sabato, Novembre 23, 2024

Letteratura

Gli uomini non amano le donne

… e altre storie francesi

di Cafe Arte

“A Parigi i giovani fanno carriera con l’aiuto delle donne, e le donne con l’aiuto dei vecchi.” – Honoré de Balzac

Esther morì in settembre, Lucien in giugno.
Esther Gobseck “Splendori e miserie di cortigiane” (1847) di Honoré de Balzac

Una cortigiana straordinariamente bella ed esperta, che lavora quasi fin da bambina nei circoli d’élite parigini, incontra accidentalmente un giovane poeta povero, bello e ambizioso, ma infinitamente mediocre e indegno, che amerà scioccamente e devotamente fino al suo ultimo respiro.

Il suicidio amoroso di Esther scuote profondamente tutti i lettori con cuori teneri e romantici e una fragile sensibilità ai colpi di scena drammatici. Ricorda loro tutte le verità inaccettabili e crudeli della vita, gli toglie i grandi occhiali rosa con cui guardano con insistenza il mondo, e accende in loro un senso di tristezza e di ingiustizia così forte che la maggior parte di loro chiude il libro con un gesto improvviso di rabbia e delusione.

Pertanto, Esther muore a settembre, e il suo amato Lucien dopo poche pagine – o sei mesi – quando il lettore è pronto ad riaprire il libro e finire la storia.

“… Se avessi sette o otto milioni, mi sposeresti?”
“… Che bambino sei!” “Volevo solo dirti che se per me fosse tutto finito, non vorrei nessun’altra donna oltre a te…”

Esther abbassò la testa perché lui non vedesse il suo viso pallido e le lacrime che si asciugava. “Mi ami?” – chiese guardando Lucien con profondo dolore.

La morte di Esther di Gaston Bussière (1897)

Lucien è giovane, carismatico, con un cuore gentile e poetico, adorato dalle donne fino all’estremo, quindi è impensabile che qualche spigolo rimanga scoperto dalla sua squisita personalità. Volato e trasportato velocemente dalle ali dell’amore, Lucien scivola veloce e tremante verso un futuro promettente.

Ma no! Balzac è spietato, e poche pagine dopo l’inconsolabile perdita di Esther, senza aver raggiunto l’apice della ricchezza e del suo luminoso futuro, senza molti onori né lacrime dei lettori, Lucien esce dalla seconda parte del romanzo impiccandosi in una cella di prigione.

Giungiamo qui alla conclusione che un dolore terribile fa sì che il cuore di un uomo si senta vicino a Themis – dea della legge e dell’ordine – rispetto alla separazione o alla morte della persona amata…?

Il giudizio di Themis è più temibile e inevitabile di quello della coscienza? Sulla coscienza di chi deve giacere il cadavere di un amante devoto?

Più inaccettabile e grave è la perdita della reputazione e dei sogni vuoti, che la perdita dell’amore…

Oppure prendiamo “Bel Ami” (1885) di Guy de Maupassant. Il perdente che vaga per le strade di Parigi senza un solo soldo in tasca. Affamato e assetato, passa di sottoveste in sottoveste per trovare la salvezza dalla sua miserabile vita.

Siamo d’accordo, metaforicamente parlando, una cosa è uccidere qualcuno spezzando il suo cuore desideroso, e un’altra è ucciderlo davvero. Come Laurent vuole uccidere Thérèse in “Thérèse Raquin” (1868) di Emile Zola.

Il guadagno materiale spinge il protagonista ad amare una donna, ad ucciderne il marito, e poi ad ucciderla… Anche il suo gatto, il quale avrebbe dovuto avere sesto senso per perdere le sue nove vite proprio per mano di Laurent, e per questo motivo lo guarda in modo così fisso e curioso per tutto il romanzo…

“Una donna è una tavola ben apparecchiata che l’uomo guarda diversamente prima e dopo aver mangiato” – Honoré de Balzac

Sabato, 4 novembre 2023 – n°44/2023

In copertina: un’illustrazione di Bel Ami

Condividi su: