redazione di TheBlackCoffee
In tutto l’Iraq si sollevano proteste contro la Turchia che ha bombardato nel villaggio di Perex, vicino alla città di Dohuk, nel Kurdistan meridionale (Nord Iraq) – una area collinare dove molte famiglie curde, arabe ed irachene si recano in vacanza in estate per sfuggire alle alte temperature – uccidendo almeno 10 turisti e ferendone 26.
Nonostante la regione sia quella curdo-irachena, moltissimi sono gli iracheni che frequentano quel territorio dalle città più vicine – ricco di torrenti dove fare il bagno – anche solo per un pic-nic.
Le persone che hanno perso la vita erano turisti provenienti dalle regioni centrali e meridionali dell’Iraq, tra cui una coppia di giovani sposi in viaggio di nozze.
Il villaggio di Perex è stato preso di mira dall’artiglieria di mortai e obici per la terza volta nel mese di luglio, in totale violazione del diritto internazionale.
Nell’ultimo anno la Turchia ha molto intensificato gli attacchi contro l’Iraq e la Siria, dove si continua a uccidere civili in entrambi i Paesi.
Dopo l’accordo entro la Nato – con Svezia e Finlandia – per la persecuzione dei curdi dissidenti, è atteso un nuovo attacco armato turco di grandi proporzioni nell’area della Siria di Nord- Est.
Il Congresso nazionale del Kurdistan (KNK) ha rilasciato una dichiarazione sull’attacco mortale , sostenendo di aver avvertito reiteratamente la comunità internazionale che le operazioni dello Stato turco nell’area sono causa di instabilità e distruzione. L’esercito turco utilizza anche armi chimiche nelle sue operazioni, mentre la mancanza di risposte da parte di organizzazioni e Stati internazionali incoraggiano la Turchia a compiere continui massacri nella regione.
La Turchia nega – come al solito – ogni responsabilità del bombardamento sui civili, alludendo come giustificazione ai guerriglieri del PKK.
Al contrario, il governo di Baghdad – in un moto di orgoglio perché uccisi suoi cittadini, là dove normalmente tace ai soprusi bellici della Turchia sulla regione autonoma curdo-irachena – ha comunicato che porterà il caso all’UNSC – Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite – e potrebbe votare delle sanzioni economiche per Paese guidato da Erdoğan.
Sabato, 23 luglio 2022 – n° 30/2022