domenica, Novembre 24, 2024

Società

Cercasi Fiducia disperatamente

Dialogo di un complottismo mascherato  

di Samanta Giannini

Prima dell’introduzione di “Coso19” avevo una amica (in molti prima del coso avevano “cosi” definiti “amici”, poi si sono svegliati ), si chiamava, si chiama, “Perdita”. Lei non era di certo quella più adatta con cui andare a far festa; aveva quell’aria sempre un po’ scocciata, fintamente elegante, forzatamente aristocratica;  non si divertiva quasi mai, a meno che non riuscisse a romperti le uova nel paniere o a farti sentire sbagliata; una che se ti vedeva un po’ felice riportava su di sé tutta  l’attenzione; guai a muoverle una critica perché era capace di fartela pagare cara senza sforzo; non parlava mai bene di nessuno, mai, a meno che non fosse di qualcuno o qualcosa che in quel momento potesse soddisfare un qualche suo bisogno.

Nel frattempo è cambiata? Ha imparato qualcosa? No, non può cambiare, quella è la sua natura, come tutti i narcisisti. Uh! Quanto sia narcisista non si può sapere, soprattutto quando ha a che fare con “Gioia”, “Serenità” o ancora peggio con “Felicità”, con loro dà il meglio di sé. Quelle tre birbanti per lei sono esseri difettati: veraci, casiniste, vitali e se c’è un tavolino nelle vicinanze, quelle non ci mangiano, ci ballano sopra! Ecco, a quelle, se potesse, caverebbe gli occhi col cucchiaino del caffè, tanto lei di certo non lo usa per lo zucchero. E’ pesa come il piombo, ma pesa eh!; è di quelle che…“esisto solo io, sappiatelo; se mi paleso, io sono la Madonna  e voi “poracci”, Bernadette, la tua concentrazione cara Bernie posala su di me”.

E sai, mica puoi dirle di no, fosse mai, peggio di quando metti il gatto a dieta, si pianta davanti alla ciotola e ti sfinisce a suon di urli. Lei ti coinvolge con un entusiasmo pacato, pacatissimo, direi inesistente ma ti convince che tu non possa dirle di no ed in un attimo ti ritrovi laggiù, nella sua atavica tristezza e sorridendo ti presenta il conto e ti dona lo scontrino.

Anche nel caso in cui tu non la voglia proprio tra i piedi ecco che le convenzioni, i paraculo, ops paraguru, le religioni, la rava e la fava, le corrono in aiuto imponendoti l’idea che averla amica è una gran botta di culo. Diventa così, senza che tu te ne accorga, quella amica che di fatto non tolleri molto, con la quale, a ben pensare, non hai niente da spartire, men che meno da condividere, ma che quando “appare” sei costretta a sopportare perché lei “c’è”, ci deve essere anche quando non la vorresti.

Quando chiama sei costretto/a a rispondere, ad ascoltarla per ore, ore ed ore, giorni, anni, perché ci sa fare, ti intorta talmente bene che non puoi dirle di no, pena il senso di colpa di non averla pienamente accettata. Quando squilla il telefono ed appare il suo nome, sussulti; sai come va a finire. Ora, io dico, in un’epoca, la nostra, in cui  (quasi) più nessuno chiama, nessuno più alza il telefono nemmeno se finisci in ospedale e se chiami tu è molto facile che non ti rispondano ma ti inviino, poi, con calma, molta calma, patetici messaggini “Mi cercavi?”, “Avevi bisogno?”, “Dimmi”  in un’ epoca in cui (quasi) tutti comunicano con messaggini, faccettine, cazzatine, lei no, lei “te deve da chiamà”, perché te le deve dire tutte, te le deve spiegare bene, si deve assicurare che tu non perda neanche una sillaba, non puoi e non devi fraintendere quello che ha da dirti.

Perdita fa la ganza, la donna di mondo, l’indipendente ma non ama mica stare sola! La solitudine le dà fastidio come la sabbia nel vestito a maniche lunghe. Si spaccia per premuroso animale da coppia stabile, di fatto è una traditrice seriale; si scoccia facilmente, si annoia di tutti, dopo un po’ deve cambiare “preda”. Può fare a meno di tutti ma di una proprio no e non perché le voglia bene, ben inteso, ma perché le serve, è la sua fedele, fedelissima segretaria, il suo braccio destro,  quella che più che eterno ossequio, le ha giurato schiavismo volontario: “Paura”, detta  anche “Fifa” (no, no, non quella del calcio, quella è roba da maschi alfa, mica cotiche ! Hai detto cotica? Sì, di cinghiale).

