sabato, Novembre 23, 2024

Teatro & Spettacolo

Instabili Vaganti e le storie di teatro

Ventennale della Compagnia, ma fuori dalla porta

di Laura Sestini

Instabili Vaganti Experimental Theatre, è una compagnia teatrale bolognese – composta dalla regista e drammaturga Anna Dora Dorno e il performer e drammaturgo Nicola Pianzola – che nel 2024 compie i suoi primi 20 anni di attività.

Durante il lungo percorso artistico,inizialmente, i due fondatori si erano concentrati con attività e progetti a livello bolognese, cittadino e nei quartieri, coinvolgendo la popolazione; ma in seguito, a causa di tante difficoltà burocratiche grandi e piccole, e in particolare di una nazione, l’Italia, che non è proprio attenta alla cultura e restringe sempre di più spazi fisici e intellettuali, sono stati obbligati a cambiare rotta.

Fortunatamente non tutti i mali vengono per nuocere; infatti da diversi anni Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola hanno intrapreso un percorso artistico internazionale – soprattutto con il progetto Beyond Borders, ma anche altri – che gli ha dato la possibilità, oltre ad esibirsi con molto successo ai quattro punti cardinali della Terra, di intrecciare il loro lavoro con artisti di lingue, nazionalità e culture diverse, portando sul palco non solo le istanze dei confini, le barriere e i limiti, a loro senz’altro cari, e che ampiamente hanno potuto sperimentare prima, dopo e durante la pandemia, ma anche su tematiche sociali e politiche attuali, praticando un etico e impegnato attivismo teatrale.

A maggio scorso, nonostante gli ostacoli che si erano presentati, la Compagnia ha deciso comunque di organizzare la XIII edizione del Festival PerformAzioni, a Bologna, dove, oltre alle performance dei giovani performer under 35 selezionati da una rosa internazionale, si è tenuto anche un simposium che narrava di teatro.

I festeggiamenti per il Ventennale della Compagnia sono al momento rimandati, poiché improvvisamente è stato sottratto – in maniera sospetta – lo spazio laboratoriale pubblico dove germogliavano e crescevano le loro performance e drammaturgie. Una questione molto spiacevole che porterà, probabilmente, ad una nuova evoluzione del loro percorso artistico e teatrale lungo 20 anni.

Mentre si attendono nuovi sviluppi e progetti – ed anche la festa per il Ventennale – la Compagnia ci racconta la propria storia, passata, presente ed anche futuribile.

A conclusione del Festival PerformAzioni (XIII edizione) tiriamo le fila dell’ultimo vostro anno di lavoro?

Instabili Vaganti – Questa prima parte dell’anno è stata davvero molto intensa, ricca di avvenimenti positivi ma anche molto complessa e stressante a causa della notizia ricevuta da parte del Quartiere Borgo Panigale Reno di dovere abbandonare il nostro spazio di lavoro.

Quest’anno si è aperto con un tour internazionale in India dove abbiamo presentato lo spettacolo The Global City riallestito a settembre 2023 attraverso una residenza artistica al Teatro Diego Fabbri di Forlì, gestito da Accademia Perduta / Romagna Teatri. Una produzione che aveva debuttato al Teatro Nazionale di Genova a fine 2019 e che purtroppo era rimasta “congelata” a causa del Covid. Grazie al Progetto Beyond Borders abbiamo potuto selezionare un coro di giovani performer under 35, che hanno preso parte al riallestimento e hanno quindi maturato la loro prima esperienza intercontinentale.

Una coreografia di Distance
Foto: Nicola Pianzola

Dall’India al Venezuela dove abbiamo realizzato un tour di MADE IN ILVA e siamo addirittura stati invitati al Programma televisivo diretto dal Presidente del Venezuela Nicolas Maduro, che ci ha accolti nel suo salotto come unici rappresentanti dell’Italia al Festival Internacional de Teatro Progresista.

