domenica, Novembre 24, 2024

Italia, Politica

Salvini milanista e pacifista voleva andare a Mosca

Irritazione generale per l’ultima trovata del capo della Lega

di Ettore Vittorini

Lunedì scorso nel talk show della “7”, quando la conduttrice Lilli Gruber ha chiesto all’ospite Massimo Cacciari cosa pensasse dell’intenzione di Matteo Salvini di recarsi a Mosca, lui dopo qualche attimo di esitazione ha risposto con la sua nota irruenza: “Ma chi se ne frega di Salvini”.

Poi dopo le contestazioni di un altro ospite e l’imbarazzo malcelato della Gruber – sempre impeccabile nel suo abbigliamento “firmato” – il filosofo ha spiegato che dare tanta importanza a Salvini “viaggiatore”, di fronte a quanto accade in Europa e nella vita politica italiana, era eccessivo.

Se alle “sparate” di Salvini – e sono tante e tutte riprovevoli – venisse dato molto meno spazio forse la sua immagine tanto apprezzata da un certo tipo di elettori, verrebbe svilita. Ma non è possibile tacere sul suo ultimo comportamento – diciamo stravagante – dal momento che è un senatore e leader di un importante partito; è stato ministro degli Interni; oggi partecipa alla maggioranza di governo.

Infine la pianificazione del viaggio a Mosca, preparata dal suo “consigliere diplomatico” Antonio Capuano, a partire dall’incontro di entrambi con l’ambasciatore russo a Roma, non può passare sotto silenzio, tanto più che non è stato concordato con nessun rappresentante delle istituzioni e neanche con i membri più autorevoli del suo partito.

Tutto questo si aggiunge ai peccati “veniali” come la sua recente partecipazione al gruppo di scalmanati che festeggiavano la vittoria del Milan nel campionato di calcio. Il “capitano” indossava la maglia rossonera e lanciava a squarciagola tanti vaffa… – completando la parola – contro l’Inter, la squadra avversaria.

Un uomo politico non può permettersi queste uscite: vi immaginate un Andreotti, un Togliatti, un Berlinguer e tanti altri politici della Prima repubblica, festeggiare seppure in modo più civile, la vittoria delle proprie squadre del cuore? Sarebbe stato impensabile: si è saputo da poco tempo che Andreotti teneva per la Roma, ma lui si è sempre ben guardato dal farlo sapere in giro.

L’ultima di Salvini, cioè l’annuncio di volersi recare a Mosca “per una missione di pace”, espresso senza informare Draghi, il ministro degli Esteri e i membri leghisti, non può essere affrontata soltanto con il sarcasmo di sempre. È un gesto molto grave che coinvolge il governo e la posizione dell’Italia, in seno alla EU e alla Nato, nei confronti della Russia. Esprime la negazione della strategia del presidente del Consiglio, condivisa dai partiti della coalizione, Lega compresa alla quale appartiene il ministro Giancarlo Giorgetti che ha subito richiamato il suo capo di partito affermando: “Bisogna muoversi in concerto col governo”. Sono critici anche i presidenti del Veneto Luca Zaia e del Friuli Massimiliano Fedriga. Il vice segretario della Lega, Lorenzo Fontana, con cui Salvini si era consultato sul progetto di recarsi a Mosca, gli aveva suggerito: “Il viaggio può essere più rischioso che fruttuoso”.

Di fronte al coro di critiche provenienti da tutti i partiti, alla fine il leader leghista ha rinunciato alla sua “missione di pace” dichiarandosi martire di “un linciaggio a reti unificate”. Ha concluso che parlerà con Mosca via telefono e Internet.

Intanto il Copasir – Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – ha aperto una procedura sulle attività “diplomatiche” con Mosca di Capuano, che non è un parlamentare. È il minimo che si potesse fare dati i rapporti di “amicizia” che da tempo corrono tra la Lega e il Cremlino e dei quali si era anche occupata la magistratura italiana.

È certo che sulla lunga amicizia di Salvini verso la Russia di Putin – e anche quella più mascherata di Grillo – non esistono ombre di complotti contro lo Stato. Si può parlare di ideologie populiste – come accade in Ungheria – che Mosca ha alimentato volentieri. Il “capitano”, ben conscio del calo di consenso degli elettori, fa di tutto per mettersi in evidenza, ma purtroppo per lui non ne azzecca mai una. Se prenderà qualche voto in più per la sua immagine di “uomo di pace”, ne perderà molti dai tifosi dell’Inter.

Sabato, 4 giugno 2022 – n° 23/2022

In copertina: Matteo Salvini e le foto con i fans del Milan – Fermo immagine da video

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