La chiamano così, Fifa, fin da piccolina; è un vezzeggiativo, un diminutivo, che stempera la pesantezza di un nome decisamente impegnativo. Le due, in verità, non si sopportano ma si tollerano, ovviamente per facciata, per mutuo interesse altrimenti “addio giochino”, addio stampella, addio benefit comuni. Stanno insieme da una vita e “mo’’” si tengono, un po’ come quelle unioni di lunga data, morte e rimorte, trite e ritrite, noiose come la voce di Melissa Satta, ma che ormai… Beh lo sapete dai.

Paura – detta Fifa – è di Perdita  la servetta utile, utilissima, fedele come un cocker da divano, sempre pronta a fare il gioco sporco, a pararle il deretano; le serve per la prima linea, per la trincea un po’ come ad Armando Diaz  servivano quelli dell ‘99 nel 1917 ( classe 1899, gli eroi bambini del dopo Caporetto, Prima guerra mondiale, va’ beh sorvoliamo ). “Povera creaturella – dico io – mi fa tenerezza”, ma non dovrei averne lo so, perché è lei che ha scelto quel ruolo. Il loro è un rapporto oramai consolidato e socialmente riconosciuto; come tutte le coppie che durano, sanno di mentirsi a vicenda, sanno di essere un po’ sporche, ma se non fosse così si sarebbero già separate! Quelle due sono, anche se deplorevolmente, una squadra vincente e …squadra che vince?  “nun se cambia”.

Ricordo quella volta in cui le sentii parlare dell’incontro con Faccia, una tipa un po’ camaleontica, amante del fashion style, insomma una tipa a cui piace cambiarsi spesso, quando ne ha l’occasione anche più volte nello stesso giorno.

Particolare de “Il giardino delle delizie” di Hieronymus Bosch – (1480-90)

Perdita: “Paura, cara, quando dobbiamo andare da Faccia ? Domani? Ecco ricordale che non può tirarsi indietro eh!. Falle firmare quel contratto, senza se e senza ma. Io, lei la voglio assolutamente.”

Paura: “Mmm, la vedo dura, l’ho contattata ieri, mi ha detto che non è più tanto sicura. Vorrebbe svincolarsi. Secondo me c’è lo zampino di quel guastafeste di Coraggio”.

Perdita: “Ma perché quello non si fa gli affaracci suoi? Perché non si incammina verso Santiago con gli amici suoi, Impavido ed Eroico? Quel Coraggio non lo sopporto proprio, sempre in mezzo sta, penserà mica di avere la meglio su di noi, eh? Povero illuso. Noi Faccia ce l’abbiamo in pugno. Quella cretina neanche si è accorta di come la spenneremo, per farle fare quella cosa ! Non vedo l’ora di vedere gli occhi spalancati dell’amica sua, l’altra scemetta di Coscienza. Sai le risate che ci facciamo !! Ma dimmi quand’è invece che abbiamo appuntamento con Amore?”

Paura: “Domani alle 15.00”

Perdita: “Bene chiamalo e digli che alle 15,00 sarai lì. Deve firmare l’accordo con quel pappamolla di Comodo. Quei due si credono il gatto e la volpe, ma noi siamo più furbe. Vedi scherzetto che gli faccio, ma mi devi tenere lontano Coraggio. Distrailo con Ignavia, per favore . Anche se lui è un incorruttibile lei è una che la sa lunga eh! Fai in modo che si incontrino, impegnati.”

Paura: “Eh, la vedo dura, l’ultima volta che l’ho sentito mi pareva risoluto; non ne voleva proprio sapere di firmare il contratto con Comodo, perché lui lo vuole fare con Libertà; dice anche una società piccolina eh.. a basso capitale, mica grandi cose, sai del resto non sono più i tempi di una volta. Insicurezza mi ha detto che Coraggio e Libertà si siano incontrati, in segreto, di notte. Incontro fugace, di più non so, ma non promette bene.”

