domenica, Novembre 24, 2024

Lifestyle, Società

Cambi di stagione

Dal decluttering al senso della vita

di Simona Podestà

Ci avevano detto che non esistevano più le mezze stagioni, eppure il calo termico si fa sentire, il guardaroba indossato durante la grande calura estiva diventa inadeguato e volenti o nolenti dobbiamo affrontare il noioso compito del cambio di stagione negli armadi, ribattezzato e inglesizzato con la parola decluttering, il cui significato letterale è sgombrare, fare spazio. Fare spazio implica anche togliere quello che non serve più, liberarsi dei fardelli, che metaforicamente sono anche mentali.

Tutto è nato dal successo editoriale de “Il magico piacere del riordino” della scrittrice giapponese Marie Kondo che ha elaborato un metodo che promette di migliorare la qualità della vita attraverso l’eliminazione del superfluo, coltivando un’attitudine orientata all’essenziale che conduce verso una visione più chiara, nell’armadio come nella vita. Una rielaborazione del concetto di Minimalismo contenuto nel famoso assunto “less is more” traducibile con “meno è meglio” o “meno è di più” coniato dall’Architetto tedesco Ludvig Mies Van Der Rohe negli Anni ’30. Ed è in Giappone, dove attinge le sue radici anche nella filosofia Zen, che il Minimalismo ha particolare successo diventando per alcuni uno stile di vita: slegandosi dagli eccessi del consumismo, dal disordine e dal futile, si può ottenere un senso di libertà fisica e mentale, riducendo gli stimoli per ottenere più chiarezza.

E’ con questo spirito che mi dispongo all’arduo compito aprendo gli armadi di casa, certa che sia un fatto personale, non delegabile ad estranei, ma per curiosità digito la parola decluttering e dalla quantità di risultati che vengono fuori ne deduco che è una nuova professione di successo e che evidentemente la domanda è consistente.

Un sito mi colpisce per le dichiarazioni che sconfinano nello “spirituale”.

Ecco qual è il mio obiettivo: partire dal Cuore prendendomi cura prima della vostra Anima e quindi anche del vostro armadio, della vostra dispensa, del vostro archivio, del vostro ufficio, della vostra collezione preferita, dei milioni di giochi dei vostri figli, dei vostri ripostigli e di molto altro ancora! Di tutti i sovraccarichi che appesantiscono le vostre Anime disordinate!

Un altro, di una “influencer” balzata recentemente alla cronaca per un video delirante che contiene infelici dichiarazioni sull’inutilità degli anziani, propone anche consulenze in video da remoto e si definisce Personal Closet Organizer.

Vado a cercare la definizione di influencer sulla Treccani poiché mi ritengo una persona potenzialmente influenzabile da personaggi carismatici e leggo: “Personaggio di successo, popolare nei social e molto seguito dai media, in grado di influire sui comportamenti e le scelte di un determinato pubblico”.

Non mi sento a rischio ma la spiegazione mi inquieta per la potenzialità insita nella definizione che implica la possibilità di manipolare persone con una coscienza omologata.

Ma perché abbiamo bisogno di altri che ci consiglino e ci guidino nel nostro agire quotidiano?

Sembra quasi non esistere più la capacità di fare scelte individuali che diano voce alla personalità di ciascuno di noi se dobbiamo ricorrere al Personal shopper per fare acquisti, al Personal trainer per muovere il corpo o al Personal Travel Assistant per scegliere un viaggio.

Certamente bisogna guardare anche al lato positivo: si creano nuove professioni e quindi possibilità lavorative inedite ma probabilmente improvvisate, senza la professionalità adatta a qualsiasi consulenza, certificata solo dalla quantità di “mi piace”.

Eppure la peculiarità della nostra personalità, a cui magari per tutta la vita non prestiamo attenzione, tesi nello sforzo di apparire conformi alla società in cui siamo immersi, è la firma che ci rende unici e autonomi nelle scelte, dalle più semplici a quelle esistenziali.

Ed è ciò che ci permette di coltivare le idee che fertilizzano la mente, l’unica ragione per cui, in fondo, ha senso il nostro vivere.

Sabato, 15 ottobre 2022 – n° 42/2022

In copertina: foto di Ron Lach / Pexels

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