Tornati in Italia, abbiamo però dovuto far fronte alla spiacevole situazione che si è creata per la gestione del nostro spazio di lavoro, il LIV Performing Arts Centre, in convenzione Quartiere Borgo Panigale Reno, del Comune di Bologna. Abbiamo infatti appreso in modo molto spiacevole e poco corretto che, non solo non ci sarebbe stata rinnovata la convenzione, ma che addirittura avremmo dovuto “sgombrare” il 1 maggio, con un preavviso di meno di due mesi!! Inoltre, come se non bastasse, abbiamo subito un attacco continuo fatto di accuse e illazioni in merito alla veridicità delle attività svolte. Non solo cacciati ma anche diffamati, mentre altri rappresentanti di alcune associazioni locali, visitavano lo spazio, spacciandosi per dipendenti del Quartiere, prendendo misure per abbattere pareti e quant’altro!!! Una situazione per noi davvero stressante che ci ha portati ad annullare impegni già presi, come un tour previsto a Maggio in Tunisia oltre che le attività formative in corso, fino a pensare anche di annullare il festival PerformAzioni.

Grazie all’intervento del Settore Cultura del Comune di Bologna abbiamo ottenuto quello che già era un nostro diritto e cioè di andar via a scadenza convezione, vale a dire a settembre e quindi abbiamo deciso, anche se con estrema difficoltà, di portare avanti il festival PerformAzioni, così come anche le tappe del Progetto Beyond Borders.

Il programma del Festival è stato molto concentrato ma ha previsto tanti appuntamenti con artisti da diverse parti del mondo: India, Messico, Venezuela, Tunisia, USA. Studiosi, operatori e artisti hanno preso parte al Symposium internazionale del progetto Beyond Borders ed abbiamo inoltre realizzato due tappe di residenza, una al Teatro comunale di Savigno e una al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno, per allestire con due team internazionali di lavoro differenti, le performance DISTANCE e CONFINI.

Fortunatamente l’anno ci ha portato anche tante altre belle notizie tra cui quella della vincita di due bandi TOCC del Ministero e del Bando FESR della Regione Emilia Romagna.

Beyond Borders vi ha portato in nuovi territori dove affrontare il tema dei “Confini”. Quali sono le vostre nuove impressioni sulle barriere che sicuramente avrete incontrato nel vostro lavoro? Fisiche, mentali, geografiche, ecc…

I.V. : – Nel nostro lavoro s’incontrano sempre barriere, a partire da quelle personali e interpersonali, di genere, fino ad arrivare alle questioni politiche e territoriali. Innanzi tutto per noi è estremamente importante che il performer non metta alcuna barriera tra se stesso, la regista e il pubblico. Cercare di superare i limiti fisici, mentali, emozionali, è sempre stata la caratteristica principale del nostro lavoro attorale, quella che più lo caratterizza e lo distingue. Ovviamente non è sempre facile approcciarsi al lavoro teatrale in questo modo e ultimamente notiamo che i performer più giovani hanno spesso più resistenze e meno fiducia in chi potrebbe guidarli, a volte preferiscono un approccio più tecnico e meno emozionale, mentre nel nostro lavoro i due aspetti sono fondamentali e l’uno non esiste senza l’altro, senza entrambi non si riesce a “Superare i confini”.

Nei nostri vent’anni di attività abbiamo lavorato con performer da diverse parti del mondo e spesso abbiamo anche affrontato barriere culturali, religiose e sociali. E’ queato know how quello che mettiamo in gioco ogni volta formiamo un nuovo gruppo di performer, soprattutto se, come in questo caso, si tratta di un ensemble molto diverso per provenienza geografica, background culturale e generazionale.

La danzatrice indiana Anuradha Venkataraman
Foto: S. Giudici

La Compagnia Instabili Vaganti compie il 20esimo anno di età: cosa è cambiato in ambito teatrale/culturale in Italia in questi due decenni?

