sabato, Novembre 23, 2024

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Come i lockdown hanno cambiato le abitudini degli uccelli

redazione di TheBlackCoffee

Le persone non sono state le uniche a cambiare abitudini durante la pandemia di COVID-19, lo hanno fatto anche gli uccelli. Secondo uno studio, quattro su cinque degli uccelli più comunemente osservati nel Regno Unito hanno alterato il loro comportamento durante il primo lockdown nel 2020, sebbene lo abbiano fatto in modi diversi a seconda della specie.

Lo studio, pubblicato su Proceedings of the Royal Society a settembre, è uno dei tanti che ha analizzato i disagi causati dalla pandemia – dalla riduzione del numero di auto sulle strade, alla chiusura di alcuni parchi nazionali – per quantificare l’impatto che l’umanità ha sul mondo naturale. Sebbene alcune ricerche abbiano scoperto che i lockdown abbiano avuto un effetto ampiamente positivo sulla fauna selvatica, gli ultimi dati del Regno Unito forniscono un quadro molto più approfondito.

“Le persone non sono scomparse durante le chiusure – afferma il coautore Miyako Warrington, ecologista comportamentale presso l’Università di Manitoba a Winnipeg, in Canada. “Abbiamo cambiato il nostro comportamento e la fauna selvatica ha risposto”. In totale, lo studio ha incluso circa 870.000 osservazioni.

Poiché le persone trascorrevano più tempo a casa e nei parchi rispetto a prima di marzo 2020, l’analisi ha rilevato che 20 delle 25 specie di uccelli esaminate si sono comportate in modo diverso durante il lockdown. I parchi, inondati di visitatori, hanno visto un aumento del numero di corvidi e gabbiani, mentre uccelli più piccoli, come la cinciarella (Cyanistes caeruleus) e il passero domestico (Passer domesticus), sono stati avvistati meno frequentemente rispetto agli anni precedenti. E poiché le persone trascorrevano più tempo a casa, anche il numero di specie di uccelli che visitavano i giardini domestici è diminuito, di circa un quarto, rispetto agli anni precedenti.

Altre specie, compresi i colombacci (Columba livia), non hanno reagito affatto al blocco. Warrington ha trovato questo sorprendente, poichè i piccioni sono i maggiori abitanti delle città, quindi ha immaginato che questi sarebbero stati influenzati dai cambiamenti del comportamento delle persone. Al contrario questi uccelli non sono stati minimamente toccati e non sembrano interessati a ciò che fanno gli umani.

Se combinato con i risultati di altri studi, il comportamento degli uccelli britannici rivela i modi complessi in cui la fauna selvatica è stata impressionata dalle chiusure e sottolinea l’importanza di ridurre il disturbo degli animali da parte delle persone -secondo quanto afferma Raoul Manenti, zoologo della conservazione dell’Università di Milano.

Sabato, 1 ottobre 2022 – n° 40/22

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