A Palazzo Strozzi la mostra di Anselm Kiefer
di Laura Sestini
Nel cortile del rinascimentale Palazzo Strozzi, il visitatore viene accolto da un’imponente pittura di oltre otto metri per sette dal titolo Engelssturze – Caduta dell’angelo, realizzata in gran parte a foglia d’oro e con tecnica mista di colori, resine e tessuto, espressamente ideata per dialogare con lo spazio in cui è posizionata, in contrasto con le linee architettoniche più lineari e severe dell’edificio.
Gli “angeli caduti” sono quelli cacciati dal Paradiso a seguito della loro ribellione contro Dio, riconosciuti come il Male che arriva nel mondo e dà origine al peccato originale; un particolare riferimento citerà San Michele, una figura presente e condivisa nelle tre religioni monoteiste, Ebraismo, Cristianesimo e Islam, a capo della milizia “divina” contro gli angeli ribelli, tra cui il più conosciuto è Lucifero.
Anselm Kiefer, classe 1945, è nato in Germania; con le sue prime opere, giovanissimo, affronterà la storia del Terzo Reich e l’identità post-bellica della Germania, come mezzo per rompere e indagare il silenzio sul passato recente.
All’interno dell’esposizione, una serie grandi fotografie analogiche riprodotte su materiali diversi, lo ritraggono in alcune differenti città europee mentre posa con il saluto nazista, attraverso la cui parodia o la citazione visiva e la decostruzione dell’architettura nazionalsocialista e dei miti germanici, Kiefer ha esplorato la propria identità e la propria cultura.
Kiefer è considerato uno degli artisti contemporanei più versatili e importanti, non ha una tecnica fissa per le sue opere, che realizza attraverso pittura, scultura, installazioni e fotografia, materiali i più eterogenei, tantoché in un grande dipinto tridimensionale ritroviamo anche dei veri carciofi, completamente dorati, sporgenti come da un giardino pensile. Secondo quanto egli stesso afferma, i suoi lavori non sono mai completamente finiti, su cui spesso torna sopra e rielabora anche a distanza di anni: un continuo flusso di elaborazione spirituale e intellettiva.
Le opere di Kiefer, nonostante le ampie dimensioni delle pareti e dei soffitti di Palazzo Strozzi, risultano imponenti e ricchissime di personaggi, come la rivisitazione della Scuola di Atene di Raffaello Sanzio, che esplora lo sviluppo del pensiero, o la Ave Maria, dove ancora appaiono i più famosi filosofi antichi.
Für Antonin Artaud: Helagabale, è una delle opere dedicate all’imperatore romano Marco Aurelio Antonino, dove su uno sfondo totalmente dorato, emergono due gruppi di girasoli con la corolla china ed un serpente tridimensionale, anch’essso dorato, che si mimetizza nell’abbacinante oro. L’imperatore aveva tentato di imporre alle sue genti il culto siriano del Dio-sole Baal.
Con la sua arte Anselm Kiefer propone un viaggio di introspezione sull’essere umano, esplorando le stratificazioni e le connessioni temporali tra passato, presente e futuro.
Il cuore della mostra è un’unica sala dove sono esposte circa 60 opere pittoriche che compongono un’installazione dal titolo Verstrahlte Bilder (Dipinti irradiati) i quali attraverso un gioco di specchi si perpetuano riflettendosi da mille angolature. Un allestimento molto attraente che intrattiene a lungo i visitatori, non solo per ingente numero di dipinti da osservare, ma soprattutto per il gioco di rimandi che ben si prestano a sperimentare la percezione visiva tra reale e immagine riflessa.
Il fiume Reno, simbolo della Germania, ma conteso con la Francia, viene anche contemplato dall’artista per le sue opere, per comprendere il suo rapporto con esso, utile anche a richiamare i ricordi della sua infanzia.
Dopo aver lavorato per molti anni in Germania, dal 1992 Anselm Kiefer si è trasferito in Francia, non lontano da Parigi, dove vive e lavora ancora di buona lena e con interessanti progetti in corso.
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Ansel Kiefer. Angeli caduti
Palazzo Strozzi – Firenze – fino al 21 luglio 2024
https://www.palazzostrozzi.org/mostre-in-corso
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Sabato, 13 aprile 2024 – Anno IV – n°15/2024
In copertina: Für Antonin Artaud: Helagabale – ©2023 Anselm Kiefer – Foto: Georges Poncet