Perdita: “No, no, io non ne voglio sapere delle loro storie, vai e torna con il contratto firmato. Lo conosco Amore, basta bloccare Coraggio a Santiago. Inventiamoci ‘na cosa, che ne so, un allarme bomba, no meglio, allarme alluvione, ora con la storia del cambiamento climatico, ci credono tutti un po’ di più.  Se teniamo lontano quell’illuso di Coraggio, vedi come Amore firma quel contratto, eh se lo firma, conosce bene le penali che gli ho fatto sottoscrivere nel preliminare! Poi conosco bene Comodo, lui è un venditore nato sa essere persuasivo, deve esserlo altrimenti noi perdiamo le provvigioni e con loro sono altissime. Guarda se proprio proprio vuole rimescolare le carte in tavola, al massimo gli posso concedere di sottoscriverlo con quella sfigata di Fiducia, lei ci starebbe sai, scommetti? E’ talmente scema che abbocca subito! La chiamo io.”

Drin, drin (lo abbiamo detto no che Perdita è una che s’attacca al telefono? Sì. E che ti sfianca? Sì, pure).

Perdita: “Ehi Fiducia, buongiorno come va? (lo dice ma non gliene frega mica niente… ). Senti cara, ho un affarone da farti fare. C’è in corso un progettone, una roba pazzesca. Una cosa che ti svolterà il business. Ci sarebbe da mettere in piedi una cosina con Amore, si Amore, quel tizio belloccio, brillantone, piacione, sportivone, festaiolone, sorrisone, tutto “one” e con la “miccia” sempre accesa.  A volte è  un po’ timido, ma questo è il suo bello, anche questo lo fa tipo di successo! Lui è proprio interessato sai, gli ho parlato molto bene di te e non vede l’ora di incontrarti.”

Fiducia: “Oh cara, sempre al pezzo stai, eh! Non perdi un colpo. Ma senti, da quando c’è stato “Coso 19” sono diventata un po’ titubante, ci vado cauta per non dire che evito proprio. Sai le cose non hanno girato più come prima.”

Perdita: “Su dai, ma ora che c’entra “Coso 19”? E’ tutto finito, non ci starai mica ancora a pensare, eh? Facciamo che ti mando Paura ad illustrarti il progetto. Io ho impegni inderogabili, sennò sarei venuta di persona, lo sai a te ci tengo! Magari io e te ci incontriamo più avanti, in corso d’opera.”

Fiducia: “Lo so, lo so cara, sei sempre molto premurosa con tutti, la tua è una missione ed il tuo impegno impagabile, ma credo di non essere la candidata migliore per questo tuo progettino.”

Perdita: “Non scherzare dai, ti conoscono tutti, sei caparbia e volitiva, sei forte tu, fisicamente, mentalmente, ti piacciono le sfide e non molli mai. Figurati se non ti butti in questa nuova avventura. Noi ti seguiremo passo passo, lo sai è il nostro lavoro.”

Fiducia: “Come mi conosci bene! Mi sei sempre stata vicina. Anche Paura è sempre stata molto carina con me. Mi chiamava spesso, spessissimo, fino a poco tempo fa. Temo che i rapporti i si siano un po’, come dire, sciupacchiati.”

Perdita: “Ah sì, peccato“.

Fiducia: “Ad ogni modo, le ho detto che a lei ci tengo e che riconosco il suo impegno, in fondo senza di lei non avrei evitato molte cose dannose e gliene sono davvero grata, ma ho deciso di prendermi un po’ di tempo per me e le ho chiesto di cercarmi meno, diciamo lo stretto necessario. Sicuramente non potrò fare a meno di voi, perché beh voi due siete come i peperoni nella paella, la ricetta li prevede! Danno sapore e colore al piatto ma come dicono a Livorno… “deh” vi riproponete sempre! Meglio andarci piano.

Perdita: “Ok, ma torniamo a noi, quel progetto con Amore hai intenzione di farlo o no?” 

Fiducia: “Mah, senti digli che un giorno di questi lo chiamo, lo prometto, ma sai, io non mi posso più permettere di fare programmi. Dopo “Coso 19” ed il vostro impegno, ho dovuto chiudere la ditta ed improvvisare robe varie con quella strampalata di Vita e quell’altra, quella squinternata di “Me Stessa” (eh, sì, l’ho richiamata, mi mancava troppo). Nonostante le tue intromissioni, Vita non l’ho mai persa di vista, del resto siamo nate insieme! E l’altra, beh, l’altra l’adoro, un mix di roba strana, mi ricorda Porta Portese: ombre e luci, stracci e street food, pellicce e costumini! Lei è un pozzo di sorprese, me la tengo stretta, ne vale la pena.

“Pronto, Perdita ? Ci sei ancora? E’ caduta la linea, richiamerà.”

Sabato, 10 giugno 2023 – n°23/2023

In copertina: particolare de “Il giardino delle delizie” di Hieronymus Bosch – (1480-90)

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