redazione di The BlackCoffee
L’inferno ha infuriato per cinque giorni nel principale centro di stoccaggio del carburante di Cuba a Matanzas, con il risultato di almeno un morto, oltre 120 feriti e 17 dispersi, una rete elettrica danneggiata e un pennacchio di fumo lungo 93 miglia.
L’incendio è stato appiccato da un fulmine casuale, ma il fulmine è caduto su un’ esca creata da sessant’anni di guerra economica statunitense sull’isola, la combinazione di un incidente naturale e le privazioni indotte dall’embargo; ciò aiuta a spiegare come l’incendio abbia tolto l’elettricità dalle case, dagli ospedali e dai luoghi di lavoro di così tanti cubani durante lo spegnimento, ma pure durante tutti questi anni di sanzioni statunitensi.
Il presidente Miguel Diaz-Canel ha fatto appello direttamente agli Stati Uniti per revocare le sanzioni per motivi umanitari e inviare aiuti per spegnere l’incendio. In risposta, l’amministrazione Biden ha affermato che il blocco consente alle organizzazioni statunitensi di fornire soccorsi in caso di calamità, ma di fatto le 243 sanzioni individuali imposte a Cuba rendono i soccorsi nel Paese un groviglio burocratico e costoso, tantoché anche le banche di tutto il mondo sono caute nell’elaborazione delle donazioni umanitarie.
I vigili del fuoco cubani sono stati aiutati dai soccorsi messicani e venezuelani che hanno risposto all’appello lanciato internazionalmente da Diaz-Canel con aerei, vigili del fuoco, altri specialisti e attrezzature.
Al contrario, gli Stati Uniti, che si trovano a sole 90 miglia dalla costa cubana ed è il Paese della regione con maggiori capacità economiche e di soccorso in caso di calamità, non erano presenti sulla scena per dare il loro sostegno.
Sabato, 27 agosto 2022 – n° 35/2022