venerdì, Dicembre 27, 2024

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75° Anniversario delle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki

Funeree carezze abitano l’animo umano

di Laura Sestini

Secondo l’avvocato americano Francis Anthony Boyle, professore di Diritto Internazionale presso il College of Law dell’Università dell’Illinois e difensore dei diritti umani, la razza umana è sull’orlo dell’autoestinzione come specie, e con essa morirà la maggior parte, se non tutte le forme di vita intelligente sulla Terra, a causa delle armi nucleari.

Qualsiasi tentativo di fugare l’ideologia del nucleare – sostiene Boyle – e il relativo mito che propugna la legalità delle armi nucleari e la deterrenza nucleare, deve venire rapportata con il fatto che l’era nucleare è stata concepita nei peccati originali di Hiroshima e Nagasaki il 6 e il 9 agosto 1945. I bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki costituirono crimini contro l’umanità e crimini di guerra definiti dalla Carta di Norimberga dell’8 agosto 1945 (promulgata due giorni dopo Hiroshima e un giorno prima di Nagasaki) e violarono diverse disposizioni di base del Regolamento allegato alla Convenzione dell’Aja del 1907 e tutti i successivi accordi sovranazionali riguardanti i conflitti bellici ratificati fin ad allora”.

Negli Stati Uniti, il dibattito sui bombardamenti atomici – una controversia che ha costretto la Smithsonian Institution (eminente istituzione di istruzione e ricerca con annesso un importante museo, amministrato e finanziato dal governo degli Usa) ad abbandonare la propria mostra su Enola Gay, pianificata nel 1995 – continua senza sosta ancora oggi, dopo 75 anni, creando confronto e analisi tra importanti studiosi ed esperti.

Tra questi compaiono Peter Kuznick, Martin Sherwin, Gar Alperovitz, Kai Bird, i quali – tra i vari punti in comune – sostengono che i bombardamenti perpetrati non erano necessari in quanto il Giappone era pronto ad arrendersi fintanto che al Paese fosse concesso di mantenere in carica l’imperatore (cosa che, alla fine, gli Stati Uniti permisero); che i generali statunitensi, tra i quali Dwight Eisenhower e Douglas MacArthur, erano contrari ai bombardamenti atomici; e che il vero scopo degli attacchi era inviare un messaggio all’Unione Sovietica, e non scongiurare un’invasione degli Stati Uniti, potenzialità ben lontana.

Inoltre, tutto ciò – ossia lo sganciamento delle due bombe atomiche sul Giappone – avvenne dopo massicci bombardamenti tradizionali, nonostante l’intenzione di resa del Paese del Sol Levante, non accettata dalla politica statunitense guidata dal presidente Truman – che ambiva alla resa incondizionata e alla totale umiliazione dell’alleato nipponico del governo tedesco nazi-fascista. 

Tra l’altro le due città colpite – Hiroshima e Nagasaki – non avevano nessun valore a livello strategico militare in quel momento della Seconda Guerra Mondiale, tantoché si raffigura sempre di più l’intenzione di condurre test sul campo delle micidiali atomiche che gli Stati Uniti avevano già in loro possesso.

Da quei giorni del 1945, i test sulle armi nucleari non hanno visto momenti di sosta, nonostante il Trattato di Non Proliferazione (TNP) del 1968 si basasse su tre semplici principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare. Nonostante tutto l’orrore visto in Giappone, numerosi altri Paesi al mondo, anche tra quelli meno abbienti, hanno sviluppato moderni armamenti e oggi sono migliaia i missili a testata nucleare – per la precisione, nel 2017, si contavano quasi 15 mila unità.

Le testate nucleari dei singoli Paesi

Infine, sempre nel 2017 è stato adottato il TPAN -Trattato per la messa al bando delle armi nucleari – il primo trattato internazionale legalmente vincolante per la completa proibizione di questo tipo di armamento, che le rende illegali, in un percorso verso la loro completa eliminazione.

A oggi – per le controversie tra Stati che pretendono di fare da garanti del TPAN (tra l’altro, non diminuendo la portata delle proprie armi nucleari, concetto alquanto ambiguo) e coloro che cercano di sviluppare le letali tecnologie o sono restii a smantellare i loro arsenali (quali gli Usa verso Iran o Corea del Nord) – rimane tutta da verificare la messa in pratica del trattato, al momento prettamente teorico e – a nostro avviso – non è completamente chiaro a tutti che la fine della corsa alle armi nucleari rimane un tema assolutamente prioritario e planetario per la tutela della sopravvivenza sulla Terra.

In copertina: Foto di Charles Levy. Primo luogotenente nel 393° Squadrone di bombardamento del 509° Gruppo Composito. (Immagine di pubblico dominio).

Conferenza stampa sulle armi nucleari del 23 luglio 2020
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