domenica, Novembre 24, 2024

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A Mosca una parata rivolta al passato

Intanto l’Europa prende le distanze da USA E NATO

di Ettore Vittorini

La parata militare del 9 maggio sulla Piazza Rossa si è svolta senza trionfalismi. Alla manifestazione era assente la commemorazione di quella vittoria sull’Ucraina su cui Putin sperava è che non è avvenuta e forse non avverrà mai. Non è stata mostrata la famigerata “ Z “ impressa sugli automezzi militari che accompagnano l’invasione.

In un discorso dai toni bassi, il Presidente russo ha ricordato la vittoria del 1945, quando le truppe sovietiche sbaragliarono quelle naziste arrivando sino a Berlino, ponendo fine alla Seconda guerra mondiale che soltanto all’URSS aveva provocato 25 milioni di morti tra militari e civili. Per la prima volta ha anche ricordato i soldati russi morti e feriti nel corso della recente “operazione speciale” dell’invasione. Alcun accenno sulla scia di morte degli oligarchi – il numero è salito a nove in pochi mesi – deceduti in circostanze misteriose.

Ma la sostanza delle parole del capo del Cremlino non è cambiata:” In Ucraina siamo stati costretti a intervenire perché minacciati dai nazisti e dalla NATO”, ha dichiarato, tra l’altro, senza aggiungere niente di nuovo alla solita retorica. La sua guerra nel Paese invaso prosegue senza soste con bombardamenti su obiettivi civili come l’ultimo a un supermercato di Odessa.

Sull’altro fronte ha avuto toni alti e minacciosi l’intervento di due giorni prima del segretario generale della NATO, Jens Stoltemberg, in un’intervista concessa al quotidiano tedesco Die Welt nella quale aveva affermato che “l’Alleanza non accetterà mai di dare la Crimea ai russi”, rispondendo così alle dichiarazioni rilasciate dal presidente ucraino Zelenskyj al think tank britannico Chatam House. “I nostri ponti metaforicamente non sono andati distrutti, si può tornare al 23 febbraio”, ha detto facendo capire di essere disposto a trattare sulla Crimea. Poi alla domanda su cosa pensasse riguardo alle dichiarazioni del presidente Biden che vuole la sconfitta e l’uscita di scena di Putin, ha risposto: ”A me non interessano i destini dei leader; invece non voglio perdere 11 milioni di cittadini sotto occupazione e devo riportare a casa i 5 milioni fuggiti dal Paese.”

Non c’è dubbio che il leader ucraino abbia voluto rilanciare nuove possibilità di trattative. Lo ha capito persino il nostro ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha commentato favorevolmente l’intervento di Zelenskyj, dichiarando:” È un’apertura importantissima; ora tocca a Putin”.

Invece Stoltemberg ha gettato benzina sul fuoco, forse su suggerimento di Washington. Si tratta di un atteggiamento inaccettabile quello del segretario della NATO, un norvegese che è stato leader del partito laburista, ministro in diverse occasioni e figlio del più noto Thorvald anche lui ex ministro divenuto poi alto commissario dell’ONU per i rifugiati e rappresentante per la ex Jugoslavia. Insomma una famiglia di politici norvegesi di alto livello.

Con il suo arrogante intervento il figlio Jens ha praticamente considerato l’Ucraina un Paese appartenente alla NATO – cosa che non esiste – violandone la sua indipendenza decisionale e offrendo a Putin un aggancio per le sue polemiche contro l’Alleanza.

Di fronte a questo exploit avventato, l’Unione Europea – già divisa nella scelta di una politica comune sulla guerra, è rimasta sconcertata. Tra i leader europei riuniti a Strasburgo per festeggiare l’anniversario della nascita dell’Unione, il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che la guerra deve finire al più presto e gli equilibri europei andranno ricostruiti senza spirito di vendetta e senza umiliare Mosca. Faceva riferimento alla pace di Versailles del 1919 che umiliò e affamò la Germania il cui popolo poi aderì quasi all’unanimità al regime nazista.

Anche il nostro presidente del Consiglio Mario Draghi in visita a Washington, ha espresso di fronte al presidente Biden le stesse opinioni del capo dello Stato francese. “L’Europa unita vuole la pace e dobbiamo accordarci insieme per raggiungerla, Stati Uniti e Russia si parlino”, ha detto. Ha anche aggiunto che dovrà essere l’Ucraina a decidere il suo destino. Parole che sembrano una netta risposta alle dichiarazioni di Stoltemberg.

Anche se nell’incontro con Biden è stata proclamata una “perfetta identità di vedute” tra Europa, USA e NATO, le dichiarazioni di Macron e Draghi, si distaccano dalla politica oltranzista americana. I due Paesi che essi rappresentano, insieme a Germania, Spagna e Portogallo vogliono subito fermare il massacro.

Sabato, 14 maggio 2022 – n° 20/2022

In copertina: la parata militare del 9 maggio a Mosca in memoria della vittoria sul Nazismo. Foto – РИА Новости – http://duma.gov.ru

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