settembre ha dato frutto alla convergenza delle mobilitazioni più variate; adesso non è solo un’istanza, ma piuttosto una domanda a cui tutti gli Italiani dovrebbero darsi una risposta.
Sabato, 26 marzo 2022 – n° 13/2022
In copertina: locandina della manifestazione nazionale del 26 marzo a Firenze – Collettivo di fabbrica GKN