I.V. : – Il mondo teatrale in questi venti anni è cambiato moltissimo, in parte ovviamente è cambiata anche la nostra percezione ma sicuramente alcuni fenomeni sociali e culturali si ripercuotono fortemente sullo spettacolo dal vivo.

Quando abbiamo iniziato a fare teatro mandavamo le nostre proposte di spettacolo ancora per posta, a volte, poi abbiamo cominciato ad usare la mail e progressivamente si sono sviluppati i primi social network che servivano da piccola vetrina sul web.

La comunicazione però si basava ancora sull’esperienza, la conoscenza dell’altro, le relazioni interpersonali. I Festival ti ospitavano per giorni anche se facevi solo una data del tuo spettacolo, così potevi entrare a far parte di una comunità, pranzare insieme, scambiare due parole, vedere gli spettacoli dei tuoi colleghi, etc. Adesso è tutto un “mordi e fuggi”, la comunicazione viaggia quasi esclusivamente sul web e addirittura è diventata più importante dell’esperienza stessa, sia per chi la realizza che per chi ne fruisce.

La ritualità del teatro è sempre più difficile da ricreare e la sua importanza spesso non è riconosciuta nè dalle istituzioni, che si basano più che altro sui numeri, nè dagli operatori che preferiscono la “visibilità” sui media.

Per quanto ci riguarda ci sentiamo quasi sempre resilienti e attraverso i progetti internazionali cerchiamo di dar valore all’incontro e all’unicità della rappresentazione, che spesso diventa un unicum irripetibile, anche se notiamo una “contaminazione” sempre più forte dei “fattori collaterali” sull’esperienza vissuta.

La pubblicità è più importante dello spettacolo in sé, la quantità è più sostenuta rispetto alla qualità, la forma è spesso priva di contenuti e i contenuti sono privi di significati.

Chiaramente non tutti i cambiamenti sono negativi, adesso è molto più semplice ed economico viaggiare, rimanere in contatto, “connessi”, la tecnologia ci agevola in molte cose. Noi siamo sempre stati curiosi e attenti alle novità e ci piace cercare di utilizzare mezzi innovativi e tecnologici “umanizzandoli”, portandoli cioè al servizio dell’uomo e non viceversa.

Nicola Pianzola con due performer originarie del Nagaland (India) durante il Festival PerformAzioni 2024
Foto: S. Giudici

Le Compagnie teatrali, o comunque chi nel nostro Paese si occupa di “cultura”, devono affrontare una burocrazia non semplice, per riuscire a vincere bandi e avere fondi per continuare le proprie attività. Cosa cambierà nel settore, a vostro avviso, con l’arrivo dei fondi del PNRR?

I.V. : – Come accennato sopra noi siamo vincitori di due bandi TOCC digitalizzazione e design eco-sostenibile, attraverso due progetti che dovrebbero aiutarci nella transizione digitale e green, acquisendo nuove attrezzature, fari e videoproiettori led, un furgone a basse emissioni, ecc.

Per noi quindi i fondi del PNRR sono una risorsa importante che ci consentirà di fare ricerca in nuovi ambiti ma anche solo e semplicemente ad acquistare alcune attrezzature che senza questi contributi non potremmo permetterci.

Sicuramente la burocrazia legata a queste risorse è piuttosto complessa e ti costringe a svolgere un lavoro amministrativo che è molto lontano da quello artistico, anzi direi diametralmente opposto.

Probabilmente ci sarà un cambiamento sopratutto in termini di ammodernamento di alcuni spazi, teatri e strutture, anche se non possiamo sapere ancora se saranno poi realmente funzionali al lavoro artistico. Il rischio è che si creino nuovi spazi polifunzionali utili soltanto alle amministrazioni per “mostrare” nuovi contenitori imbellettati e difficilmente gestibili e adattabili ai mestieri del teatro.

Quali sono, o sono stati, i maggiori ostacoli nel vostro ventennale lavoro?

