lunedì, Dicembre 23, 2024

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Primo Maggio internazionale

La crisi economica dettata dalla pandemia e dalla sopravvenuta guerra in Ucraina forza i lavoratori a non scendere a compromessi

di Laura Sestini

La pandemia, e adesso la guerra in Ucraina che si è accavallata, stanno portando molto disagio alle famiglie, e soprattutto ai lavoratori della maggioranza dei Paesi del mondo, anche se diversificati per settore, i quali salari iniziano a risultare troppo striminziti a causa degli aumenti dei prezzi dei carburanti, del cibo e delle risorge energetiche.

Tra i più arrabbiati, negli Stati Uniti, risultano gli insegnanti e gli operatori del settore sanitario, ma una situazione simile si verifica anche in Australia, mentre in India gli agricoltori, che dopo un anno di manifestazioni talvolta anche turbolente, avevano ottenuto delle concessioni dal Governo del Primo ministro Modi, adesso sono nuovamente all’attacco.

Complice la crisi economica, energetica ed anche dei cereali, che in maniera trasversale coinvolge molti Paesi, il Primo Maggio 2022 ha la potenzialità di riempire internazionalmente molte piazze in segno di protesta, piuttosto che essere commemorato con la tradizionale uscita fuori porta – tra baccelli, pecorino e buon vino rosso – per il successo ottenuto per i diritti dei lavoratori attraverso le battaglie sindacali violente e di lontana memoria – in terra statunitense – già durante la Rivoluzione industriale. In Italia Festa dei Lavoratori fu istituita ufficialmente nel 1890, e la unisce ad almeno un centinaio di altri Paesi al mondo, alcuni anche non propriamente democratici.

Negli Stati Uniti gli insegnanti stanno manifestando da tempo contro i propri Governi locali, ma anche contro il Congresso federale, le cui soluzioni al contenimento della pandemia in primis, ed ora sulla questione della guerra, sembrano non incontrare molto consenso nella classe lavoratrice.

Rochelle, un’insegnante di Scienze delle scuole superiori in Michigan – con 24 anni di esperienza e membro attivo del Michigan Rank-and-File Educators Safety Committee – spiega perché parteciperà alla manifestazione del Primo Maggio nella sua città: – «I politici non rappresentano il popolo della classe operaia; questi rappresentano un’oligarchia che vuole far andare avanti l’economia senza preoccuparsi delle perdite e dei danni che provoca. Ciò sta accadendo in tutto il mondo. Parteciperò al raduno – e sto invitando altri lavoratori a fare lo stesso – a causa della pandemia, della guerra in Ucraina e della crisi climatica. Inoltre, è importante manifestare quanto tutti stiamo lottando economicamente. Siamo stati calpestati da più direzioni, dai leader che noi abbiamo eletto, dai capitalisti e pure dai sindacati, ma è la classe operaia quella che fa il lavoro vero e proprio e produce i profitti. Abbiamo bisogno di trovare un modo per essere uniti e fare ciò che è giusto per tutti, non solo per i pochi ricchi. Dobbiamo fermare questa guerra ed affrontare la pandemia, perché non c’è modo di sfuggirgli. [….] Sfortunatamente la maggior parte delle persone non capisce cosa succeda dietro le quinte per quanto riguarda la guerra, convinti che stiamo cercando di proteggere l’Ucraina. Il Governo sta censurando le informazioni sia sulla guerra che sulla pandemia. Stanno cercando di mettere a tacere coloro che si oppongono alla guerra, come Julian Assange e Scott Ritter. […] Nessuno ne beneficia tranne i ricchissimi, questa è un’oligarchia. Credo che l’incontro del Primo Maggio sarà importante per unificare i tanti gruppi di lavoratori in tutto il mondo. Ci vorrà uno sforzo collettivo di tutti per fermare sia la pandemia che questa guerra. Tutti i soldi dirottati nella guerra dovrebbero essere destinati in primo luogo per prendersi cura della pandemia».

Attualmente negli Stati Uniti circa il 50% della popolazione risulta positiva al Covid 19 – variante Omicron. Per tre quarti del totale il virus colpisce i bambini.

In Gran Bretagna, ampi settori della classe operaia stanno attualmente spingendo per un’azione sindacale, inclusi 40.000 lavoratori delle ferrovie che hanno dato il loro consenso per uno sciopero nazionale, ed un numero simile di lavoratori di BT – settore telecomunicazioni – minaccia di fare lo stesso. Decine di migliaia di dipendenti universitari hanno attuato settimane di sciopero durante l’ultimo anno accademico e recentemente rinnovato la loro volontà di continuare a lottare per gli aumenti salariali che compensino l’inflazione. Il 3 maggio è fissato un raduno per i lavoratori degli uffici postali del Regno Unito, per opporsi al rifiuto della Royal Mail di concedere un aumento di stipendio per il 2021-22. Inoltre, sono previsti scioperi dei vigili urbani, dei lavoratori delle raffinerie, dei metalmeccanici, più dei lavoratori pubblici in Scozia.

