Superare i limiti, personali, culturali, etici e geografici con il linguaggio della danza contemporanea
di Laura Sestini
Il Festival PerformAzioni – ideato e diretto da Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola che compongono la Compagnia bolognese Instabili Vaganti – ha compiuto 13 anni.
Due le residenze artistiche inserite nel Festival, che hanno visto protagonisti performer e coreografi provenienti da alcuni dei Paesi che la Compagnia ha coinvolto nel proprio progetto internazionale Beyond Borders, iniziato nel 2020, di cui la prima ha dato esito a Confini, andato in scena nell’affascinante e scenografico spazio dell’Oratorio di San Filippo Neri, nel centro di Bologna, inaugurando il Festival stesso. Distanze, invece, è il risultato finale di una ricerca coreutica sviluppatasi a Casalecchio di Reno – in collaborazione con il teatro “Laura Betti” e ATER Fondazione, partner di progetto che gestisce il teatro – un insieme di micro-performazioni e multimedialità.
I confini generano distanze, questo il concetto semantico affrontato nel progetto di danza contemporanea, per cui i performer sono giunti da India, Venezuela, Messico, Nagaland, New York, Senegal e Tunisia e si sono uniti ai giovani danzatori italiani under 35 selezionati appositamente per il progetto.
Quelli del Festival sono giorni di rappresentazione ma anche di riflessione, attraverso i movimenti del corpo dei danzatori, le parole degli “addetti ai lavori” presenti, le drammaturgie di alcuni progetti teatrali di Instabili Vaganti rimandati in video, gli interventi degli spettatori. Numerose le sfumature che il significato Beyond Borders – Oltre i confini – porta con sé nel suo titolo e in scena, dove ritroviamo una mescolanza di linguaggi coreutici della tradizione, etnici e contemporanei. La creazione di Distanze prende spunto da un fatto accaduto realmente durante l’organizzazione del Festival, ovvero del rifiuto del visto di ingresso in Italia ad un giovane danzatore tunisino che avrebbe dovuto partecipare alle residenze artistiche.
La distanza genera anche mancanza, ed anche un riposizionamento di tutti i performer all’interno della coreografia, per sopperire al vuoto lasciato dalla distanza stessa del loro collega che vive nella sponda sud del Mediterraneo. Il fenomeno, il sentimento della mancanza, non accade solo in un “balletto”, ma ogni qualvolta vi siano dei confini e delle barriere forzate. Beyond Borders è un progetto internazionale e drammaturgico ampio, evolutosi nel tempo, a cui ogni volta si aggiunge un dettaglio, un paese, una tappa in più, nuovi performer, una tematica da indagare, elaborare e portare in scena attraverso i codici propri della teatralità.
Il Festival PerformAzioni non è solo spettacolo, i/le performer sono prima di tutto persone, esseri umani con i loro personali confini. Difatti, sul palco, non solo mostreranno le loro abilità artistiche, ma anche narreranno di loro stessi, il significato che hanno percepito sui termini messi in discussione, confini e distanza.
Dopo il debutto dello spettacolo Confini, del 24 maggio, la giornata susseguente del Festival è stata in gran parte utilizzata per focalizzare sugli argomenti; un simposio tematico dove tutti, operatori teatrali e performer, hanno rilasciato le proprie impressioni e riflessioni, i dubbi, gli ostacoli da abbattere sul proprio cammino, e come far parte del progetto Beyond Borders – per di più avviato in tempi eccezionali di pandemia – abbia influito su una nuova percezione delle barriere, fisiche, mentali, culturali e geografiche. Una grande sfida, in parte compensata dalla tecnologia informatica.
Nicola Pianzola, fondatore di Instabili Vaganti, drammaturgo e performer, sè stato parte della rappresentazione di Confini. La coreografia ha attinto da un intreccio di movimenti tradizionali, rituali e contemporanei, primariamente dovuto alle differenti culture delle danzatrici e dei (meno numerosi) danzatori, che si sono mossi in cerchio, e nel finale hanno coinvolto anche gli spettatori, allargandosi a nuove interazioni ed evoluzioni coreografiche per una estemporanea jam session corporea.
