Privacy o bene comune?
di Comitato di salute pubblica Val di Cecina (LI)
Il 24 gennaio scorso, alcuni attivisti del Comitato Salute Pubblica Val di Cecina hanno partecipato ad un incontro organizzato dalla Società della Salute Valli Etrusche, ente pubblico che copre i servizi sanitari di un’area costiera della provincia di Livorno e alcuni Comuni collinari in provincia di Pisa a ridosso della costa.
L’Ente è rappresentato dal Coordinatore Sanitario Franco Berti, e dal Dipartimento di Prevenzione dell’AUSL Toscana Nord-ovest con la presenza del Direttore Roberta Consigli e del Responsabile del servizio di Igiene Pubblica e Nutrizione dell’AUSL di Piombino Alessandro Barbieri.
In questa occasione abbiamo chiesto a che punto fosse lo studio epidemiologico approvato dai Comuni di Cecina e Rosignano Marittimo, entrambi nella provincia di Livorno, in merito all’aumento di mortalità e di talune malattie, da loro stessi riconosciute.
Ci è stato detto che nessuno studio è stato avviato e che ad impedirlo fossero le regole imposte dal Garante per la privacy, poiché lo studio potrebbe portare a collegare la patologia alla persona.
Naturalmente non abbiamo strumenti per contestare questa affermazione, ma rileviamo che in tal caso nessuno studio sulla salute territoriale sarebbe possibile e dunque, diventerebbe obsoleta la necessità stessa del loro Dipartimento.
Inoltre, troviamo curioso che il problema della violazione di Privacy esista per l’individuazione delle cause di malattia, ma che sia lecito piazzare centinaia di telecamere per spiare i cittadini, inclusi gli spazi riservati ai minori o, peggiore, nell’implementazione di sistemi di tracciamento per i rifiuti delle singole famiglie.
Abbiamo chiesto anche se rientrasse nei loro piani un monitoraggio della possibile correlazione con le vaccinazioni contro il Covid-19 e l’aumento di malattie segnalate come possibili effetti avversi.
Il Dipartimento ha negato tassativamente questo tipo di vigilanza, dunque il “monitoraggio addizionale” si limita alle segnalazioni spontanee.
Nessun tipo di riscontro è previsto a livello territoriale. Per escludere (aprioristicamente) questa eventualità, hanno riconosciuto che talune criticità – in specifico riguardo alle nascite – sono in aumento sistematico da anni.
Questo, a nostro avviso, dovrebbe essere una ragione ancor più valida per dare il via allo studio già approvato.
Troviamo curiosa questa attenzione alla salute pubblica a fasi alterne: si implementano strumenti come gli Autovelox per evitare incidenti anche in tratti storicamente non insidiosi, ma non sembra una priorità indagare le cause di un accertato aumento di mortalità e malattie, specialmente cardiologiche e delle vie respiratorie.
Questo modo di concepire il “Bene comune” ci sfugge!
Sabato, 10 febbraio 2024 – Anno IV – n°6/2024
In copertina: protesta pubblica di informazione per la cittadinanza – Immagine fornita dal Comitato