mercoledì, Dicembre 04, 2024

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A che gioco giochiamo?

Dichiarazione congiunta dei leader di Francia, Germania e Regno Unito sul Medio Oriente

Redazione TheBlackCoffee

Commenta così, Francesca Albanese – relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati – la dichiarazione di Keir Starmer, neo premier britannico e dei due omologhi francese e tedesco, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, sulla questione israelo-palestinese.

«Dopo 10 mesi catastrofici, i leader di tre Stati occidentali, tutti membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, scrivono una dichiarazione di 21 righe sul Medio Oriente e non una sola parola sui milioni di persone segnate dalle atrocità in corso e sfollate forzatamente più e più volte nel territorio di Gaza. Non una sola parola sulle decine di migliaia di persone uccise, mutilate, torturate, orfane. Non una sola parola sui 16.000 bambini sterminati durante la distruzione su vasta scala del ghetto in cui avevano vissuto. Non una sola parola sulla necessità di garantire giustizia e rispetto della legge internazionale per costruire una pace sostenibile. Difficile pensare a una scelta di parole più infelice, scritta e omessa».

La dichiarazione congiunta di Francia, Germania e Gran Bretagna

Concordando sulle osservazioni di Francesca Albanese, l’aspetto maggiormente paradossale nel conflitto israeliano contro la Striscia di Gaza, a dispetto dei negoziati per il cessate il fuoco su cui Netanyahu è palesemente contrario, è la conferma e la decisione degli Stati Uniti di fornire altri armamenti per un valore di 20 miliardi di dollari a Israele, appena 24 ore dopo aver annunciato lo spiegamento di un secondo gruppo di portaerei nella Regione mediorientale. I segni non sono di pace, tutto è in direzione di un ulteriore passo verso una guerra in Medio Oriente.

Inoltre, con la giustificazione di appoggiare Israele per sgominare il movimento di Hamas, gli Usa prevedono di consegnare oltre 50 jet da combattimento F-15, missili aria-aria avanzati a medio raggio, munizioni per carri armati, mortai ad alto esplosivo e veicoli tattici. Una consegna a lungo termine per rinforzare il proprio potere in Medio Oriente e per intimorire l’Iran che, attraverso una comunicazione mirata di statunitensi, alleati e media accondiscendenti, da vittima in casa propria per l’assassinio del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh a Teheran, è stato sovvertito nell’immaginario collettivo come lo Stato che potrebbe innescare una guerra regionale più ampia, se rispondesse con le armi all’azione israeliana sulla vicenda della morte di Haniyeh.

A che gioco giochiamo in Occidente? Nonostante i numerosi difetti della politica iraniana, chi ambisce alla guerra, e soprattutto finge di volere la pace, sono proprio Israele e gli Stati Uniti, sostenuti nella bieca informazione ed anche fattivamente con incentivi militari, dagli stati dell’Unione europea, compresa l’Italia che nel Mar Rosso ha schierato marina militare e aeronautica con l’operazione EUNAVFOR Aspides, da almeno sei mesi.

Intanto, il diplomatico britannico Mark Smith del FCDO – Foreign, Commonwealt & Development Office – ha rassegnato le sue dimissioni da una carriera diplomatica di lungo corso, poiché considera che il suo Dipartimento possa essere complice in crimini di guerra, relativamente al conflitto in corso a Gaza. “In qualità di ex deputato alla valutazione delle licenze di esportazione di armi in Medio Otiente, sono l’esperto in materia nel campo della politica di vendita di armi. Ogni giorno assistiamo a esempi chiari e indiscutibili di crimini di guerra e violazioni del diritto umanitario internazionale a Gaza, perpetrati dallo Stato di Israele. Alti membri del governo e dell’esercito israeliano hanno espresso apertamente intenti genocidi. I soldati israeliani girano video in cui bruciano deliberatamente, distruggono e saccheggiano le proprietà dei civili e ammettono apertamente lo stupro e la tortura dei prigionieri. […].

Il numero di abitanti di Gaza uccisi dal fuoco israeliano ha raggiunto quota 40.000. Israele afferma di aver ucciso 14.000 “terroristi”, ma il numero effettivo è ritenuto dagli esperti sia di circa 7.000-8.000. Il resto sono palestinesi innocenti.

Anche Papa Francesco ha usato il termine “terrorismo” a proposito delle azioni di Israele: «Continuo a ricevere notizie molto gravi e dolorose da Gaza. Civili disarmati sono sottoposti a bombardamenti e sparatorie. Una madre e sua figlia sono state uccise dai cecchini israeliani (IDF) mentre andavano in bagno. Questo è terrorismo. […].»

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Sabato, 17 agosto 2024 – Anno IV – n°33/2024

In copertina: panoramica su Gaza – Foto: da profilo social israeliano, il cui slogan è “Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti; Non tornai indietro finché non furono distrutti (Salmi 18).

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