In Algeria si è svolto uno sciopero generale di grande affluenza che ha coinvolto numerosi sindacati del settore pubblico, compresi gli insegnanti. I partecipanti hanno protestato contro l’aumento del costo della vita, in particolare i prezzi crescenti degli alimenti di base, come olio da cucina, latte e grano.

In Sudafrica i lavoratori del comparto minerario della multinazionale Sibanye Stillwater sono in sciopero da tre mesi per un aumento della retribuzione, considerata da schiavisti. Altri 14 mila conducenti del trasporto pubblico potrebbero entrare in sciopero per l’aumento salariale. Alle minacce di sciopero si uniscono i dipendenti degli acquedotti e gli agricoltori.

In Senegal sono gli operatori del settore sanitario nazionale che contestano le misere condizioni in cui versano gli ospedali, difendendo il comparto delle ostetriche, dopo che una madre e il suo neonata erano deceduti.

In Namibia, in sciopero sono i pescatori, dopo che avevano chiesto la riduzione dell’orario di lavoro da 18 a 14 ore al giorno, ma sono stati sospesi e gli sono stati addebitati capi di imputazione per cattiva condotta.

In Mozambico sono gli operatori del trasporto privato in crisi, per l’aumento dei carburanti.
La Federazione mozambicana delle associazioni di trasporto su strada (Fematro)
ha dichiarato che il Governo dovrebbe risolvere la questione del prezzo. Se questo salirà ancora, e lo Stato non sarà in grado di aiutare, il trasporto su strada dovrà fermarsi.

Migliaia di insegnanti nella Cisgiordania palestinese hanno abbandonato quello che è stato descritto come il più grande sciopero di massa in corso dal 2016. Gli insegnanti hanno preso parte a uno sciopero di tre settimane, indetto dal Movimento degli insegnanti della Cisgiordania (GUPT), per protestare contro l’aumento del costo della vita, le indennità inadeguate per figli e i coniugi e gli arretrati salariali. Il GUPT si è innervosito per il crescente livello di sostegno che lo sciopero stava ottenendo e per timore di repressioni ha sospeso l’azione e ha firmato un accordo con il Ministero dell’Istruzione.

In Egitto sono migliaia i riders ad aver incrociato le braccia, e messo a riposo le gambe, per le condizioni di sfruttamento lavorativo.

In Iran – nonostante le autorità – stanno scioperando in moltissime città gli insegnanti, oltre i lavoratori del comparto petrolifero di differenti impianti.

Dopo quattro mesi si conclude lo sciopero dei lavoratori dell’industria cartaria in Finlandia, mentre in Belgio un recente sciopero nazionale ha incluso tutte le categorie sindacali. In Olanda sono i dipendenti della Compagnia aerea KLM ad essere in agitazione, in Francia alcuni settori metallurgici, in Germania il settore degli asili nido, ed in Spagna i dipendenti delle profumerie Douglas, che rischiano di essere licenziati a migliaia.

Primo Maggio in Italia negli Anni ’50
Immagine di dominio pubblico

In Italia regna il silenzio, evidentemente va tutto bene.

Recentemente un giudice federale texano ha emesso una sentenza, a conferma di un precedente ordine anti-sciopero, contro 17.000 macchinisti e ingegneri della BNSF Railway – Burlington Northern Santa Fe in California. L’ingiunzione originale era stata emessa a marzo, dopo che i lavoratori avevano votato a stragrande maggioranza per scioperare contro la nuova politica di presenza sul lavoro “Hi Viz” dell’azienda, un sistema basato su punti, progettato per ‘spremere’ più disponibilità dalla forza lavoro esistente ed aprire la strada ai licenziamenti ed al taglio dei costi, meccanismo che i lavoratori hanno considerato un grave assalto ai diritti democratici.

Secondo alcune categorie di scioperanti statunitensi, di fronte ad una massiccia ripresa della lotta di classe – guidata dalla diffusione incontrollata del Covid-19 nei luoghi di lavoro, dall’inflazione galoppante e dagli orari di lavoro impossibili, oltre che dal conflitto in Europa – la classe dirigente capitalista statunitense sta riesumando tutti i metodi antidemocratici utilizzati per schiacciare la resistenza dei lavoratori come fu per le generazioni precedenti.

Tra i lavoratori inizia a serpeggiare l’idea che il capitalismo statunitense stia cercando di disciplinare la classe operaia mentre si prepara alla guerra.

Sabato, 30 aprile 2022 – n° 18/2022

In copertina: Il quarto stato – Dipinto di  Giuseppe Pellizza da Volpedo – Dominio pubblico

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