redazione di TheBlackCoffee
La vandalizzazione delle opere d’arte o i monumenti storici è un’attività trasversale a tutte le città più turistiche, in Italia ed all’estero.
Recentemente anche uno dei manufatti storici più significativi della Turchia, la Basilica di Santa Sofia, è stata vandalizzata da ignoti ad uno dei suoi massicci portoni.
La difficile situazione della Basilica di Santa Sofia – ex chiesa cristiana convertita in moschea a luglio 2020 – è tornata alle cronache con notizie secondo cui la porta imperiale dell’edificio, realizzata oltre 14 secoli fa, aveva subìto dei danni consistenti. L’Unione turca di Storia dell’arte ha pubblicato le foto dei danneggiamenti. L’immagine vandalizzata del portone di quercia – avvertono gli osservatori – conferma che le ripetute sollecitazioni della comunità internazionale e l’Unesco, affinché l’iconico edificio venga utilizzato come uno “spazio interculturale” sono cadute nel vuoto.
Serif Yasar, responsabile dell’Unione turca di Storia dell’arte, ha avvertito che la mancata protezione dell’antica porta è un segno di pericolo in arrivo: se non si prendessero precauzioni “la cupola di Santa Sofia potrebbe crollare sui fedeli entro il 2050”.
Da quando è stata convertita in moschea per volere del Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, migliaia di persone si radunano nell’edificio cinque volte al giorno per la preghiera. L’Unesco ha minacciato di cancellare il monumento dall’elenco dei patrimoni dell’umanità inscritto come museo.
Secondo Arie Amaya-Akkermans, scrittore e critico che risiede ad Istanbul, parte del problema è il trasferimento della gestione dell’edificio. «La gestione dell’edificio è passata di mano dal Ministero della Cultura all’Assessorato degli affari Religiosi. Ciò non è per elogiare il Ministero della Cultura e
la sua leadership, semmai la differenza è tra avere un dipartimento professionale esperto di antichità e non averlo».
L’attuale gestione religiosa pare non abbia un reale apprezzamento per l’aspetto strutturale e ambientale e la effettiva valutazione dei fattori di rischio che potrebbero compromettere questo edificio enorme, bellissimo e molto fragile.
Sabato, 9 luglio 2022 – n° 28/2022