domenica, Dicembre 22, 2024

Italia, Politica

A Firenze un nuovo quartier generale permanente della Nato

La Multinational Division South (Mnd-S) si stanzia sulla direttrice di Camp Darby

di Laura Sestini

Nel quartiere di Rovezzano, periferia Sud-est della città di Firenze, da qualche settimana circolano voci che la caserma Predieri, sede del Comando Divisione ’Vittorio Veneto’, costituito a Firenze il 1° luglio 2019 a seguito della ridenominazione del Comando Divisione ‘Friuli’ – che conta oltre 16mila militari – diverrà a breve un comando interforze Nato – Multinational Division South (Mnd-S).

Mentre i pacifisti si attivano per riunirsi in assemblea, le informazioni sono poche e frammentarie, ma, effettivamente, la questione ha preso il via ad ottobre 2019, in seguito ad un’iniziativa del Governo Italiano, quando i Paesi membri della NATO hanno approvato la costituzione del Quartier generale Multinational Division South (Mnd-S), un presidio militare inserito nella NATO Force Structure, che potrà contare su una componente specifica a connotazione multinazionale e comporterà la partecipazione di militari provenienti da altri paesi dell’Alleanza Nord Atlantica, proprio nella citata caserma, situata tra la via Aretina e l’Arno.

Il Comando Divisione Vittorio Veneto è una Grande Unità dell’Esercito Italiano – laddove nelle Forze Armate per grande unità si intende una unità militare dei reparti di impiego strategico – pronta a intervenire in ogni scenario operativo per assolvere i compiti in ambito nazionale, nel contesto dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea.

Da questo Comando dipendono quattro Brigate: la Brigata di cavalleria Pozzuoli del Friuli; la Brigata aeromobile Friuli; la Brigata corazzata Ariete e la Brigata paracadutisti Folgore, insieme al 78° Reparto Comando e Supporti Tattici “Lupi di Toscana”. Queste Grandi Unità da combattimento, molto diverse tra loro, sono addestrate per esprimere elevate capacità operative.

Dal 1° aprile 2023, la Divisione Vittorio Veneto è transitata dal Comando Forze Operative Nord (COMFOP-N) alla dipendenze del Comando delle Forze Operative Terrestri e Comando Operativo Esercito (COMFOTER – COE).

Mentre si attendono le firme definitive per il nuovo Head quarter NATO per il Sud Europa si sta procedendo ad una riorganizzazione secondo gli standard propri dell’Alleanza Atlantica per raggiungere la massima ‘interoperabilità’ con le forze NATO, per esempio le specifiche competenze della lingua inglese ei militari italiani, lingua franca per l’operatività ufficiale, e soprattutto nuove conformità per le infrastrutture locali.

Per quanto riguarda i nuovi compiti che il Mnd-S HQ sarà chiamato ad assolvere, particolare impegno sarà dedicato all’addestramento, con la partecipazione ad esercitazioni di livello internazionale che coinvolgono i reparti provenienti da tutti i Paesi dell’Alleanza Atlantica, al fine di assolvere ai compiti fondamentali della NATO, rivestendo il ruolo naturale di Comando Divisione o quello di Comando di Componente Terrestre nell’ambito di una operatività interforze. Parallelamente la componente nazionale continuerà a operare per addestrare e preparare le unità dipendenti, con lo scopo di garantire il mantenimento del massimo livello di efficienza operativa, ai fini del successivo impiego, anche disposto con minimo preavviso, nei teatri operativi già attivi o in quelli che dovessero essere attivati all’emergenza.

A Firenze – posizione geografica strategica per gli interessi geopolitici del lato Sud dell’Alleanza per la vicinanza con Camp Darby, il più grande magazzino di armamenti statunitensi al di fuori dei loro confini nazionali, il porto di Livorno e l’aeroporto militare di Pisa, (e Coltano?) – con il comando Multinational Division South (Mnd-S) arriverà personale militare straniero con le proprie famiglie.

“Nel contempo, il Paese potrà contare su di un Comando NATO affacciato sul mediterraneo, strategico per gli interessi crescenti della nazione e dell’Alleanza nell’attuale complesso scenario internazionale. Il processo di sviluppo della Mnd-S sarà scandito da due modelli fondamentali: il conseguimento dell’Initial Operational Capability, che certificherà le iniziali capacità di connettività e interoperabilità con la catena di Comando e Controllo della NATO, e il raggiungimento della Full Operational Capability, che validerà il Mnd-S HQ ad operare nel contesto delle attività, delle operazioni o delle missioni dell’Alleanza Atlantica. Raggiunta tale condizione, il MND-S HQ sarà pronto a essere impiegato quale strumento di indiscutibile flessibilità operativa per l’Alleanza (fonte: Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia, ex Comandante della Divisione Vittorio Veneto, attuale Comandante del contingente Kfor in Kosovo)”.

Intanto, il Generale Michele Risi lascia l’incarico di Comandante della ‘Vittorio Veneto’ al Generale Massimiliano Quarto.

La Divisione Vittorio Veneto è impegnata nel processo di riconfigurazione in chiave multinazionale e di acquisizione delle capacità volte al soddisfacimento dei tre “core tasks” dell’Alleanza Atlantica, ovvero la difesa collettiva e deterrenza, la prevenzione e gestione delle crisi e la sicurezza cooperativa.
Tale percorso vedrà la Divisione Vittorio Veneto impegnata nel novembre 2023 con la Command Post Exercice “Citadel Bonus” e, nel corso del 2024, con la “Loyal Leda”, esercitazion​i nelle quali la Mnd-S ricoprirà il ruolo di Comando Divisione alle dipendenze di un Corpo d’Armata a leadership francese in addestramento (fonte: Difesa).

Di tutto questo gran movimento la cittadinanza fiorentina non ha nessuna informazione valida. I militari NATO, e le relative famiglie che arriveranno in città, si mischieranno con le decine di migliaia di turisti giornalieri, e solo pochi si accorgeranno della loro presenza.

Ma nel piccolo e tranquillo quartiere di Rovezzano cosa succederà? Come verrà trasformato con l’arrivo delle forze NATO? In caso di conflitto bellico diverrà target di attacco nemico?

Molte saranno le domande che d’ora in poi si dovranno porre gli abitanti di questa “anonima” periferia di Firenze, stretta tra l’Arno e la ben più nota collina di Settignano.

Alla luce di queste novità militaresche sul territorio italiano, sembra più facilmente comprensibile anche la smania della maggioranza di Governo di portare la spesa militare al 2% del PIL, come “mamma” NATO e conseguentemente la Comunità europea spingono fin dall’inizio del conflitto russo-ucraino.

L’indotto farà ricadere effetti economici sul quartiere? Conoscendolo, rimasto immobile nell’architettura e nei servizi ad almeno 60 anni fa, non lo crediamo.

Allora, quali saranno i benefici di avere una base NATO fuori dall’uscio di casa? Ma soprattutto: quale il detrimento per la popolazione?

Sabato, 22 luglio 2023 – n°29/2023

In copertina: foto di Roberto Cavaliere

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