venerdì, Novembre 22, 2024

Lifestyle, Società

Die sieben Geißeln der Menschheit

Welche Lösungen?

von Hanns Spazierer

Sieben auf einen Streich!

DIE SIEBEN KRISEN: Artensterben, Klimawandel, Corona, Krieg, Hunger, Massenflucht aus Süden und Massenflucht aus Osten – alles ist eng verzahnt.

Gibt es einen Weg zurück zur “Normalität”?

Die Krisen häufen und beschleunigen sich in diesem Jahr.

Die Hitzewellen in Südeuropa bis hinauf nach England brechen bereits jetzt Temperaturrekorde, sie führten zu Tod durch Dehydrierung,  Wälder brannten mit epischen Ausmaßen. Forscher sind sich einig, dass Veränderungen der globalen Windsysteme durch den KLIMAWANDEL in großer Höhe die Ursache sein könnten. (Quelle: Accelerated western European heatwave, Roisi,E.; Kornhuber, K.;Goratz, B-A.; Fei, L.; Dim, C. in https://doi.org/10.1038/s41467-022-31432-y).

Das ARTENSTERBEN ist quasi das Mauerblümchen unter den Krisen, langsam sterben Tiere, Pflanzen, und Mikroorganismen vor sich hin. Diese Drama fällt in der Öffentlichkeit in die Rubrik: Schade, man kann nichts machen. Wie bitte? Tatsächlich ist das Artensterben eine schnell wachsende Krise, die sehr bald zu ökologischen Katastrophen führen wird,  Wie stark sich selbst Verluste innerhalb nur einer Gattung auf uns Menschen auswirken können, beschreibt Johannes Vogel, Professor für Biodiversität. Weil sich durch den Klimawandel ein Pilz ausbreitet, sterben derzeit weltweit Frösche aus, Frösche fressen Mücken und viele Mückenlarven – also wird es künftig mehr Mücken geben. Und Mücken sind die Organismen, die die allermeisten Toten auf der Welt verursachen – durch Malaria sterben jedes Jahr etwa 1 Million Menschen. Die Krise des Klimas und die der Arten verschärfen sich dabei gegenseitig, das ist bereits Fakt.

CORONA bleibt auch den sogenannten Freedom-Days in Deutschland und anderswo auf der Welt unser täglicher Begleiter. Die Mutante OMIKRON wird nicht die letzte Corona-Mutation gewesen sein. Corona ist zur Dauerkrise geworden.

Der heiße KRIEG in der Ukraine hat sich zu einem Wirtschaftskrieg ausgeweitet. Die Destabilisierung der politischen Institutionen in den westlichen Demokratien setzt sich dadurch weiter fort. Gerade vor dem Hintergrund der prekär gewordenen Energieversorgung Europas im kommenden Winter.

Womöglich hätte es eine globale NAHRUNGSMITTELKRISE ohnehin gegeben. Die Chinesen haben in den vergangenen Monaten gewaltige Mengen an Getreide aufgekauft. Der Zustand der Chinesischen Winterweizens für die neue Ernte 2022 ist der “schlechteste in der Geschichte” sagte der chinesische Landwirtschaftsminister bereits Mitte Februar 2022 – also noch vor dem russischen Angriff auf die Ukraine. All das hat jetzt schon die Preise für Weizen in die Höhe getrieben – für Länder im ärmeren Afrika bedeutet dies ein weiteres HUNGERJAHR.

Das alles ist befördert Massenflucht aus Ost und Süd: Laut dem aktuellen “Global Trends Report” von UNHCR waren Ende 2021 89,3 Millionen Menschen auf der Flucht – und die Zahlen steigen kontinuierlich weiter an: Mit der russischen Invasion in die Ukraine im Februar 2022 stieg die Zahl mittlerweile auf über 100 Millionen Menschen an.

Es wäre nur menschlich, wenn alle Betroffenen und Beteiligten versuchen würden, die Krisen aufzuschieben und zu deren Bedrohungen zu verdrängen wie beim Klimawandel. Das wird aber kaum gehen, weil die Krisen mittlerweile materiell sind: als Hitze und als Waldbrand, als Flüchtling, als Inflation, als Infektion. Wir können uns als Staat und als Zivilgesellschaft vielleicht mit einer oder zwei Krisen wirklich beschäftigen, aber bei sieben Krisen wird es schwierig.  Damit verliert die bisherige Krisenpolitik ihren Fluchtpunkt: die Normalität. Anders ausgedrückt: Weil es nie wieder so sein wird, wie es war, wird die Politik damit aufhören müssen, das GEWOHNTE als status quo zu bezeichnen, einfach weil sie diesen status quo nicht mehr gewährleisten kann. Die neue Normalität heißt KRISENPERMANENZ.