I.V. : – Sicuramente durante i nostri 20 anni di lavoro abbiamo dovuto affrontare diversi ostacoli, il mondo dello spettacolo dal vivo non è semplice, si fatica ad emergere anche quando si fa un lavoro di qualità, o forse soprattutto in questo caso, e ancor più quando si lavora su tematiche che a volte hanno risvolti politici importanti e segnano comunque una linea di pensiero critica e attivista.

E’ il caso dello spettacolo MADE IN ILVA che all’inizio è stato molto osteggiato in Italia e poi, solo dopo il grande successo all’estero ha cominciato ad essere “accolto” e riconosciuto anche nel nostro Paese, fino addirittura a diventare uno degli spettacoli maggiormente promossi dagli Istituti Italiani di Cultura all’estero.

In ogni caso per noi l’ostacolo più grande è sempre stato quello di non avere uno spazio adeguato per svolgere il nostro lavoro. Il nostro stesso nome deriva dal fatto che per più di 5 anni non abbiamo avuto un luogo in cui fare la nostra ricerca e sviluppare le nostre attività. Questo disagio ci ha però spinto a fare di necessità virtù e, dato che in Italia non avevamo mezzi e sostegno abbiamo rivolto il nostro sguardo all’estero dove siamo stati riconosciuti da subito anche come maestri, tanto da insegnare in importanti centri come il Grotowski Institute di Wroclaw e l’International Workshop Festival in Corea del Sud. Eravamo proprio in Corea quando abbiamo saputo di aver “vinto” il bando per la gestione di quello che sarebbe diventato il LIV Perfoming Arts Centre, spazio che abbiamo gestito per 15 anni, in convenzione con il Quartiere Borgo Panigale – Reno del Comune di Bologna. Non un teatro, ma uno spazio di lavoro e di ricerca che abbiamo costruito con le nostre mani, in tutti i sensi, anche realizzando un pavimento in legno per la sala prove.

Già l’ingresso in quello spazio non è stato semplice, volevano imporci una cogestione anche se eravamo noi i vincitori, ci hanno costretto a mantenere le attività dell’associazione precedente che si comportava “da padrona” mentre noi ci sobbarcavamo le spese, il restauro degli spazi, la gestione, etc.

I primi anni di gestione comunque sono stati tra i più belli, grazie all’entusiasmo e alla voglia di investire il tutto e per tutto in questo luogo che sentivamo come la nostra casa. Una casa aperta e accogliente che riusciva anche ad espandere i suoi confini per abbracciare il Quartiere. Abbiamo creato la prima Scuola di Circo e Teatro per Bambini di Bologna, Il Festival TRENOff, che ha valorizzato il portico dell’edificio di edilizia residenziale pubblica denominato “TRENO” per la sua forma singolare a forma di treno, con tanto di locomotiva, e tante altre attività, oltre che realizzare le nostre produzioni che hanno poi girato il mondo.

L’esperienza del Festival TRENOff è stata magnifica per noi e per gli abitanti del quartiere, oltre che per gli artisti coinvolti, ma già da allora abbiamo notato i primi segni da parte del Comune di Bologna di mancato sostegno per le nostre attività.

Anna Dora Dorno
Foto: Instabili Vaganti

Il Festival infatti, che nella sua prima edizione ha contato più di 50 spettacoli e 3000 presenze in due sere, è stato realizzato con un esiguo sostegno da parte del Comune di Bologna (circa 4000 euro), che sono serviti solo a pagare spese quali la posa di barriere per l’antiterrorismo, il presidio dell’ambulanza, la pulizia strade, anziché riconoscere il nostro lavoro e quello degli artisti coinvolti.

Solo 5 anni dopo siamo riusciti a ripetere l’esperienza, sempre con finanziamenti insufficienti e tanto investimento da parte nostra. Dopo questa ultima edizione di nuovo il nulla, anzi il Comune ha pensato bene di “mandare” altre realtà a lavorare in quella location sostenendo che “dovevamo rinunciare alla nostra sovranità”, affermazione che chiaramente ci ha portato a prendere altre vie e a concentrare i nostri sforzi su altri progetti.

