La domanda al Sottosegretario di Stato David Cameron rimane senza risposta
di Laura Sestini
La guerra su Gaza cerca risposte, fruga tra le innumerevoli fake news e le reali bugie israeliane, di cui molte già portate alla luce da importanti testate giornalistiche d’oltreoceano.
L’ultima propaganda dei media israeliani, in fervente attività, sono i civili, solo uomini e moltissimi giovani, catturati nei campi profughi dalle forze militari IDF, fatti denudare e tenuti per terra lungo le strade in mezzo ai palazzi distrutti dai bombardamenti, spacciati per uomini di Hamas.
Tra gli innumerevoli video che corrono sui social, ritroviamo tra i prigionieri, lasciati letteralmente in mutande, anche un noto giornalista, Zia Al-Khalot, del quotidiano The New Arab, la cui immagine è in prima pagina che ne denuncia l’arresto indiscriminato.
Negli ultimi giorni un tentativo di nuovo lancio mediatico verteva sugli strupri dei miliziani di Hamas, sulle donne israeliane, durante il raid in Israele del 7 ottobre, subito smontato, non uno straccio di prova, non è stato creduto da nessuno, per cui, in queste ore, si sta tentando con gli stupri sui bambini. D’altra parte sono gli stessi ostaggi appena liberati, le donne, a raccontare nelle interviste delle gentilezze ricevute dai loro guardiani.
Nel frattempo, i militari israeliani dentro Gaza sequestrano le biciclette ai ragazzini e ci giocano loro felici, la frenesia che scaturisce dal senso di potere del carnefice (le foto le ha pubblicate il Corriere della Sera, giusto per puntualizzare la fonte).
In Europa, i media sono maggiormente schierati con Israele, l’informazione è quasi univoca, la politica è disposta ad inviare armi, come nel primo anno di guerra in Ucraina – lasciata attualmente in standby, quasi scomparsa anche dai notiziari – mentre i Paesi occidentali si prodigano a foraggiare la nuova guerra contro la Striscia di Gaza.
Giorgia Meloni che tanto ha fatto per portare in Italia la neonata britannica, affetta da grave malattia genetica, da salvare a tutti i costi, e tristemente deceduta, adesso volta le spalle agli 8mila bambini palestinesi uccisi sotto i bombardamenti israeliani. Come è possibile? Dove è finita quella (strana) compassione dimostrata verso la piccola Indi Gregory? Era vera? O uno strumento politico mimetizzato?
Nella selva dell’informazione è difficile districarsi, ed è facile cadere prede di propagande studiate a tavolino. Vale per tutti. Anche per i politici navigati, ma di facili entusiasmi.
Dalla Gran Bretagna una domanda che appare come un fiore nel deserto, la pone Jeremy Corbyn, leader del Partito Laburista. E’ rivolta al Segretario di Stato per gli affari esteri, del Commonwealth e dello sviluppo, Lord David Cameron, ex Primo ministro.
La questione, generata da voci di corridoio di alcuni parlamentari britannici, chiede la verità sulla potenziale presenza di soldati della Corona operativi a Gaza. Dopo un’udienza alla Camera dei Lord, dove al Sottosegretario vengono poste domande precise sulla situazione di emergenza umanitaria e sanitaria nella Striscia di Gaza, l’interesse si sposta sulle forze militari presenti. Alla cui domanda Cameron si rifiuta di rispondere. Sul documento di Jeremy Corbyn indirizzato a Cameron, si possono ritrovare più dettagli.
Pochi giorni dopo il 7 ottobre, circolavano in rete video di militari italiani, potenzialmente in territorio palestinese; non ci bruceremmo la mano sul fuoco, neanche i Sottosegretari italici risponderebbero alla domanda. Un dubbio è lecito: talora fosse reale che i militari inglesi e pure gli italiani sostenessero in qualche modo le truppe israeliane, sconfinando, vestirebbero le stesse divise per passare inosservati?
La missione inteforze UNIFIL, al confine Sud del Libano – attiva fin dal 1978, quando Israele invase il nazione, cosiddetta “dei cedri” – è lì dietro l’angolo, separata da Israele solo da un muro, tanto per cambiare. Il passo sarebbe breve.
Fuori dalle ipotesi, di militari di nazionalità italiana che combattono a fianco degli israeliani, si parlava di migliaia già alla fine di ottobre, lo hanno riportato testate nazionali (quelle che vivono di contributi pubblici), e postati sui social, dove risultano interviste ad alcuni di questi soggetti armati, realizzate da noti colleghi giornalisti. Quindi che possano esserci anche militari britannici non è escluso, anzi quasi sicuro.
Non si comprende, però, chi siano realmente questi “militari”, se cittadini israeliani con doppio passaporto, veri e propri mercenari, o effettivi di eserciti nazionali.
Sabato, 9 dicembre 2023 – n°49/2023
In copertina: civili catturati dalle IDF – Foto: autore sconosciuto