A quale prezzo?
di Nancy Drew
Dopo una questione giudiziaria lunga 14 anni, Julian Assange – fondatore di Wikileaks – torna in Australia, sua terra di origine, da uomo libero.
Alcune avvisaglie di una diversa direzione del processo a suo carico, che si è consumato all’Alta Corte di Londra a partire dal 2019 – si erano manifestate con la concessione, a maggio, di un nuovo ricorso per non essere estradato negli Stati Uniti, dove era accusato con differenti imputazioni, in base all’Espionage Act, poiché il giornalista aveva divulgato, attraverso il portale Wikileaks, documenti e video secretati della difesa statunitense sulle guerre in Iraq e Afghanistan, ricevuti dalla ex militare americana Chelsea Manning, riguardanti crimini di guerra.
Durante tutti gli anni che Assange è stato in Gran Bretagna – dal 2012 come rifugiato politico presso l’Ambasciata dell’Ecuador e poi arrestato e incarcerato nella prigione di massima sicurezza HM Belmarsh di Londra al cambio del presidente ecuadoregno, Lenín Moreno – è stato sostenuto calorosamente da un movimento internazionale di attivisti per i diritti civili che ne ha richiesto ininterrottamente la liberazione e la non-estradazione negli Stati Uniti, contro la detenzione arbitraria, e il potenziale reato di tortura in carcere, per cui si erano mossi anche Consiglio d’Europa e ONU. Tra i suoi fan più accesi di Assange troviamo Roger Waters, fondatore dei Pink Floyd, e Craig Murray, ex parlamentare e diplomatico britannico.
Il 24 giugno 2024, Assange è stato scarcerato in seguito ad un accordo con il Dipartimento della giustizia Usa, in cui ha accettato di dichiararsi “colpevole di cospirazione per ottenere e diffondere informazioni sulla difesa nazionale” davanti tribunale di Saipan, sulle Isole Marianne Settentrionali – territorio statunitense nell’Oceano Pacifico – per un patteggiamento concesso dal presidente Joe Biden. Nello stesso patto è stato siglato che Assange non possa tornare negli Usa senza autorizzazione.
Per il ritorno di Assange in madrepatria è ancora in corso un crowdfunding per le spese del viaggio, che ammontano a 520mila dollari, per saldare il conto con il governo australiano che ha messo a disposizione un volo charter, poiché non è stato concesso di utilizzare voli commerciali per il rientro a casa del giornalista.
A nostro avviso la liberazione di Julian Assange su patteggiamento è un ulteriore “gioco sporco” degli Stati Uniti in questa lunga questione giudiziaria. Un vero e proprio ricatto che ha, gioco-forza, voluto ribaltare i ruoli sociali, penali e comunicativi dei due principali attori in campo, Julian Assange e la difesa statunitense.
L’autoaccusa che ha accettato Assange era, al contrario, dovuta da parte degli Usa – per le prove evidenti divulgate da Wikileaks – che immaginiamo non verranno mai condannati per i fatti avvenuti in Medio Oriente, e neanche i paesi a loro coalizzati. A Julian Assange spetterebbe anche un risarcimento danni per la sua lunga detenzione londinese.
Nessun giudizio nei confronti di Julian Assange, che ha fatto bene il suo lavoro fin dall’inizio, denunciando i crimini statunitensi entro i conflitti dove gli Usa hanno partecipato come “portatori di democrazia”.
Neanche si può giudicare, se non come una salutare scelta, il patteggiamento che Assange ha accettato per la sua liberazione, nonostante abbia dovuto autoaccusarsi come colpevole dopo ben cinque anni passati, in assenza di condanne, in un carcere di massima sicurezza.
Un altro sopruso nei confronti di Assange è stato il divieto di viaggiare su un volo commerciale per l’Australia.
Assange è un uomo libero oppure no? Qualche dubbio rimane ancora da sciogliere.
All’arrivo a Canberra Assange ha informato che al momento non rilascerà dichiarazioni sulla sua vicenda legale contro gli Stati Uniti.
https://www.theblackcoffee.eu/il-giornalismo-si-e-dimenticato-di-julian-assange
https://www.theblackcoffee.eu/contro-lestradizione-di-julian-assange
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Sabato, 29 giugno 2024 – Anno IV – n°26/2024
In copertina: Julian Assange dopo il rilascio dalla prigione londinese di Belmarsh – Foto: Wikileaks