6° anniversario della repressione del regime turco su HDP – Partito Democratico dei Popoli
di Nancy Drew
In Turchia il Partito Democratico dei Popoli è l’unico movimento politico di opposizione all’AKP del presidente Erdoğan, che raccolga grandi numeri e che non si ispiri al nazionalismo, all’autoritarismo ed alle devianze religiose. In sintesi, se a sinistra esistono anche piccole realtà comuniste e socialiste, solo HDP può influenzare le tornate elettorali soprattutto nell’area curda a Sud-est della Turchia o in coalizioni con altri partiti maggiori, per cui è stata soffiata di mano la grande Istanbul all’AKP nel 2019. Erdoğan stesso aveva iniziato la sua veloce ascesa politica come sindaco della metropoli sul Bosforo.
Il partito pro-curdo HDP, alle elezioni nazionali del 2016 ebbe grande seguito, troppo per il partito di governo, tantoché i rappresentanti saliti al Parlamento pochi mesi dopo, in particolare dal presunto colpo di Stato del 15 luglio 2016, vengono sistematicamente arrestati con l’accusa di appartenenza ad organizzazioni terroristiche.
Qui una sintesi degli eventi della repressione politica a carico del Partito Democratico dei Popoli dal 4 novembre 2016, ovvero dall’arresto dei co-presidenti Figen Yüksekdag e Selahattin Demirtaş, tuttora ospiti delle patrie galere turche, in attesa di processo. Nel 2018 Demirtaş è stato nuovamente eletto in Parlamento, il primo deputato eletto durante la detenzione nella storia della Turchia.
Parlamentari, co-sindaci e oltre 12 mila membri di HDP sono stati imprigionati a causa di attacchi arbitrari e sistematici da parte del regime di Erdoğan con un sistema di processi e giustizia politicamente indirizzati. Attualmente, più di 4 mila membri del Partito Democratico dei Popoli sono ancora in stato di detenzione.
In pratica il regime di Erdoğan sta sistematicamente e arbitrariamente combattendo l’HDP con tutte le risorse statali.
Dal 17 marzo 2021 è in corso un atto d’accusa politico lanciato dal Presidente turco e consegnato al giudizio della Corte Costituzionale per la messa al bando di HDP.
Dal 26 aprile 2021, 108 imputati, inclusi gli ex co-presidenti Figen Yüksekdag, Selahattin Demirtaş e numerosi rappresentanti HDP, sono stati accusati entro il “Kobani Trial”. Il Processo di Kobane è un procedimento giudiziario organizzato da Erdoğan finalizzato a criminalizzare l’HDP e la loro solidarietà dimostrata per la resistenza della città di Kobane, in Siria di Nord-est, contro i miliziani dell’ISIS. Avete letto bene, contro l’ISIS, che in questa maniera è considerata dalla Turchia una organizzazione meno terrorista dei politici di HDP. Il percorso intellettuale per giungere a tale accusa è piuttosto tortuoso: i combattenti curdi contro l’ISIS in Siria sono considerati da Erdoğan affiliati al PKK e dunque dei terroristi, poiché detto partito è inscritto nella lista delle organizzazioni terroristiche internazionali. Chi difende i combattenti curdi, diventa automaticamente un terrorista, motivo per cui risultano molti imputati curdi – soprattutto rappresentanti politici – al Processo di Kobane.
Dal 2016 quasi tutti i consigli comunali vinti dall’HDP alle elezioni amministrative del 2014 e del 2019 sono stati commissariati ed i sindaci sostituiti con fiduciari statali.
Numerose associazioni di città e distretti di HDP sono state attaccate; una giovane donna appartenente all’HDP, Deniz Poyraz, è stata assassinata a Smirne da un fanatico nel 2021, entrato nella sede del partito mentre questa stava lavorando. Inoltre, le proteste e le manifestazioni del partito HDP sono costantemente criminalizzate e impedite dal Governo turco con azioni di polizia.
Secondo i report dell’Associazione turca per i diritti umani – IHD – ci sono 1.517 malati nelle carceri turche, 651 di cui gravemente ammalati. Poiché l’Istituto di Medicina Legale (ATK) attesta che molti prigionieri malati sono in stato di detenzione, e non vengono trasferiti in strutture ospedaliere, frequenti decessi continuano a verificarsi. Secondo l’IHD, almeno 69 prigionieri hanno perso la vita a partire dal 20 ottobre scorso.
Nel 2021 la Turchia si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul per combattere la violenza di genere contro donne. Ciò ha portato molti aggressori di violenza domestica a rimanere, nella maggior parte dei casi, liberi e impuniti. Secondo le organizzazioni femminili, la violenza di genere contro le donne in Turchia è in costante aumento.
In Turchia più del 95% dei media è sotto il controllo del regime di Erdoğan. Innumerevoli giornalisti dell’opposizione sono stati arrestati e sottoposti a pressioni, censure e vessazioni. Attualmente, secondo i giornalisti dell’Associazione DFG, 87 operatori dei media – per lo più curdi – sono in carcere.
Questi pochi fatti da soli – e ce ne sarebbero molti da raccontare – mostrano le condizioni in cui il Partito Democratico dei Popoli, il terzo partito più grande del parlamento turco, nonostante le sistematiche azioni arbitrarie e violente della politica turca e le repressioni contro i Curdi, orientate anche alla guerra nel Nord della Siria e nel Nord dell’Iraq, difende il suo ruolo chiave per un passaggio democratico, pluralista e orientato alla democrazia nella politica del Paese. Il movimento politico HDP continua ad opporsi alle politiche turche anticurde e la guerra di Erdoğan contro i civili, sostenendo un processo democratico pacifico che includa tutte le persone per una vita futura dignitosa e libera.
Sabato, 5 novembre 2022 – n° 45/2022
In copertina: arresto di parlamentari HDP – Tutte le immagini di HDP Europa