Anna Dora Dorno, fondatrice della Compagnia, drammaturga e regista sempre molto attenta, ha supervisionato da dietro le quinte ed anche partecipato al simposio, benché afona, lasciando la parola al suo compagno di arte e di vita.
Affascinanti le composizioni musicali, alcune originali di Riccardo Nanni, tra cui suoni ricavati da oggetti naturali, come le pietre, mentre altre altre sono state proposte dai performer stranieri, che hanno sostenuto le parti teatrali e coreutiche, aiutando a comporre un’atmosfera già di per sé suggestiva per la location.
Se la danza contemporanea può risultare più “ostica” da comprendere, rispetto ai movimenti della danza classica o più tradizionale, osservare la flessuosità corporea dei/delle performer appaga di tutto ciò che non si riesce a tradurre in significato conosciuto. Insieme a loro, ai loro contorsionismi, anche come spettatori si dovrebbe lasciare andare, liberare, rilassare e percepire il proprio corpo, irrigidito dai tempi sempre più ristretti e veloci della vita iperglobale. Seppur da seduti – non solo guardare “superficialmente” i movimenti coreografici – si può sempre fare un tentativo per entrare in connessione, fondersi con lo spirito dei performer.
Il simposio, oltre alle esperienze e le suggestioni raccontate da Antonella Babbone (Teatro Laura Betti di Casalecchio / ATER Fondazione), Clemente Tafuri e David Beronio (Teatro Akropolis), Micol Vighi – (Sblocco 5 e altre realtà italiane in via di definizione), ha incluso anche una parte più accademica, con la presenza di Daniela Sacco – PhD Ricercatrice in Discipline dello Spettacolo Dipartimento di Culture del Progetto – Università Iuav di Venezia.
Numerosi i video prodotti nei differenti progetti drammatutgici e geografici di Instabili Vaganti, proiettati tra una sessione e l’altra del simposio, che hanno creato un filo conduttore tra le originali, dinamiche e colorate produzioni della Compagnia, nonostante le tematiche di spessore, “attiviste” in senso etico e politico.
Una menzione merita senz’altro anche la performance/convegno del drammaturgo messicano Angel Hernandez, che ha presentato un lavoro di ricerca sull’attuale contesto bellico nella Striscia di Gaza, dove lui si è recentemente recato per approfondire il tema della violenza, di cui il Messico è uno dei maggiori testimoni al mondo. Il progetto è stato rappresentato in lingua madre, tramite immagini video e parole recitate dal vivo.
A conclusione della significativa performance di Hernandez, Nicola Pianzola ha sorpreso gli spettatori, confessando di essere rimasto molto colpito dal testo del giovane drammaturgo messicano e di averlo (faticosamente, per trovare le parole appropriate) tradotto in italiano. Si è quindi cimentato – solo davanti ad un microfono – nell’evocazione di Rafah – alimentando la nube di polvere, un testo drammatugico molto toccante, altamente poetico per profondità di pensiero e qualità del lessico, ma tragicamente reale nei fatti, dove le aspirazioni di pace del popolo palestinese, tra eventi passati e incertezza del futuro, tuttora non trovano uno sbocco, una via di uscita risolutiva, bensì, ancora una volta, violenza di portata inimmaginabile.
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Confini
Regia: Anna Dora Dorno
Drammaturgia: Nicola Pianzola
Coreografie: Nicola Pianzola, Anuradha Venkataraman, Moayed Ghazouani, Elena Copelli
Supervisione coreografica: Elena Copelli
Performer: Nicola Pianzola, Arianna Terreno, Camilla Paris, Moayed Ghazouani (Tunisia), Anuradha Venkataraman (India), Mengu Suokhrie & Ethel Wanga (Nagaland), Cecilia Seawars (Usa), Angel Pelay (Venezuela)
Produzione: Instabili Vaganti
Con il sostegno di MIC, Comune di Bologna – POn Metro “La città che danza”
https://www.instabilivaganti.com/festivals/international-workshop-festival/2024/presentazione_2024
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Sabato, 1 giugno 2024 – Anno IV – n°22/2024
In copertina: Confini – One more step Beyond Borders – Foto: Stefano Scheda