L’arte della medicina e del donare
di Laura Sestini
La storia di San Cosma e San Damiano, santi venerati in tutta Italia, e in particolare al Sud, erano fratelli gemelli, nati nel 260 in quella parte di mondo che oggi chiamiamo Arabia Saudita, ma cresciuti nella tradizione cristiana per la fede della madre e la conversione del padre alla loro nascita, in seguito perseguitato e ucciso.
Cosma e Damiano erano i fratelli maggiori di una famiglia numerosa e benestante sotto l’Impero Romano, allora guidato da Gallieno. La loro educazione fu seguita dalla madre e studiarono l’arte medica nella provincia siriana dell’Impero.
Sulla loro vita ci sono più versioni, ma su alcuni punti tutti gli studiosi sono concordi, ovvero che fossero prodigiosi nella loro professione di medici, dei veri benefattori, poiché curavano le persone gratuitamente.
La loro ispirazione proveniva da una affermazione di Esculapio, un semidio della mitologia sia greca che romana, che divenne il dio della medicina: «Darete delle cure gratuitamente, se c’è da soccorrere un povero o uno straniero, perché dove c’è l’amore degli uomini c’è l’amore dell’arte» . Esculapio era molto amato dal popolo, il cui culto a Roma fu inserito intorno al 290 e un tempio eretto per venerarlo.
Anche Cosma e Damiano erano tenuti molto in considerazione alla loro epoca in Medio Oriente, e si racconta che grazie alle loro prestazioni mediche, in grado di operare prodigiose guarigioni, dei veri e propri miracoli, e la loro bontà fossero riusciti a convertire molte persone alla fede cristiana.
I Santi Medici Cosma e Damiano sono i patroni di Riace, in provincia di Reggio Calabria, nonché della diaspora riacese, dal Piemonte all’Argentina. A Buenos Aires, ogni 27 settembre, si tiene la tradizionale processione, con le statue dei santi portate sulle spalle da una squadra di uomini, alla stessa maniera come accade nel paesino calabrese di origine degli espatriati. A Santena, in provincia di Torino, dove esiste una nutrita comunità riacese, nel 2023 è stato firmato il gemellaggio Santena – Riace per il culto dei due santi e per la memoria della tradizione religiosa riacese.
Alla festa dei santi patroni, Riace dedica ben quattro giorni; il paese si riempie di bancarelle di tutti i tipi, arriva la giostra per i più piccoli, insieme ai dolci, l’artigianato, i panini con la salsiccia piccante profumata di finocchio selvatico ad ogni angolo, i viandanti Rom con i loro organetti gioiosi e gli spettacoli di altri comuni vicini, come I Giganti di Reggio Calabria, per il lato pagano della ricorrenza.
In realtà, in quei giorni il cuore della festa è la Chiesa di Santa Maria Assunta, al centro del Paese, dove il parroco celebra più volte la Santa Messa, sempre molto partecipata, per la preparazione al rito della processione che porterà i fedeli a piedi fino al Santuario, distante un chilometro fuori dal paese, in segno di devozione al culto di San Cosma e Damiano.
Durante le funzioni religiose, una piacevole differenza da altre regioni e culture locali sono le melodie in dialetto calabrese, cantate dalle donne con l’aiuto di una pianista, che raccontano sia dei miracoli di Cosma e Damiano come medici, mentre si invocano a protezione alla propria salute.
Un momento particolarmente sentito dai credenti, è quello che vede le statue dei santi scendere dall’altare della chiesa, per posizionarli nel baldacchino che li porterà per le strade del paese, in mezzo alle migliaia di avventori dai Comuni limitrofi e oltre. In silenzio i devoti seguono con gli occhi – e gli smartphone in piena attività video – alcuni addetti alle manovre per la discesa, accompagnate da scroscianti applausi, in momenti precisi del rito.
La ricorrenza religiosa terminerà quando dopo aver trasferito i santi in processione verso il santuario – accompagnati dalla banda – questi, in una processione di ritorno, verranno portati nuovamente al loro posto, il giorno successivo, sull’altare della chiesa di Santa Maria Assunta dove rimarranno fino alla futuro 26 settembre.
In quanto a Cosma e Damiano, giunto Diocleziano come Imperatore, che avviò la persecuzione dei cristiani, furono arrestati ed infine torturati in maniera brutale e decapitati.
La loro fama era così grande che subito dopo la loro morte, nel 303, sorsero i primi luoghi di culto, in Grecia, a Gerusalemme, in Egitto, a Costantinopoli, invocati come taumaturghi, mentre a Roma papa Felice IV fece edificare una basilica a loro intitolata.
Grazie ai loro successi nella cura delle malattie e delle infermità delle persone, i due fratelli diventarono per tradizione i santi protettori dei medici e dei farmacisti.
Sabato, 23 settembre 2023 – n°39/2023
In copertina: le statue di San Cosma e Damiano in processione – Foto: Laura Sestini (tutti i diritti riservati)