L’esperienza non ha più avuto seguito per mancanza di fondi e per le difficoltà imposte proprio dal Quartiere (permessi, chiusure strade ecc.). Magicamente però, le foto di quell’esperienza sono state utilizzate dal Comune di Bologna (a nostra insaputa) per promuovere la candidatura UNESCO dei portici, e oggi è il Comune stesso che cura un festival: il Bologna Portici Festival. Che coincidenza!

Lo staccamento dal quartiere periferico in cui abbiamo lavorato é stato molto determinato da alcune azioni come questa, così come anche dal mancato sostegno alle nostre attività, tra cui la nostra Scuola di Circo per bambini, che è stata invece messa in difficoltà dal supporto dato a quella di alcuni nostri collaboratori che in modo poco corretto avevano portato via il nostro “marchio” e il nostro indirizzario, impossessandosi, mentre erano ancora nostri dipendenti stipendiati, di progetti nelle scuole e con altri enti del territorio, dove svolgevano un ruolo di operatori della nostra Scuola di Circo.

Ovviamente i nostri progetti sono comunque andati avanti, anche se si sono indirizzati su altre direzioni, come la formazione per attori e danzatori professionisti, il Festival PerformAzioni, il Progetto Beyond Borders, il progetto Dancing in the Train che ha coinvolto giovani, anziani e professionisti in percorsi partecipativi di creazioni di spettacoli, presentate poi al Festival dei Portici organizzato dal Comune di Bologna.

Da una convenzione quadriennale, siamo però passati ad una biennale, per arrivare infine a ricevere inaspettatamente una comunicazione dal Quartiere a marzo 2024 che a maggio dello stesso anno avremmo dovuto lasciare il nostro spazio!! Il perchè? Non ci è dato saperlo. La Pec ricevuta riporta come giustificazione: “pubblica utilità”. A fatica abbiamo ottenuto di poter rimanere fino a settembre, data in cui sarebbe scaduta la nostra convenzione, ma per noi non ci sono altre prospettive a Bologna.

Il Comune non ha interesse a trovare un’altra collocazione per una compagnia come la nostra che da anni rappresenta la qualità artistica della città in tutto il mondo e che ha dipendenti, finanziamenti pubblici e attività riconosciute a livello locale, nazionale e internazionale.

La nostra più grande difficoltà quindi la stiamo affrontando in questo momento in cui avremmo voluto festeggiare i nostri 20 anni, non ripiegando su noi stessi, cancellando tour, produzioni, non rinnovando i contratti ai nostri dipendenti e rischiando di perdere finanziamenti importanti che abbiamo ottenuto dopo tanti anni di sacrifici.

Ovviamente cerchiamo di non demordere e siamo alla ricerca quindi di un luogo in cui far germogliare tutti questi semi, raccolti in tanti anni di attività, relazioni e progetti in tutto il mondo.

Confidiamo nel fatto di riuscire di nuovo a superare questo momento difficile ma siamo profondamente delusi e preoccupati per il fatto che purtroppo il nostro lavoro artistico sia fortemente condizionato anche dalle scelte politiche di una amministrazione, che non tiene conto di tutto ciò che comporta fare delle scelte di questo tipo.

Lanciamo quindi anche qui un appello a far sì che Il Comune di Bologna possa in qualche modo aiutarci a far fronte a questa enorme difficoltà o che in qualche modo anche altri Comuni, realtà e/o privati che hanno a disposizione un Teatro o un luogo da trasformare in spazio di spettacolo e che apprezzano il nostro lavoro possano farsi avanti con proposte da valutare insieme.

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Sabato, 22 giugno 2024 – Anno IV – n°25/2024

In copertina: Nicola Pianzola – Foto: Stefano Scheda

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