Gli Inglesi in crisi ironizzano sull’Italia
di Elio Sgandurra
È durato appena 45 giorni il governo conservatore britannico guidato Liz Truss. La premier ha dovuto rassegnare le dimissioni dopo appena sei settimane e mezzo burrascose e drammatiche durante le quali il Paese è stato sconvolto dalle proteste di gran parte della popolazione, dagli scioperi e da una pericolosa crisi generale.
È stata cacciata dopo la sua disastrosa politica economica e finanziaria che ha provocato le dimissioni di due ministri e la rivolta dei deputati del suo stesso partito. Per non parlare del popolo britannico imbestialito per l’aumento delle tasse che colpiva soprattutto le classi inferiori. Ha subìto un’umiliazione che sarà ricordata nella storia politica del Paese insieme alla fine ingloriosa del suo predecessore Boris Johnson.
Sarà difficile trovare un suo successore che riesca a riunire un partito spaccato in mille pezzi e privo d’identità. Intanto i Laburisti chiedono elezioni anticipate nella certezza di una piena vittoria. È evidente che la Brexit non ha portato fortuna e che i fautori dell’uscita dall’Europa non sono stati capaci di governarla.
Il settimanale The Economist dedica alla crisi la copertina col titolo “Welcome to Britaly”, associando la Gran Bretagna alle perenni crisi italiane. Noi a questa battuta tipica dello sciovinismo inglese rendiamo “pan per focaccia” parafrasando un verso di Dante rubato a Bill Emmott, giornalista inglese ex direttore dell’Economist e oggi anche articolista della “Stampa”: ”Ahi serva Britannia di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello” .
Ringraziamo i colleghi del settimanale per averci dato l’onore di essere accomunati, seppur nelle disgrazie politiche, al loro grande Paese. Ma non ci teniamo. Gli Italiani, seppur tra tanti difetti, rifiutiamo lo sciovinismo; non ci sentiamo superiori a nessun altro popolo; anzi siamo sempre pronti all’autocritica e un tempo apprezzavamo la democrazia britannica.
Fa parte dei ricordi l’invidia che gli italiani provavano quando nel dopoguerra vedevano le foto di Hyde Park dove i londinesi improvvisavano liberamente piccoli comizi. “Quella è vera democrazia”, commentavamo, mentre in Italia si scatenava la polizia di Scelba con le manganellate, le sparatorie, le uccisioni di manifestanti e gli arresti abusivi.
Poi conquistando lentamente la democrazia abbiamo compreso che ogni nazione, anche se più progredita, ha i suoi difetti. Anche voi Inglesi ne avete tanti oltre alla pessima cucina che ha per piatto nazionale il puzzolente Fish and chips. Il più grave è la vostra grande ipocrisia che nascondete dietro la parola democrazia.
In nome di questa bella parola avete creato un impero ai danni di tanti popoli che avete sottomesso e derubato. Sempre usando quel termine avete alimentato la pirateria nei mari, il commercio degli schiavi caricati sulle vostre navi e portati nelle Americhe; avete sottomesso per secoli l’Irlanda sino ai tempi della premier Margareth Thatcher che dava ordini ai soldati inglesi di sparare sulla popolazione cattolica dell’Ulster.
Ma quale “più antica del democrazia mondo”! come la definiscono alcuni storici da strapazzo. La rinnegano anche i vostri più illustri scrittori dell’età vittoriana come Charles Dickens, William Thackeray, Anthony Trollope, Joseph Conrad, Oscar Wilde. Aggiungo i più recenti del Ventesimo secolo come A. Joseph Cronin, che descriveva le pessime condizioni di vita dei minatori; George Orwell con le inchieste sullo sfruttamento degli operai ad opera di una classe dominante che condizionava le elezioni politiche.
Più che una democrazia voi avete avuto per secoli una oligarchia ladrona e ipocrita. Il noto serial televisivo Dowtown Abbey, offre l’immagine – seppur raddolcita – di una classe nobiliare paternalista, circondata da decine e decine di servi, lontana dai problemi della popolazione comune.
Eppure ancora oggi andate in visibilio per le ricche scenografie delle vostre istituzioni; per le carrozze dorate; per le dame di corte con i loro orrendi cappelli; per principi e principini, per Diana e Sarah Fergusson, una divorziata dal marito – l’attuale re Carlo III che aveva da anni una fidanzata, oggi regina – l’altra allontanata per le sue turbolenze dovute all’alcool. Dietro la facciata, come accade dovunque, nascevano intrighi e pettegolezzi.
Ebbene, cari Inglesi tenetevi in casa i vostri guai e non coinvolgete altri popoli con le vostre battute. Infine non dimenticate che furono gli antichi Romani a portare la civiltà nella vostra isola quando vivevate nelle capanne insieme alle capre.
Sabato, 22 ottobre 2022 – n° 43/2022
In copertina: slogan contro i prezzi dell’energia – Foto: Don’t Pay Sheffield