Il satellite della Terra si trasformerà in base di lancio per lo spazio profondo?
di Nancy Drew
La Luna, tanto cara agli innamorati e romantica a guardarla dalla Terra, si presta ad un futuro di esplorazione e sfruttamento spaziale che mira ad estrarre ossigeno dalla Regolite lunare, ovvero l’insieme della miscela di sedimenti e rocce frammentate che ricoprono la superficie della Luna.
Il progetto prende il nome di ORACLE (Oxygen Retrieval Asset by Carbothermal-reduction in Lunar Environment), e si attuerà attraverso la partnership dell’ASI – Agenzia spaziale italiana – e il Politecnico di Milano.
L’obiettivo della ricerca, ancora nelle sue fasi ancora iniziali, è studiare e realizzare una versione preliminare del macchinario per l’estrazione dell’ossigeno lunare, che verrà ospitata da un Lander, per poi sviluppare il progetto con un partner industriale e poter realizzare un impianto dimostratore da lanciare sulla Luna entro il 2028 sfruttando i voli commerciali verso il satellite naturale della Terra – tipo SpaceX di Elon Musk – tra quelli attualmente in via di sviluppo.
«L’InSitu Resources Utilization, cioè l’estrazione e lo sfruttamento delle risorse sul posto, è una capacità chiave per l’esplorazione sostenibile come quella che stiamo pianificando per la Luna. In questo senso, contiamo che il progetto ORACLE si riveli di interesse globale in una prospettiva futura e che consenta all’Italia, tra i primi al mondo, di detenere una tecnologia strategica. In questa nuova stagione di ritorno alla Luna, il nostro paese si sta preparando al meglio per essere presente e ORACLE ci darà l’opportunità di consolidare il ruolo di primo piano in programmi di ampio respiro come Artemis» – spiega Raffaele Mugnuolo, Responsabile Unità Esplorazione, Infrastrutture Orbitanti e di Superficie e Satelliti Scientifici dell’Agenzia Spaziale Italiana.
L’estrazione dell’ossigeno dalla Regolite lunare mira allo stoccaggio di questo importante elemento per la vita umana, direttamente sulla Luna, per agevolare la presenza umana di lungo periodo sul satellite, e aprendo le porte a missioni prolungate e a insediamenti permanenti sulla superficie lunare di scienziati, imprenditori e, chissà, turisti terrestri.
La tecnologia di estrazione dell’ossigeno dalla Regolite lunare, si fonda sulla carbo-riduzione termica, una tecnologia “innovativa” – di cui al momento non è possibile prevedere effetti a lungo termine – che ha visto una prima fase di validazione in laboratorio grazie al contributo del gruppo di ricerca ASTRA presso il Politecnico di Milano, che ha condotto meticolosi studi e test in laboratorio per verificare la fattibilità.
Se il progetto andrà buon fine, ma ci vorranno alcuni anni per definirlo, esso renderebbe superflua la necessità di trasportare riserve di ossigeno dalla Terra per le future missioni spaziali lunari riducendone i costi in primis, e dando un ulteriore slancio all’esplorazione dello spazio profondo.
La sfida ha più aspetti, e non riguarda solo il lato chimico di estrazione dell’ossigeno, bensì anche l’adattamento all’ambiente lunare, e le sue mutevoli condizioni, dell’impianto di estrazione, nonché la complessità di stoccare l’ossigeno in un ambiente privo di atmosfera.
Raffaele Mugnuolo sottolinea che questa prospettiva è vitale per pianificare le future missioni sulla Luna ed oltre.
«Il progetto ORACLE rappresenta uno percorso virtuoso di ricerca e sviluppo tecnologico che dimostra come l’innovazione si possa concretizzare attraverso azioni sinergiche di realtà complementari come l’Università, l’Agenzia Spaziale Italiana e, in futuro, il comparto industriale nazionale. ORACLE è un’ulteriore conferma delle opportunità che la collaborazione tra i due enti offre in ambito Aerospaziale per mettere le competenze tecniche e la ricerca del Politecnico di Milano al servizio del consolidamento del ruolo dell’Italia in un comparto così strategico a livello mondiale. La sfida è notevole, ma altrettanto intensi sono la motivazione e l’entusiasmo del gruppo che contribuirà fattivamente ad un momento storico unico nello scenario dell’esplorazione spaziale come il ritorno sulla Luna, dando seguito ai risultati ottenuti in laboratorio per produrre “in loco” la prima goccia d’acqua lunare»- sostiene Michele Lavagna – Responsabile scientifico del Progetto per il Politecnico di Milano.
Da alcuni anni gli uomini più ricchi al mondo, tali Elon Musk, Jeff Bezos, Mark Zucherberg ed altri, sostengono che il pianeta Marte diverrà una colonia terrestre, considerando anche che il prezioso e bellissimo nostro Pianeta è sempre più travolto da drammatici eventi naturali, ma ospiterà solo i “pezzi grossi”, “i migliori” della Terra, un migliaio di persone circa per salvare il genere umano dall’estinzione. Il loro progetto ha già fatto un bel passo avanti con i voli commerciali spaziali, ma prima di questi l’ossigeno da avere a disposizione nello spazio è l’unico l’elemento davvero indispensabile – vitale – anche alla stessa colonizzazione terrestre degli altri Pianeti del nostro sistema solare.
Sabato, 19 agosto 2023 – n°33/2023
In copertina: la discesa sulla Luna di Neil A. Armstrong (1969) – NASA Apollo Archive