In confronto i numeri del Covid-19, come potenziale, sono un gioco da ragazzi
di Laura Sestini
Da oltre due mesi la maggioranza dei Paesi al mondo hanno obbligato al distanziamento sociale i propri cittadini, chiudendoli obbligatoriamente in casa e soffocandoli con messaggi allarmanti.
Certo i numeri dei contagiati e delle persone che hanno perso la vita a causa del Covid-19 non sono confortanti, virus che verosimilmente rimarrà tra noi per molto tempo, o forse per sempre, così come differenti altri virus – per esempio Hiv/aids, Dengue, Ebola, Malaria – che ogni anno mietono centinaia di migliaia di vite, e con i quali altrettanti popoli del mondo convivono quotidianamente.
In realtà esistono minacce alla vita umana, di cui nessuno parla apertamente, neanche la stampa accreditata, e delle quali il cittadino medio è particolarmente disinteressato (chissà mai perché). Minacce immensamente superiori in quanto a pericolosità, programmi che molti Capi di Stato portano palesemente avanti, talvolta anche non in linea con i Trattati internazionali ratificati, come il Trattato per la Proibizione delle Armi Nulceari (TPNW). .
Ci riferiamo proprio alle armi nucleari, relativamente alle quali ieri – 13 maggio – l’ICAN, la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi di distruzione di massa, ha pubblicato il report annuale, valido per il 2019.
Beatrice Fihn, direttrice esecutiva di ICAN, organizzazione non governativa con sede a Ginevra in Svizzera, che ricordiamo – nel 2017 – si è aggiudicata il Premio Nobel per la Pace, ha affermato: << E’ assurdo spendere 138.700 dollari ogni singolo minuto per armi che causano danni umani catastrofici piuttosto che spenderli per proteggere la salute dei propri cittadini. Questi Paesi stanno rinunciando al loro dovere di proteggere le persone. Questi paesi continuano a sprecare miliardi ogni anno per armi di distruzione di massa che saranno presto illegali. Il Trattato per la Proibizione delle Armi Nulceari (TPNW), che abolisce lo sviluppo, la produzione e la fabbricazione di armi nucleari, ha adesso 36 ratifiche e 81 sottoscrizioni ed entrerà in atto nel momento che raggiungerà 50 ratifiche o adesioni.” Anche l’Italia deve fare la sua parte >>.
Nel 2019, negli Stati Uniti – in testa alla classifica dei Paesi avversi alla vita -sono stati spesi 72.9 miliardi di dollari per mantenere e costruire nuove armi nucleari. Matematicamente 138.700 dollari OGNI MINUTO, come riporta il resoconto, è l’importo medio speso – solamente da nove Paesi in tutto il mondo – per armi nucleari, in linea con l’aumento della spesa globale per gli armamenti, che dal 2018 al 2019 si è considerevolmente incrementata.
Ican specifica che la ricerca da loro effettuata ha attinto da dozzine di fonti diverse sulla spesa militare e nucleare di ciascun Paese, facendo una stima ponderata quando non erano disponibili dati esatti sul budget.
Ecco nel dettaglio quanto risulta essere la spesa nel corso del 2019 – espressa in dollari statunitensi – dei singoli Paesi che detengono i maggiori depositi di armi nucleari al mondo: Stati Uniti 35.4 miliardi, Cina 10.4 miliardi, Regno Unito 8.9 miliardi, Russia 8.5 miliardi, Francia 4.8 miliardi, India 2.3 miliardi, Israele 1 miliardo, Pakistan 1 miliardo, Corea del Nord 0.6 miliardi.
Nonostante ICAN ci rassicuri sul fatto che non dovremo attendere molto tempo (quanto ancora?) fino a che le armi nucleari saranno ufficialmente messe al bando, e mentre i Governi si stanno ovunque muovendo per trovare le misure più adatte per far ripartire sia l’economia che un’esistenza più libera dei cittadini – con l’auspicio di aver superato la pandemia da Covid-19 almeno per la fase più acuta – confidiamo che gli abitanti della Terra prendano consapevolezza e si mobilitino contro quelle che risultano minacce alla vita assolutamente maggiori (ma altrettanto imprevedibili come i virus) che incombono sulla testa di tutti da 75 anni, ovvero quando le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki furono distrutte in pochi attimi – attraverso le bombe atomiche sganciate dagli Stati Uniti – durante la II Guerra Mondiale.
In copertina: foto Courtesy @Ican-Geneve.