Una (confusa) proposta di legge contro l’antisemitismo
di Laura Sestini
Se bastassero le leggi perché la coscienza si potesse forgiare ai sentimenti di rispetto e inclusione, allora dovremmo essere già da tempo, tutti, delle persone di ineccepibili virtù, in proporzione al numero delle leggi che si emettono ogni giorno a tutte le latitudini globali.
Al contrario, il Bundestag tedesco discuterà due progetti di legge per cui la cittadinanza dovrebbe aderire ad un (obbligato) riconoscimento de il diritto dell’esistenza dello Stato di Israele”, con la convinzione che ciò serva a contrastare l’antisemitismo, di cui probabilmente la Germania è affetta.
Se la legge dovesse passare, questa condizionerebbe addirittura il diritto alla cittadinanza tedesca: essere pro- Israele ne varrebbe come requisito indispensabile.
E’ curioso prendere atto di come si comportino in maniera totalmente contrapposta il mondo occidentale, rappresentato dalla Germania e Israele – che si assomigliano soprattutto per il loro arsenale – e il resto del mondo, per cui indicheremo in rappresentanza la Tunisia e la Striscia di Gaza (all’uopo vi reindirizziamo a https://www.theblackcoffee.eu/la-tunisia-verso-la-criminalizzazione-dei-rapporti-con-israele/).
Il Bundestag ha affermato che i due progetti di legge proporranno l’imposizione di sanzioni severe per le presunte espressioni antisemita, per riconoscere lo Stato di Israele, che inoltre non si potrà criticare. Il disegno di legge è stato presentato dal gruppo parlamentare del Partito Democratico Cristiano (CDU), da questo descritto come un tentativo di contrasto all’antisemitismo in mezzo alle crescenti tensioni nel Paese dopo l’a’inizio della guerra di Israele su Gaza. Ricordiamo che la polizia antisommossa tedesca ha represso duramente le manifestazioni nazionali, suscettibili di turbare l’ordine pubblico – allineandosi alla Francia, che pari a questa ospitano le più grandi comunità ebraiche e musulmane in Europa – contro la guerra messa in atto da Israele sulla cittadinanza palestinese gazawi e anche le uccisioni arbitrarie in Cisgiordania da parte di coloni e forze militari IDF.
I casi su cui disquisire sono pochi, o la Germania ha grandi numeri di gruppi neo-nazisti, e quindi una univoca ragione di preoccupazione che con l’occasione della guerra Israele-Gaza questi si possano risvegliare e manifestare i loro noti sentimenti contro il mondo ebraico; nei fatti però le ultradestre sono anche contro gli Arabi e gli stranieri tutti, contravvenendo al principio sull’antisemitismo, base su cui si sta poggiando il Bundestag; oppure con questa giustificazione, la Germania vuole proprio colpire i Palestinesi e gli stranieri musulmani, considerando il fatto che detta legge dovrebbe influire proprio sul principio/diritto di cittadinanza, che può indicare sia un mero (si fa per dire) permesso di soggiorno, o propriamente che tra le virtù del “buon cittadino tedesco”, sarà sotteso anche il fatto di essere pro-Israele, senza possibilità di scelta individuale, nonostante gli oltre 5mila bambini massacrati sotto le bombe israeliane, quindi essere complici – obbligati dallo Stato tedesco – alle carneficine compiute.
Ma poi, cosa c’entra l’antisemitismo con tutto ciò? La propaganda pro Israele, a cui la Germania sta inviando armi attraverso la base britannica a Cipro, così come altre nazioni Nato/europee, mette tutto sullo stesso piano, con una gran confusione semantica, tra religione, politica e movimento sionista, che purtroppo in tanti casi si intrecciano e si sostengono a vicenda, per cui si presta con grande impegno la maggioranza della stampa occidentale.
Con una potenziale legge che criminalizza l’antisemitismo e che, a causa di questo, andrebbe a condizionare il diritto di cittadinanza, se un abitante autoctono, per esempio di Francoforte, decidesse di non essere d’accordo con le politiche israeliane – che non significa essere un antisemita – entro le pene severe che promette il Bundestag, perderebbe la cittadinanza tedesca? Non rappresenterebbe più il “buon cittadino” e quindi non meriterebbe di essere un vero tedesco? Questo metodo comparativo ci rammenta da molto vicino, famosa “razza ariana” tanto bramata da quel signore con i baffetti e la svastica fissata sulla giacca, morto suicida il 30 aprile del 1945.
La proposta di legge contro l’antisemitismo è frutto di un’escalation di ‘botta e risposta’ tra le autorità tedesche e alcuni Paesi musulmani, a causa della mancata autorizzazione di manifestazioni pro-Palestina, a cui sono seguite le proteste dei cittadini di origine araba, tra cui intellettuali che risiedono in Germania, insieme alle sfide al divieto di manifestare.
Quanti sensi di colpa deve ancora elaborare la Germania nei confronti degli Ebrei, per trovare solo soluzioni repressive contro i suoi cittadini, riguardo alla questione israelo-palestinese?
«L’aumento degli attacchi alle moschee e degli omicidi neonazisti del Nationalsozialistischer Untergrund – NSU – non fa che dimostrare i profondi fallimenti sistemici della polizia e del sistema della giustizia tedeschi nella lotta contro tali reati» – ha sottolineato l’inviato turco alle Nazioni Unite di Ginevra.
Sabato, 25 novembre 2023 – n°47/2023
In copertina: l’aula del Bundestag tedesco – Foto: www.bundestag.de