P.S.: Die Fortsetzung des Essays erfolgt in der nächsten Ausgabe; dann werde ich über politische Handlungsoptionen in der „neuen Normalität“ schreiben.

———————————————————————————

I sette flagelli dell’umanità

Quali soluzioni?

di Hanns Spazierer

Sette in un colpo solo!

LE SETTE CRISI: Estinzione delle specie, cambiamento climatico, coronavirus, guerra, fame, fuga di massa dal Sud e fuga di massa dall’Est – tutto è strettamente intrecciato.

C’è un modo per tornare alla “normalità”?

In questo anno le crisi si stanno accumulando ed accelerando.

Le ondate di calore nell’Europa meridionale fino all’Inghilterra stanno già battendo i precedenti record di temperatura, hanno provocato morti per disidratazione, le foreste sono bruciate con proporzioni epiche. I ricercatori concordano sul fatto che le cause potrebbero essere i cambiamenti nei sistemi eolici globali ad alta quota dovuti ai CAMBIAMENTI CLIMATICI. (Fonte: Ondata di calore accelerata nell’Europa occidentale, Roisi, E.; Kornhuber, K.;Goratz, B-A.; Fei, L.; Dim, C. in https://doi.org/10.1038/s41467-022-31432-y).

L’estinzione delle specie è il fiore all’occhiello tra le crisi: animali, piante e microrganismi stanno lentamente morendo. Agli occhi dell’opinione pubblica, questo dramma rientra nella categoria: “peccato, non si può fare nulla“. “Come, scusi?” In effetti, l’estinzione delle specie è una crisi in rapida crescita che porterà molto presto a una catastrofe ecologica. Johannes Vogel – Direttore Generale del Museum für Naturkunde e Professore di Biodiversità e Scienze Pubbliche alla Humboldt University, a Berlino – descrive con quanta forza anche le perdite all’interno di una sola specie possano influenzare noi umani.

Poiché un fungo si sta diffondendo a causa dei cambiamenti climatici, le rane sono attualmente in via di estinzione in tutto il mondo, le rane mangiano le zanzare e molte larve di zanzara – quindi ci saranno più zanzare in futuro. E le zanzare sono gli organismi che causano la maggior parte dei decessi nel mondo: la malaria uccide circa un milione di persone ogni anno. La crisi climatica e la crisi delle specie si esacerbano a vicenda, questo è già un dato di fatto.

Il CORONAVIRUS ci accompagna quotidianamente nelle cosiddette Giornate della Libertà in Germania e nel resto del mondo. Il mutante OMIKRON non sarà l’ultima mutazione di coronavirus. Il virus è diventata una crisi permanente.

L’infuocata guerra in Ucraina si è trasformata in una guerra economica. Continua quindi la destabilizzazione delle istituzioni politiche nelle democrazie occidentali. Soprattutto in vista del precario approvvigionamento energetico dell’Europa nel prossimo inverno.

È possibile che ci sarebbe stata comunque una CRISI ALIMENTARE globale. Negli ultimi mesi i Cinesi hanno acquistato enormi quantità di grano. La produzione del grano invernale cinese per il nuovo raccolto 2022 è la “peggiore della storia”, ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura cinese già a metà febbraio 2022 – prima ancora dell’attacco russo all’Ucraina. Tutto questo ha già fatto salire il prezzo del grano e dei cereali, il che significa un altro ANNO DI FAME per i Paesi dell’Africa più povera.

Tutto ciò sta alimentando fughe di massa da Est e da Sud: secondo l’ultimo “Global Trends Report” dell’UNHCR, alla fine del 2021, 89,3 milioni di persone stavano fuggendo dalle loro case – e il numero continua a crescere: con l’invasione russa dell’Ucraina a febbraio 2022, il numero è salito a oltre 100 milioni di persone.

Sarebbe umano solo se tutte le persone colpite e le crisi cercassero di trovare una soluzione per reprimere le minacce, come nel caso del CAMBIAMENTO CLIMATICO. Ma difficilmente ciò funzionerà, perché le crisi sono ormai tangibili: come il caldo e gli incendi boschivi, come i rifugiati, come l’inflazione, come le infezioni.

Come Stato e come società civile, forse possiamo davvero affrontare una o due crisi, ma con i sette flagelli sarà difficile. 

Ciò significa che la politica di crisi precedente perde il suo ‘punto di fuga’: la normalità. In altre parole, poiché le cose non saranno più le stesse, i politici dovranno smettere di chiamare ‘diritto’ ciò a cui sono abituati, semplicemente perché non possono più garantire questo diritto.

La nuova normalità si chiama PERMANENZA DI CRISI.

Nota dell’autore: il saggio continuerà nel prossimo numero; allora scriverò delle opzioni politiche per agire nella ‘nuova normalità’.

Sabato, 30 luglio 2022 – n° 31/2022

In copertina: immagine grafica di Gerd Altmann/Pixabay

Condividi su: