sabato, Novembre 23, 2024

Italia, Politica

La RSU di QF ex-Gkn si rivolge alla stampa

Lettera alla stampa, all’Ordine dei Giornalisti della Toscana e all’Associazione Stampa Toscana sulla querela ad ignoti e i 44 (…che 44 non sono!)

Redazione TheBlackCoffee

I titoli di alcuni quotidiani del 20 e 21 novembre 2024, così come alcune ricostruzioni apparse all’interno degli articoli stessi, sono non corretti e nella migliore delle ipotesi semplificati tanto da risultare distorti. Solo per citarne alcuni, nelle edizioni del 21/11/2024, La Nazione titola: “La Rsu querela i compagni”, La Repubblica “scontro a colpi di querela tra Collettivo e 44 operai”.

La querela riferita alle e-mail inviate dall’indirizzo “lavoratoriqf@gmail.com” è contro ignoti. Non poteva che essere contro ignoti e diffidiamo chiunque dallo scrivere qualcosa di diverso. Non poteva che esserlo perché impossibile sapere chi si palesa in generale e nello specifico dietro questa sigla. Supporre diversamente – e perché l’avremmo fatta ad ignoti, se in grado di sapere l’identità dello scrivente? – è a sua volta un meccanismo insinuante.

La querela “contro ignoti” era inevitabile per il contenuto a nostro parere gravemente diffamatorio di quella e-mail. Che si tratti infatti di un contenuto veicolato da uno, nessuno, centomila, nessuno può permettersi di veicolare contenuti non corretti. E tale querela non poteva che essere ad ignoti.

Per quanto riguarda i famosi “44”, partiamo dalla stessa smentita arrivata alle 21.14 del 20 novembre dalla stessa e-mail “lavoratoriqf”.

L’uso dell’account lavoratoriqf@gmail.com – account gmail che per altro usa un logo che ci sembra preso da una società di Milano omonima, Qf (https://www.qfmilano.it/) – non è finora mai stato “rivendicato”, né in assemblea dei lavoratori, né per altre vie di cui noi siamo a conoscenza.

Apprendiamo dalla stampa che, solo dopo nostra querela ad ignoti, una persona avrebbe rivendicato la paternità delle e-mail. Ad oggi, nessuno di noi, può associare tali e-mail a nessun altro nome di lavoratori ex Gkn, pena il rischio a sua volta di querela.

Dal punto di vista giornalistico dire che “uno”, “alcuni”, “una parte”, “i lavoratori Qf”, “tutti i lavoratori Qf”, “sono in disaccordo”, “vogliono una indagine”, “su”, “contro”, “la Rsu”, “la Fiom”, “la fantasiosa cooperativa”, rappresentano concetti ben diversi e su cui è importante essere precisi, in una vertenza sociale così drammatica. Tra tutti questi concetti passano sfumature, tali però da fare la differenza tra riportare una notizia e inventarla o contribuire a inventarla.

Scrivere che uno o alcuni lavoratori non sono d’accordo con la Rsu o con il Collettivo è una “non notizia”. Infatti, dire il contrario supporrebbe che i lavoratori ex Gkn siano sempre unanimi. Concetto assurdo.

Se c’è qualcosa da raccontare giornalisticamente, in questa vicenda, in verità è come – a differenza di quanto succede in vertenze altrettanto drammatiche e di quanto succede normalmente nel nostro mondo del lavoro – vi sia e vi sia stata compattezza nella lotta.

Sul fatto che non si tratti di 44 lavoratori vi è già stata una autosmentita da parte dello stesso indirizzo “lavoratoriqf” che alle 21.14 del 20 novembre fa sapere che “l’esempio usato delle e-mail del 17.02.2024 e del 19.02.2024 era solo per dimostrare che la Rsu ex Gkn, Fiom Nazionale e Fiom locale erano a conoscenza del nostro indirizzo email anche in passato. In nessun modo si voleva dire che entrambi 44 firmatari di allora hanno condiviso la nostra lettera aperta del 18.11.2024.” [grassetto nostro – Ndr].

La discussione si potrebbe chiudere qua: noi eravamo solo a conoscenza dell’indirizzo email e in nessun modo potevamo associare questo indirizzo a dei firmatari di cui non si può dire chi e quali abbiano condiviso la lettera aperta del 18.11.2024.

