redazione TheBlackCoffee
Il rapporto tra Carlo Ludovico Ragghianti e Carlo Levi, fondamentale per entrambi, si intensifica a Firenze, durante l’occupazione nazista, attraverso la comune militanza politica nella Resistenza, soprattutto dopo che Levi, nel 1941, trova rifugio clandestino nella casa di Anna Maria Ichino in piazza Pitti, dove scrive il suo più noto romanzo ‘Cristo si è fermato a Eboli’, cui è dedicata una sezione della mostra.
Non è però soltanto la politica – nelle file del Partito d’Azione – a unirli, ma anche l’intenso confronto sulle questioni dell’arte contemporanea e una condivisa sensibilità per il patrimonio artistico del Paese. Va ricordato il loro intervento congiunto, con l’architetto Giovanni Michelucci, dopo che i nazisti avevano fatto saltare cinque ponti a Firenze, per evitare l’abbattimento della Torre di Parte Guelfa a Ponte Vecchio, un “salvataggio” poi messo in atto dal comando alleato.
Un aspetto interessante e nuovo presentato dalla mostra è quello del comune interesse dei due per il cinema: Levi lavora come sceneggiatore e scenografo per alcuni film, disegna il manifesto di ‘Accattone’ di Pier Paolo Pasolini, e dagli anni Cinquanta in poi, a Roma, diventa un ritrattista ambìto da molti personaggi del mondo del cinema, da Silvana Mangano ad Anna Magnani, da Franco Citti allo stesso Pasolini: tutti questi ritratti sono presenti in mostra, insieme con quelli di Ragghianti e di loro comuni amici, come Eugenio Montale e Carlo Emilio Gadda.
Fino al 20 marzo 2022 – https://www.fondazioneragghianti.it
Sabato, 18 dicembre 2021 – n° 46/2021