Quando la coppia scoppia
di Laura Sestini
Tanti progetti teatrali iniziati ante-pandemia hanno subìto le influenze dei lunghi lockdown, sofferto l’assenza di spettatori e desiderato atmosfere di condivisione.
Àbito – con la drammaturgia e la regia di Agnese Bocchi e Tobia Scarrocchia – è uno di questi. Quasi ogni compagnia teatrale in quei strani periodi si è trasformata e talvolta ha intrapreso altre strade od altre forme. Nel caso di Agnese Bocchi e Tobia Scarrocchi la questione è stata semplificata trasferendosi nella campagna marchigiana e continuando a lavorare come sempre – lo anticipano essi stessi parlando al pubblico prima dell’inizio della loro animata ed emozionante performance, eseguita in uno spazio di limitate dimensioni, dove la quarta parete non divide, neanche immaginariamente, gli spettatori dalla scena.
Per un momento più godereccio si annuncia altresì che, per interagire più da vicino tra e con gli spettatori, a fine spettacolo verrà offerto un bel bicchiere di vino rosso davanti a cui discorrere sulle impressioni che gli attori avranno lasciato con le loro interpretazioni. La tradizione del vino pare adottata da tempo dalla Compagnia Bocchi/Scarrocchia, e molto apprezzata dalla controparte.
Dopo gli annunci, il buio e il silenzio avvolgeranno il palcoscenico per lunghi secondi.
La scenografia ha un ruolo molto attivo nello spettacolo – talvolta arricchita con oggetti che servono al momento – funzionale ed alternativa. Sullo sfondo dello spazio scenico è stata allestita una costruzione in legno, bianco candido, molto decorativa e gingillosa; un vano che ricorda i carrozzoni dei circensi, con tutti i loro ninnoli appesi. Questo luogo è un’appendice dello spazio teatrale, da dove arrivano le voci degli attori quando lo abitano; battute un po’ lontane e rimbombate sulle pareti del curioso parallelepipedo dalle porte socchiuse, da cui provengono rumori di rovistamenti indecifrabili, a libera fantasia degli spettatori.
La trama intreccia la vita di due coniugi, una coppia tradizionale, anche se un po’ bizzarra, e le loro vicende esistenziali, ristrette in un piccolo mondo, che talvolta soffoca e fa deragliare i pensieri. Il detrimento esistenziale, se mai provato prima, lo ha portato la pandemia, con una reclusione civile senza precedenti attuata dalle autorità sanitarie e politiche di tutto il mondo, da cui forse prendono spunto anche Agnese Bocchi e Tobia Scarrocchia, per la drammaturgia della pièce.
Lo spettacolo ha un andamento sostenuto – molto corporeo – con numerosi cambi di ritmo, colpi di scena, e sobbalzi emozionali per le immagini evocate e nei significati proposti. Sicuramente non è un lavoro teatrale che può lasciare indifferenti. Taluni spettatori lo hanno trovato anche ironico – ne abbiamo sentito le risa. Il pubblico femminile presente crediamo abbia percepito maggiormente – al contrario – la parte maschilista ed esistenzialista del messaggio racchiuso nella drammaturgia.
Gli attori hanno un gran lavoro da fare sulla scena, oltre ai cambi d’abito ‘volanti‘ entro il carrozzone-casa.
I personaggi sono credibili, ben costruiti sia nella loro determinazione a stare uniti entro il rapporto di coppia, sia nel loro smarrimento mentale. La donna sembra più forte caratterialmente, benché spesso si affidi alle strane azioni del consorte.
Uno spettacolo interessante, talvolta turbante per scene di forte impatto emotivo, ma con una firma autoriale differente e creativa, che non può che lasciare una impronta del suo passaggio.
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Lo spettacolo è andato in scena a Campsirago Residenza – Colle Brianza – il 28 giugno alle ore 18.00 nell’ambito de Il Giardino delle Esperidi Festival – XVIII edizione – “Following the Sun”.
Àbito
di e con Agnese Bocchi e Tobia Scarrocchia
abiti Paul Harnden shoemakers
cappelli e maschere Ilariusss
architetto Anacleto Sbaffi
fotografia Filippo Luzi e Viola Trombetta
Produzione Bocchi/Scarrocchia Compagnia teatrale
Sabato 2 luglio 2022 – n° 27/2022
In copertina: una scena dello spettacolo – Foto: Filippo Luzi e Viola Trombetta (tutti i diritti riservati)