La cura di se stessi e degli altri
di Laura Sestini
A partire dal titolo del volume, “Il tempo rubato”, esso già induce a numerose riflessioni e divagazioni.
Ogni essere umano, frugando nella propria vita, troverà che qualcosa o qualcuno si è appropriato di pezzetti quella sua esistenza senza chiedere il permesso, oltre agli inciampi ed errori che immancabilmente ognuno compie con la sensazione di aver “perso tempo”.
Ma il sintagma “tempo rubato” può anche ammiccare a qualcosa che non c’è più, si è evoluto in altro, ma non allo stesso modo del soggetto che quel tempo lo ha vissuto, che nel percorrere la vita ne sente la mancanza, ne ha nostalgia. Ed anche l’opposto di quanto appena sostenuto, un tempo rubato a momenti non facili, che apre altri mondi, alla possibilità di un nuovo inizio.
Allacciato all’intreccio narrativo e dei numerosi personaggi che popolano il romanzo di Silvia Pantera, autrice emergente che auspichiamo possa continuare ad usare ancora in futuro il suo scorrevole e puntuale lessico ricco di vocaboli interessanti, meno mainstream, il titolo potrebbe adattarsi perfettamente alla descrizione delle forme più o meno acute dell’anzianità e della perdita di comando della propria vita, che lei descrive entro il nucleo centrale della trama.
Edito per la casa editrice indipendente livornese Libeccio Edizioni (gruppo CTL Editore) il breve ma intenso romanzo si dipana attraverso i fatti più salienti e le riflessioni di Michela e Marinella, due amiche di lunga data non più giovanissime che condividono a distanza in forma di diario le loro esperienze di vita, da quando Michela si è trasferita necessariamente per lavoro in Gran Bretagna in un momento particolarmente dissestato della sua storia personale; rispolverando un diploma conseguito in gioventù, fino ad allora rimasto chiuso in un cassetto, la quotidianità di Michela si catapulterà in una residenza per anziani in territorio inglese.
Per non perdersi nelle pieghe della vita e delle sue improvvise rivoluzioni- fortunatamente nn sempre negative – le amiche siglano un patto per mantenersi in contatto, scrivendosi. Un diario, valvola-di-sfogo, condivisione e auto-cura psicologica – self-care – dei fatti della vita al presente.
Il “tempo rubato” potrebbe essere quello percepito dalla stessa autrice e rifletterne spazi autobiografici.
Il romanzo ha un tono pacato e di ricerca interiore che si addice alle pagine di un diario personale; non pagine dove espiare un “mea culpa” e cercare giustificazioni per coprire errori passati, debolezze, illusioni, e relative perdite di autostima, bensì un ensamble al vaglio del proprio giudizio come presa di consapevolezza, per trovare un varco di accettazione, resilienza attiva e cambiamento alle svolte che la vita immancabilmente mette innanzi.
Toni pacati sì ma anche episodi e tratti divertenti, visioni e soluzioni non consuete agli eventi della quotidianità, danno il giusto ritmo alla narrazione, che non scade mai in atmosfere o ambienti “grigi” che si possono facilmente associare alla vecchiaia, la malattia e a tutte le sue infinite sfumature.
La narrazione, seppur ben intersecata, percorre tre linee parallele: la vita privata di Michela, la sua vita professionale e il racconto di Marinella. Un romanzo ironico e leggero, nonostante esponga le difficoltà del vivere.
Silvia Pantera non è nuova alla narrativa, nel 1994 ha pubblicato la sua opera prima in lingua francese, dal titolo “Le chat dans le violon”, edito in Francia, un racconto per bambini illustrato da Elisa Possenti.
Sabato, 4 febbraio 2023 – n°5/2023
In copertina: immagine tratta dalla copertina del volume