Ma per scendere ancora più nei dettagli – esercizio veramente avvilente, per quanto ci riguarda, alla luce di tutte le cose serie di cui bisognerebbe parlare – la e-mail del 17 febbraio 2024, riportava 42 (e mai 44, almeno contare…) cognomi scritti in formato elettronico word o similare senza nemmeno il nome proprio e senza alcun meccanismo di autentificazione di firma.

Di quei 42, in verità 19 erano già dimessi – purtroppo – alla data del 17 febbraio. Si trattava quindi di 23 cognomi di lavoratori ancora in forze a quella data, ma senza nome e senza firma autenticata. Cinque di quei cognomi, ad esempio, non erano nemmeno riconducibili chiaramente a un lavoratore perché riferiti a cognomi che ha più di un lavoratore (a titolo esemplificativo: “Rossi” – cognome inventato – ma non si sa se Mario o Matteo).

Nel contenuto di quella e-mail venivano anche affermate cose a nostro parere gravi, ma sostanzialmente si trattava semplicemente di richieste di chiarimento in merito ad alcuni mancati pagamenti di QF. E la nostra scelta fu di rispondere soprassedendo su ogni problema di contenuto e di forma e di fare quello che facciamo da sempre: offrire una occasione di chiarimento e approfondimento fornendo una rosa di date di 4 appuntamenti nella settimana successiva. Infatti, eravamo e siamo in grado di rispondere – almeno questa è la nostra convinzione – ad ogni singolo punto sollevato con chiarezza e puntualità.

Alla nostra richiesta di incontro con i “Lavoratori Qf” però non seguì alcun risultato. Non si sono mai manifestati apertamente in assemblee successive, né hanno contattato la RSU. Stiamo parlando di febbraio 2024. Al contrario, diversi dei lavoratori con un cognome corrispondente a quelli citati nella mail, negarono di conoscerne il contenuto.

Da allora, bisogna ricordare che ci sono state diverse assemblee plenarie dove, tra le altre cose e sempre alla presenza delle organizzazioni sindacali, si è più volte chiarito il tema del rinnovo del Rsu. Da allora, il tema degli stipendi è stato oggetto di più sentenze di Tribunale. Da allora, il piano industriale è stato esposto a soggetti privati, pubblici e in momenti di approfondimento pubblicizzati tra tutti i lavoratori.

Le opinioni dentro una vertenza sono fluide e, per carità, l’appoggio a una Rsu o una organizzazione sindacale può variare sempre, ogni giorno, in qualità e in quantità. Ma ribadiamo che al momento della querela, nessuno di noi poteva associare la e-mail “lavoratoriqf” a un solo lavoratore, se non facendo opera di supposizione potenzialmente fallace. E che ad oggi, noi non possiamo dire con certezza se dietro la sigla “Lavoratori Qf” ci sia almeno un lavoratore o di più.

Possiamo solo supporre che alcuni organi di stampa nel momento in cui usano locuzioni, ripetute nel corso di mesi, come “lavoratori divisi” o “lavoratori qf contro la Rsu”, abbiano ben contezza di quanto invece noi ignoriamo. Viceversa, sarebbe un problema.

Questa lettera è per fare chiarezza sulla vicenda dei “Lavoratori Qf” e per chiedere una maggiore attenzione nella gestione delle fonti, onde evitare che notizie non corrette vengano messe a disposizione dell’opinione pubblica, costringendoci poi a continue richieste di rettifica e smentite.

Rimaniamo a disposizione per incontrare le redazioni per ulteriori chiarimenti e confronti con la RSU, in quanto fonte primaria, insieme alle organizzazioni sindacali, o a realtà formalmente costituite come la Società Operaia di Mutuo Soccorso Insorgiamo o la cooperativa GFF.

Naturalmente, bene specificarlo, rimaniamo a disposizione nei limiti di tempo e nella scala di priorità che la stessa vertenza ci impone. Va capito, infatti, come questo esercizio di email e controemail, incida su un tempo che è totalmente asimmetrico.

Comunicato del 23 novembre 2024

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Sabato, 23 novembre 2024 – Anno IV – n°47/2024

In copertina: foto di Archivio fotografico ©2024Ishtar Immagini

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