Le saline di Sfax, Zarzis e Susa
Redazione di TheBlackCoffee
La multinazionale francese Salins du Midi, è tra le più grandi società al mondo per la produzione di sale marino. A 150 anni dalla sua fondaziona vanta di essere presente in Italia, Spagna, ma anche in Senegal e Tunisia.
In Tunisia, la caduta di Ben Ali, sotto la pressione dei manifestanti nel 2011, aveva permesso che la sua eredità coloniale venisse smascherata, e ciò si scontra con la tutela di cui gode la famosa marca di sale “La Baleine”, da parte del governo tunisino.
L’intifada del 17 dicembre 2010, innesco della Rivoluzione, aveva messo a dura prova la questione delle risorse naturali al cuore dei dibattiti in Tunisia. La gente che soffriva di miseria economica esigeva una “dignità” in associazione al pieno possesso delle proprie ricchezze nazionali.
Da allora troviamo questi argomenti quasi sempre come punto di dibattito nei movimenti sociali tunisini. Ne sono esempio la rivolta di Redeyef – nel 2008 – nelle miniere di fosfato; i sit-in di Kerkennah – 2015-2016 – e di El-Kamour nel 2017, che avevano bloccato rispettivamente
siti di estrazione di gas e petrolio, mentre i tunisini reclamano le risorse dalla loro terra e del mare.
Queste contestazioni hanno un forte accento anticolonialista, poiché queste ricchezze naturali sono state spesso monopolizzate dalle ex potenze coloniali, in questo caso dalla Francia.
Le mobilitazioni popolari in Tunisia fanno eco a molti altri movimenti decolonialisti in Africa e nel mondo arabo.
Nel 2013, la Commissione per l’energia e i settori produttivi dell’Assemblea nazionale costituente tunisina – ANC – aveva ritrovato, in vecchi numeri della Rivista Ufficiale della Tunisia, la Convenzione sullo sfruttamento del sale tra lo Stato francese e la reggenza di Tunisi, che risale al 1949.
La società COTUSAL, filiale della multinazionale Salins du Midi, ben nota ai consumatori francesi per la sua marca di sale “La Baleine”, è presente in Tunisia dal 1903, e aveva ottenuto, grazie a questo accordo, il monopolio della produzione di sale tunisino, concentrando nelle sue mani le saline di Mégrine, Sfax e Susa.
L’indipendenza della Tunisia dalla Francia, nel 1956, non mise in discussione la Convenzione.
Tra il 2007 e il 2012, COTUSAL si era dimenticata pagare le tasse, quasi 6 milioni di dinari (circa 2,5 milioni di Euro), e come ogni volta che è stata messa in atto la procedura per il versamento degli importi arretrati, COTUSAL si è difesa sul proprio sito, proclamando la propria buona fede e la sua onestà fiscale. Essa brandisce la “partecipazione agli utili” con lo Stato tunisino per un importo di 400.000 dinari (circa 130.000 Euro), sostenendo di essere in pari con i pagamenti e pronta a rivedere la convenzione del 1949. Chi ci crede? Nessuno, neppure la Tunisia.
Sabato, 28 ottobre 2023 – n°43/2023
In copertina: cartolina postale delle saline di Mahdia all’epoca coloniale francese – Collezione Mohamed Hamdane